Ospedale Piemonte: scende in campo il capo della Protezione civile Franco Gabrielli

A scendere in campo per salvare l’ospedale Piemonte adesso è il capo nazionale della Protezione civile Franco Gabrielli che ha scritto direttamente all’assessore regionale alla sanità Lucia Borsellino.

Nel frattempo il Tar di Palermo boccia il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera varato dall’assessore in primavera accogliendo il ricorso dell’Aiop (l’associazione che riunisce le cliniche private) e che prevede una serie di drastici tagli in tutta l’isola, rimettendo tutto in discussione.

A rivolgersi al capo della Protezione civile, lo scorso 6 novembre, erano stati i rappresentanti sindacali Cisl Fp, Cisl Medici, Uil Fpl e Uil Fpl area medica, sottolineando come il nosocomio a rischio chiusura sia invece inserito nel Piano comunale di protezione civile come presidio d’emergenza, tra l’altro in una zona ad elevato rischio sismico ed idrogeologico. Gabrielli ha raccolto l’appello ed ha scritto sia ai sindacati che all’assessore Borsellino invitandola a non adottare atti che potrebbero mettere a repentaglio la situazione e a tenerlo informato su qualsiasi iniziativa riguardi il destino della struttura. Nella nota di risposta inviata a Cisl e Uil il capo della Protezione Civile spiega che “pur comprendendo l’importanza che riveste l’ospedale, in seguito alla riforma della protezione civile, con la legge n°100 del 12 luglio 2012, questo Dipartimento non ha specifica competenza né ad adottare specifici provvedimenti né ad intervenire presso la Regione per scongiurare la chiusura della struttura ospedaliera”.

Il Dipartimento in base alla nuova normativa è legittimato ad intervenire solo in seguito alla dichiarazione di una situazione d’emergenza da parte del Consiglio dei ministri adottata nei casi di calamità naturali o connesse con l’attività dell’uomo nelle ipotesi in cui o per intensità o per estensione debbano essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari. “E’ quindi evidente l’impossibilità di venire incontro alle esigenze prospettate nella nota ma non si mancherà di sollecitare un puntuale riscontro investendo della problematica l’amministrazione regionale”.

Gabrielli quindi spiega di non poter intervenire direttamente per scongiurare la chiusura del Piemonte ma di potere comunque rivolgersi alla Regione chiedendo conto di eventuali provvedimenti che possano creare conseguenze negative ai fini del Piano di Protezione civile. Ed infatti contestualmente alla risposta ai sindacati Gabrielli scrive all’assessore regionale Borsellino: “Alcune organizzazioni sindacali hanno rappresentato allo scrivente la gravissima situazione che si sta prefigurando per la paventata chiusura dell’ospedale Piemonte. Al riguardo si segnala che nel Piano di protezione civile adottato dal Comune di Messina l’ospedale è stato individuato quale struttura fondamentale in caso di emergenza, posto che il territorio è zona ad elevato rischio sismico ed idrogeologico. Pertanto,nel segnalare l’importanza strategica che l’ospedale riveste per la città anche ai fini di Protezione civile si invita codesta Amministrazione regionale a voler tenere informato lo Scrivente in ordine alle iniziative che verranno eventualmente adottate in merito”.

Insomma lo “stop” del Dipartimento Protezione civile a qualsiasi ipotesi di chiusura è chiarissimo, così come, da questo momento in poi, la Regione dovrà comunicare a Gabrielli qualsiasi decisione che possa modificare l’assetto della struttura vista come presidio d’emergenza. Sia la Borsellino che il sindaco Accorinti non potranno quindi prescindere dalla nota ufficiale trasmessa da Gabrielli che sottolinea il ruolo strategico per il territorio del nosocomio del viale Europa che evidentemente non a caso è stato individuato come presidio d’emergenza. Ma l’incontro fissato per giovedì 22 a Palermo tra la delegazione messinese, il sindaco e la Borsellino è stato rinviato a data da destinarsi e nel frattempo, come detto, il Tar di Palermo ha accolto il ricorso presentato contro un Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera già messo in discussione nei mesi scorsi sia dall’Ars che dal Ministero.

“Lo stiamo ripetendo da mesi in tutte le lingue- commenta Silvano Arbuse del Comitato salvare l’ospedale Piemonte- ma non c’è peggior sordo di quello che non vuole sentire. Non c’è dubbio che adesso l’assessore Borsellino dovrà tenere in considerazione il parere sia del capo della Protezione civile che delle forze sociali auspicando, un incontro al più presto, dal momento che quello fissato per il 22 è saltato”.

Non c’è dubbio comunque che adesso la delegazione messinese che da mesi lotta per non far chiudere il nosocomio è più forte rispetto al passato, perché da agosto ad oggi il contesto è notevolmente mutato. Se da un lato si è registrato l’intervento decisivo e fermo del ministro della salute Beatrice Lorenzin dall’altro si aggiunge adesso l’alt di un altro vertice nazionale, il capo della Protezione civile Franco Gabrielli. Insomma, non sarà più tanto semplice provare a cancellare con un colpo di penna il nosocomio.

Rosaria Brancato