A sette tappe dalla conclusione, escludendo la giornata di riposo, Tom Dumoulin pare sempre più saldamente sul trono del Giro d’Italia numero 100.
A Oropa, cima Pantani, i suoi diretti avversari dovevano provare a ridurre il distacco dalla maglia rosa mentre invece, è successo l'inverso con l'landese della Sky che è stato bravo a rintuzzare con intelligenza l’offensiva di Nairo Quintana, superandolo in prossimità del traguardo e andando addirittura a vincere la tappa. Una tappa partita da Castellania che sembrava portare la firma di Quintana che, a 5 chilometri dal traguardo, nel punto più ripido della salita verso il Santuario di Oropa, è scattato lasciando sul posto il gruppetto dei big, dov’erano già in difficoltà Bauke Mollema e Thibaut Pinot.
L'azione del colombiano tuttavia non è apparsa così efficace, non riuscendo mai a mettere spazio tra sè e i suoi rivali. Domoulin si è messo al comando del gruppo inseguitori e il riaggancio con Quintana è arrivato a solo -2 chilometri dal traguardo.
L’ultima sorpresa nei due tornanti finali. All’offensiva di Zakarin, Quintana non è stato in grado di rispondere al contrario di Dumoulin che ha saltato il russo a 100 metri dalla fine ed è andato a vincere. Nibali invece, proprio sul finale ha avuto un crollo generale.
Per lo squalo dello Stretto infatti, interminabili sono apparsi gli ultimi metri di salita dove è stato anche ripreso da Pinot. In totale 43 i secondi lasciati sulla salita dal siciliano che sul traguardo, ha rfiutato anche di parlare con i giornalisti. Ora il vantaggio di Dumoulin sugli inseguitori è davvero importante: Quintana a 2’47”, Pinot a 3’25”, Nibali quarto a 3’40.
Oggi in programma la quindicesima frazione, da Valdengo a Bergamo, su un percorso che ricalca le fasi finali de Il Lombardia, quinta e ultima Classica Monumento della stagione ciclistica. Dal Piemonte si passa alla Lombardia, attraversando la pianura padana. La situazione cambia a Zogno, dove inizia la salita di Miragolo San Salvatore. 9 chilometri e una pendenza media del 7%: dati importanti, che potrebbero selezionare il gruppo e favore qualche attacco, anche da parte dei big.
Dalla vetta breve discesa e poi di nuovo in salita sul Selvino. Una salita più facile, 7 chilometri ma con una pendenza media del 5,4%, insufficiente per fare male. Dopo 12 chilometri di discesa, altra salita, verso la Città Alta, con uno strappo di oltre un chilometro all’8%, caratterizzato anche da fondo stradale in pavé dove potrebbe nascere l’azione buona considerando che è posto a poco più di 3 chilometri dal traguardo, quasi tutti in discesa.