Trasferiti i primi tre anziani di Casa Serena in altre strutture, la strada è tracciata

I primi trasferimenti sono iniziati. Ne seguiranno altri, ma a quanto pare era la soluzione meno dolorosa per scongiurare la chiusura di Casa Serena. In tre hanno già lasciato la casa di riposo di Montepiselli per trovare ospitalità in altre strutture cittadine che il Comune sta pian piano individuando. Alla fine l’amministrazione, che appena pochi mesi fa sembrava decisa a chiudere tutto in attesa della messa a norma dell’intero edificio, ha optato per un altro tipo di percorso: lasciare aperta Casa Serena ma riducendo il numero di anziani e lavoratori. Una decisione che andava incontro a diverse esigenze, innanzitutto avviare i nuovi interventi già appaltati, e poi ridurre i costi di gestione divenuti troppo alti. Una soluzione su cui ha molto battuto soprattutto il segretario e direttore generale Antonio Le Donne, che fin da subito si era messo in moto per riuscire a trovare un’altra strada alla chiusura.

Nonostante le due durissime relazioni dei dirigenti ai Servizi Sociali e alle Manutenzioni stabili comunali, Giovanni Bruno e Francesco Ajello, che sembrava non lasciassero margini per agire in modo diverso, in questi mesi si è ragionato per sbrogliare la matassa senza lasciare troppi “feriti” sul campo di battaglia. Da qui nuovi sopralluoghi dei tecnici comunali a Casa Serena e soprattutto una nuova relazione tecnica del dirigente Ajello, molto diversa da quella dello scorso febbraio che in pratica diceva senza mezzi termini che la struttura non rispettava alcun criterio o standard di sicurezza.

Nel nuovo documento invece il dirigente ha tenuto in considerazione i primi lavori di messa a norma già effettuati e quelli pronti a partire, rilevando che con una diminuzione degli ospiti si possono tranquillamente effettuare i lavori senza sconvolgere l’esistenza di decine di anziani. Si può dunque rimanere all’interno di Casa Serena anche quando si trasformerà in una sorta di cantiere aperto. Per questa operazione però è quantomai necessario portare il numero degli anziani da un centinaio a circa cinquanta, ed è proprio questo il punto di inizio. I primi tre anziani sono stati trasferiti. Adesso toccherà agli altri.

A seguire molto da vicino tutte queste vicende anche l’Asp, che sta verificando le condizioni di salute di tutti gli anziani per indicare chi deve fare le valigie. Non possono infatti rimanere tutti quegli anziani che non sono autosufficienti nella deambulazione o che sono addirittura alettati.

Resta da capire quanti e quali lavoratori sopravvivranno a seguito dei vari tagli, spostamenti e trasferimenti. L’amministrazione continua a ribadire che nessuno perderà il posto, è anche vero che in alcuni dei nuovi bandi dei servizi sociali ci sono delle clausole precise per il riassorbimento di questo personale. Altri dovrebbero finire nei progetti della 328, con tutti i dubbi che derivano da questa scelta per il fatto che si tratta di bandi per tre anni. E dopo cosa accadrà? Ancora è presto per dirlo, nei prossimi giorni seguiranno nuovi incontri per parlare di Casa Sena, il futuro dei lavoratori è appeso a quello degli anziani.

Francesca Stornante