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“Ciao Totò, si resta bastardi di Scoglio per sempre”

Li chiamavano i “bastardi di Scoglio”. Pubblichiamo di seguito il ricordo di Totò Schillaci, scritto dallo storico capitano del vecchio Messina di Scoglio, Antonio Bellopede, e letto da uno speaker prima di Messina-Casertana. Per ricordare il bomber., è stato pure osservato un minuto di silenzio e nelle maglie bianche domina la scritta “Ciao Totò”.

È stato pure ricordato il direttore sportivo Christian Argurio. 

“Mi ricordo quando sei arrivato a 17 anni a Messina”

Caro Totò, l’Italia tutta, e il mondo, ti ricorda per la tua partecipazione da protagonista inaspettato a Italia ’90. Noi “Bastardi”, e tutti i messinesi, vogliamo ricordarti quando appena 17enne arrivasti a Messina. Sei diventato subito il “fratellino” di tutti noi, e tutti noi abbiamo da subito sentito la necessità di proteggerti. Introverso, umile e anche un po’ impaurito, ma determinato, testardo, con tanta “fame” e la consapevolezza di dover cogliere quell’occasione per poter fare quello che, come dicevi tu: “Era l’unica cosa che sapevi fare!”.

Sei diventato da subito uno di noi, uno dei “bastardi” di Scoglio, e credimi, Totò, non era facile entrare a far parte di quella squadra, molti non ci sono riusciti. Ma tu con il tuo sorriso, la tua umiltà, la tua disponibilità e la tua voglia ne sei entrato a far parte a tutti gli effetti. Sei entrato nel cuore di quella squadra e di tutti i messinesi. Ognuno di noi, a suo modo, ti ha accolto, protetto e, permettimi di dire, orgogliosamente, ha contribuito alla tua crescita calcistica e personale. Forse, senza dircelo, ognuno di noi aveva capito da subito la bella persona che eri e il campione che saresti diventato,

“Eri il mio fratellino che salvava il Messina nelle situazioni difficili”

Andavi quindi tutelato perché tu non sprecassi, per inesperienza, il tuo talento. Proprio per questo con te sono stato a volte anche un po’ severo e duro, come quella volta che a San Benedetto dovetti tirarti uno schiaffo per calmarti mentre ti “scagliavi” contro un arbitro che ti aveva appena ammonito. Tu eri il mio, il nostro, fratellino ed io da fratello maggiore volevo difenderti perché sapevo quanto era importante per te la tua carriera.

Eri il nostro fratellino, ma spesso eri tu quello che salvava la squadra dalle situazioni difficili in campo. Se oggi mi chiedessero cosa manca alla Nazionale o alle grandi squadre italiane, avrei la risposta pronta: mancano giocatori come te, con la tua imprevedibilità, con la tua furbizia calcistica, con la tua voglia di giocare a calcio e con la tua passionalità. Ma soprattutto mancano giocatori che come te, fuori dal campo eri una persona comune, una persona perbene, disponibile, con il sole dentro, una persona che appena ne ha avuto la possibilità ha pensato a chi aveva più bisogno senza mai dimenticare da dove eri partito.

“Ti affido agli amati Scoglio, Ricciardi e Currò”

Mai avrei pensato di doverti scrivere un messaggio in queste circostanze, ma il Signore ti ha voluto con sé e, da fratello maggiore, ti affido al nostro amato professore Scoglio, al nostro amorevole dottor Ricciardi e al nostro premuroso Ciccio Currò, che sono sicuro ti hanno già accolto come tanti anni fa. Un giorno quella squadra si ricomporrà e torneremo ad abbracciarci.

Fai buon viaggio Totò, riposa in pace e ricorda che si resta “bastardi” per sempre!

Il tuo Capitano, tutti i “bastardi” e tutto il popolo messinese.