Solidarietà e vicinanza ideale alla battaglia portata avanti in nome della legalità e della lotta alla “mafia dei pascoli” denunciata a più riprese da Giuseppe Antoci, il presidente del Parco dei Nebrodi verso cui nella notte si è perpetuato un vile e grave agguato lungo la via di rientro da una manifestazione a cui aveva partecipato illustrando le possibilità di accedere legalmente a fondi e finanziamenti per l'agricoltura a Cesarò.
E proprio da Cesarò è ripartito in serata l'abbraccio delle istituzioni con un incontro svoltosi presso una sala del Municipio del centro montano in cui hanno presenziato il primo cittadino Salvatore Calì e quello della vicina di S. Teodoro Giuseppe Agliozzo, ma anche il senatore Giuseppe Lumia e il segretario provinciale della CGIL Lillo Oceano, nonché il primo cittadini di S. Stefano di Camastra Francesco Re e il vece sindaco di Mistretta,Vincenzo Oieni prima che la comitiva si muovesse alla volta della “cittadina delle ceramiche” dove si sarebbe svolto un consiglio comunale aperto alla rappresentanza istituzionale di tutti i centri dell'area nebroidea.
Dure ed incisive le parole di Lumia, Vicepresidente della Commissione d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare che ha sottolineato di quanto la mafia sia alle corde e di quanto l'opera svolta da Antoci abbia colpito nel segno. La sua presenza a Cesarò – dice Lumia – vuole essere una dichiarazione di guerra alla mafia. E annuncia di avere presentato un'interrogazione con nomi e cognomi di tutti i capi mafia dell'area nebroidea.
Nella stessa interrogazione chiede al Ministro Alfano se ritiene di dispiegare sulla zona dei Nebrodi una presenza stabile di tipo militare attraverso i reparti speciali già sperimentati in luoghi dalle medesime caratteristiche dei Nebrodi, al fine di garantire un efficace presidio del territorio; se ritenga opportuno istituire una task force per effettuare uno screening patrimoniale delle famiglie mafiose con l’obiettivo di aggredire e sequestrare i loro beni.
(Salvatore Famularo – Giuseppe D'Amico)