A scendere in campo per l’ospedale Piemonte è la bellissima Maria Grazia Cucinotta, attrice nata in riva allo Stretto che ha sempre tenute salde le radici nella sua città, nella quale viene spesso ed altrettanto spesso sposa battaglie sociali e per i diritti dei cittadini.
Venuta a conoscenza delle recenti decisioni e dichiarazioni del direttore generale Michele Vullo, in merito all’ospedale Piemonte, dal dottore Diego Celi che le ha operato la madre, Maria Grazia Cucinotta non ha esitato a supportare la mobilitazione in corso per scongiurare la chiusura del nosocomio di Viale Europa.
“Ho letto le sue mail- scrive l’artista- sono veramente dispiaciuta e arrabbiata per tutto quello che sta succedendo, il non rispetto per la professionalità e i sacrifici di chi come lei, lotta tutti i giorni per far funzionare un struttura come il Piemonte, nonostante il menefreghismo dei politici e i tagli per causarne la chiusura ( da anni) trovo che sia un danno per i Messinesi, ma soprattutto per coloro che essendo malati subiscono queste ingiuste lotte rischiando la propria vita. Come avevo scritto nel mio precedente articolo , per chi sta morendo i minuti sono VITA!!! Io personalmente l 'ho vissuto con mio padre e mia madre, che qualche mese fa avete salvato dalla morte, grazie, alla vicinanza del Piemonte ed al Suo prezioso intervento. Se io posso ancora pronunciare la parola" mamma" é grazie Lei, quindi mi ritenga dalla sua parte. Le parole usate dal Vullo trovo che siano razziste e denigratorie, non esistono malati di serie A e malati di serie B!!! La vita è, e deve essere per tutti un diritto qualsiasi sia la tua estrazione sociale…. Frequentando il Piemonte eguaglianza, professionalità e il rispetto sopratutto verso i meno facoltosi, sono le qualità che da sempre mi hanno spinto a lottare per il Piemonte. Un direttore dovrebbe trovare le risorse per migliorare la struttura e evitare di costringere Professionisti a lavorare in condizioni di sacrificio continuo!!! È facile lavorare quando ci sono i soldi!!!! Ma bisogna dire GRAZIE, a tutti Voi, quando nonostante tutto, tagli e lotte, la gente continua ad essere salvata.
La saluto con affetto Mariagrazia Cucinotta”.
Dal contenuto della mail se ne deduce che la Cucinotta, nonostante abbia ampie possibilità di rivolgersi a strutture private ha ritenuto (a ragione) che il Piemonte fosse il miglior ospedale per i suoi cari. Ed i risultati, nonché il contesto che ha incontrato dipingono un ben altro quadro della struttura rispetto a quello, a tinte fosche, tracciato dal direttore generale nella seduta aperta del consiglio comunale del 4 agosto quando ha definito il pronto soccorso pericoloso e il nosocomio frequentato da “bassi ceti sociali”.
A proposito del Pronto soccorso del Piemonte, i dati sugli accessi sia nel 2013 che nei primi sette mesi del 2014 basterebbero da soli a confutare la tesi del direttore generale dell’azienda. I risultati conseguiti, sia qualitativamente che quantitativamente dai medici, coordinati dal dottor Clemente Giuffrida dimostrano che il presidio è efficiente, utile, funzionale e indispensabile.
Nel 2013 il totale degli accessi al Pronto soccorso è stato di 30.015 persone. Andando nel dettaglio i codici rossi sono stati 339, quelli gialli 7.812, i verdi 20.666, i bianchi 1.196, mentre i neri (quelli arrivati deceduti) 2. Ne consegue che non si tratta di una struttura di frontiera come dipinta da Vullo. Nei sette mesi del 2014, da gennaio a luglio le cifre sono simili a quelle dello scorso anno: il totale degli accessi è di 16.345. I codici rossi sono stati 212, i gialli 4.485, verdi 11.018, i bianchi 629 ed un solo nero.
Non si comprende bene come, chiudendo il Pronto soccorso del Piemonte, si possa pensare di dare risposte ad una popolazione che ha portato oltre 30 mila utenti, considerato che il pronto soccorso del Policlinico ne registra già circa 40 mila.
A quel punto l’emergenza vera si sposterebbe al Policlinico che non sarebbe più in grado neanche di gestire accessi raddoppiati.
Intanto i sindacati si rivolgono al presidente della Commissione sanità Ars Digiacomo, che già lo scorso 22 luglio ha avuto modo, in audizione, di conoscere la problematica.
Calogero Emanuele, Cisl Fp, Gianplacido De Luca, Cisl Medici, Giuseppe Calapai, Uil Fpl, Mario Salvatore Macrì, Uil Medici chiedono un nuovo incontro alla luce di quanto accaduto nelle ultime settimane, sottolineando sia l’allarme sociale causato dalle dichiarazioni di Vullo che di un clima che ha svilito la professionalità degli operatori del Settore “Inoltre, cosa ben più grave, ha offeso i cittadini messinesi che si rivolgono all’Ospedale Piemonte per prestazioni sanitarie urgenti, etichettandoli come “utenti di ceto sociale basso”. Tale situazione, appare fortemente singolare, in quanto per la prima volta un Direttore Generale scredita l’Azienda che dirige e che dovrebbe invece valorizzare. Quale sanzione sarebbe stata comminata a un dipendente per le stesse esternazioni? Sicuramente sarebbe stato licenziato!”.
I sindacati chiedono quindi un intervento del presidente Di Giacomo presso l’assessore regionale alla salute Lucia Borsellino “ al fine di richiamare il Direttore generale Vullo al senso di responsabilità per far cessare le incomprensibili ostilità poste in essere. Siamo disponibili a essere nuovamente ascoltati in audizione, per fornire tutta la rassegna stampa riguardante le esternazioni del Dr. Vullo sulla vicenda Piemonte”.
Una nota curiosa la riporta la cronaca recente. Le nomine dei manager da parte della Borsellino e di Crocetta sono state scandite da un percorso di polemiche e ricorsi al Tar in merito alle procedure selettive utilizzate, al punto che furono nominate ben due commissioni di valutazione dei prescelti, una interna ed una esterna. L’assessore Borsellino dichiarò che, per garantire il massimo di trasparenza avrebbe tenuto in considerazione il giudizio espresso dalla commissione di valutazione. Cosa che non accadde perché se si vanno a leggere le pagelle si scopre che i “prescelti” dalla politica risultavano poi con giudizi meno lusinghieri da parte della commissione di esperti, mentre invece,ad esempio Giuseppe Pecoraro, del Policlinico di Messina, promosso a pieni voti dalla commissione, restò fuori dalla “fortunata rosa”.
La testata regionale on line Livesicilia ha pubblicato, il 2 aprile scorso, un articolo dal titolo “Sono stati scelti i migliori? Le pagelle dei nuovi manager”, rendendo noti i giudizi della commissione nominata dall'assessore Borsellino,composta dal direttore dell'Agenas Fulvio Moirano,da Marco Frey dell’ istituto universitario San'Anna di Pisa e dal magistrato Ernesto Morici. Questo il giudizio nei confronti di Michele Vullo "potrebbe migliorare nella capacità di reggere alle pressioni ed alle difficoltà ma anche in quella di seguire processi strutturali di pianificazione".
Rosaria Brancato