“No alle chiusure che penalizzano lavoratori e cittadini, sì ad una riorganizzazione vera della Giustizia che renda anche il nostro territorio più coeso, più competitivo, più capace di generare sviluppo”.
E’ riassunta in queste frasi la protesta di Cgil, Cisl e Uil, che stamattina hanno manifestato davanti al Tribunale di Messina. Lamentano la mancata condivisione della riforma e chiedono l’attivazione di un tavolo di confronto.
Le sigle sindacali sostengono da sempre che la Riforma della geografia giudiziaria bisogna farla, visto che l’impianto risale all’Unità d’Italia.
“Il problema – affermano – è che il piano del Ministro, messo in campo con il decreto legislativo 155/2012, non può funzionare così com’è. Per fare una Riforma seria non serve chiudere Tribunali, non bastano le deroghe ed i provvedimenti improvvisati e francamente incomprensibili”.
La mobilitazione di oggi è l’ennesimo grido di allarme che evidenzia i punti di criticità della Riforma: tagli lineari senza tenere conto dei criteri stabiliti dalla Legge delega, caos logistico ed amministrativo per mancanza di istruzioni, incertezza sulle sorti del personale, tutto a discapito dei servizi erogati dai presidi di legalità.
La proposta è quella di mettere mano ad una riorganizzazione vera, in grado di generare efficienza e conseguenti benefici per l’economia. “I risparmi che derivano dalla chiusura di sedi spesso sono fittizi – concludono i sindacati -, sono un’operazione di puro e semplice ridimensionamento che allontana lo Stato dal nostro territorio, dai cittadini e dalle imprese. Una Riforma che si possa definire tale ha bisogno di una riorganizzazione complessiva del sistema giudiziario a partire dalla digitalizzazione, riordino delle funzioni e degli uffici, programmi per il controllo di gestione, centralità del servizio e degli organici valorizzando le professionalità interne”.