Le Segreterie regionali della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl, Uil e Csa tornano a farsi sentire nella vertenza “Ex Province”. A far scattare la nuova mobilitazione dei sindacati è la manovra finanziaria del governo regionale che rischia di creare ulteriori danni a enti già provati da una riforma che ha stravolto tutto. “I fondi previsti dalla Finanziaria Regionale in corso di approvazione sono assolutamente insufficienti – dicono i rappresentanti sindacali – e solo l’ARS può a questo punto salvare gli enti dal dissesto”. In un documento congiunto è stato chiesto un incontro urgente al Presidente Ardizzone e, nel frattempo, è stata avviata la mobilitazione dei lavoratori con l’invito ai Rappresentanti Provinciali e ai componenti RSU a convocare assemblee unitarie sui posti di lavoro.
Per i sindacati, il durissimo documento della Corte dei Conti sullo stato di Liberi Consorzi e Città Metropolitane siciliane (peraltro l’ultimo di una lunga serie), non fa che confermare quanto le organizzazioni hanno avuto modo di sottolineare in merito al rischio che tutti e nove gli enti, stretti nella morsa fra le manovre finanziarie del Governo centrale e l’incapacità di quello regionale di portare a compimento una riforma avviata infelicemente quattro anni fa, siano destinati ad un inevitabile default finanziario con pesantissime conseguenze sul piano dei servizi e delle garanzie occupazionali dei dipendenti. “Le risorse previste nello schema di Bilancio esitato dalla II Commissione sono del tutto insufficienti per garantire l’assolvimento delle funzioni (sostanzialmente immutate rispetto a quelle delle “ex province”) e lo stesso pagamento degli stipendi dei lavoratori. Appare a questo punto evidente che solo l’Assemblea Regionale può salvare gli enti dal dissesto operando al documento contabile i necessari emendamenti che peraltro, alla luce di un attento esame dello stesso, appaiono di non impossibile individuazione”.