“Ci vediamo alla Leopolda”. Matteo Renzi ufficializza la scissione dal Pd, telefona al premier Conte rassicurando sul suo sostegno al governo (riportando alla mente il famoso #staiserenoenrico….quando il destinatario era Letta, nel 2014) e annuncia di voler costruire una “Casa nuova”, con ogni probabilità guardando al centro.
Renzi ha la maggior parte dei parlamentari del Pd e la sua scelta, tra fedelissimi che lo seguiranno ed altri che invece resteranno nel partito guidato da Zingaretti, avrà conseguenze anche a livello siciliano ed a Messina.
“Ho deciso di lasciare il Pd e di costruire insieme ad altri una Casa nuova per fare politica in modo diverso- scrive Renzi su facebook- Dopo 7 anni di fuoco amico penso si debba prendere atto che i nostri valori, le nostre idee, i nostri sogni non possono essere tutti i giorni oggetto di litigi interni. La vittoria che abbiamo ottenuto in Parlamento contro il populismo e Salvini è stata importante per salvare l’Italia, ma non basta.
Adesso si tratta di costruire una Casa giovane, innovativa, femminista, dove si lancino idee e proposte per l’Italia e per la nostra Europa. C’è uno spazio enorme per una politica diversa. Lascio le polemiche e le dietrologie a chi sta nei palazzi. Io sorrido a tutti e auguro buon ritorno a chi adesso rientrerà nel Pd. E in bocca al lupo a chi vi resterà. Per me c’è una strada nuova da percorrere. Lo faremo zaino in spalla, passo dopo passo. La politica richiede proposte e coraggio, non solo giochi di corrente. Noi ci siamo. Offriamo il nostro entusiasmo a chi ci darà una mano. Offriamo il nostro rispetto a chi ci criticherà. Ma offriremo soprattutto idee e sogni per l’Italia di domani.Ci vediamo alla Leopolda”.
La rottura (peraltro nell’aria da tempo) è consumata. Da questo momento in poi Renzi farà valere il peso numerico dei suoi parlamentari nei confronti sia di Conte che dello stesso Pd. Diventerà l’ago della bilancia e contemporaneamente avrà le mani libere.
In Sicilia lo seguiranno i parlamentari Davide Faraone (ex segretario regionale dem), la senatrice Valeria Sudano, nonché Luca Sammartino. Con Renzi andrà Daniela Cardinale, figlia di Totò, leader di Sicilia Futura che già da tempo ha divorziato dal patto federativo con i Dem. L’ipotesi di un avvicinamento “al centro” era stata abbozzata ad inizio 2019 anche dal commissario di Forza Italia Miccichè, diventato in Sicilia un oppositore del salvinismo.
Tra i Dem di Messina sia il parlamentare Pietro Navarra che il deputato regionale Franco De Domenico (eletti a Roma e Palermo da renziani e renziani fino alle primarie che hanno portato all’elezione di Zingaretti) resteranno nel Pd. Nessuno dei due, almeno al momento, ha intenzione di seguire Renzi e sono invece vicini alle posizioni del ministro Franceschini.
“Rispetto l’opinione di tutti- scrive Navarra– ma sono stato eletto nel PD e non credo utile in questa fase la formazione di un nuovo gruppo parlamentare nel centro sinistra. Ritengo Matteo Renzi una risorsa importante nella lotta al sovranismo di Salvini e della Meloni. Al contempo, però, considero ancora valido e necessario il progetto politico di una forza unica e plurale che, aggregando il centrosinistra, faccia fronte comune per dare finalmente vita a un serio programma di sviluppo per il nostro Paese. Ora che siamo al Governo, la compattezza è strumento essenziale per dare concretezza a quei provvedimenti ormai indispensabili per risollevare l’Italia dall’orlo del baratro in cui stava inesorabilmente precipitando”.
Intanto Beppe Picciolo, che in primavera ha annunciato l’addio al Patto federativo col Pd, avviando un dialogo con Miccichè sull’ipotesi di una forza centrista (ed ha sostenuto la candidatura di Dafne Musolino alle Europee), saluta positivamente la decisione di Renzi.
“Può piacere o meno. Può sembrare il primo della classe o l’amico saccente sempre criticato. Ma in questa palude politica italiana certamente rappresenta una delle rare novità che possano smuovere il pantano. Ritenevo, sino ad ieri, la scelta, voluta da Renzi, del governo con i Pentastellati una mezza follia….adesso ne inizio a comprendere il significato politico da parte sua. Renzi aveva bisogno di un paio di anni di tranquillità per strutturare il suo nuovo Soggetto Politico. E se li è procurati.
Ha fatto finalmente ciò che da anni il mondo moderato, Sicilia Futura in primis, gli chiedeva: dare voce al Centro – prosegue Picciolo- Il PD è e sarà sempre un grande Partito, ma che ormai sempre più guarda a sinistra. Poteva dunque Matteo Renzi ragionare di prospettiva con chi lo ha voluto far cadere da guida politica del PD ? Non credo proprio. Quindi nessuno scandalo e nessun rancore reciproco! Anzi…! Zaino in spalla e pedalare! La Leopolda tornerà ad essere quest’anno quella fucina di idee in movimento per cui era nata? Provare per credere”