Non c’è pace nella formazione, non passa giorno che non accada qualcosa,una scossa di assestamento o un piccolo temporale. Stavolta le nuvole sono due: da un lato la Corte dei Conti che ha citato in giudizio sette persone (tra ex assessori e dirigenti) e dall’altro la messa in mora, da parte del dipartimento della Formazione di 35 enti in tutta la Sicilia. In ballo ci sono i contributi erogati per le cosiddette “integrazioni” economiche ai corsi, quelle somme eccedenti sborsate in “corso d’opera” dalla Regione e che adesso, secondo la magistratura contabile devono essere restituite poiché non dovute, pena il danno erariale.
L’inchiesta ha già portato a novembre alla condanna da parte della Corte dei Conti dell’ex assessore regionale Mario Centorrino (in questo caso la cifra da restituire è di 518 mila euro) e di 4 dirigenti. Anche in quel caso al centro degli accertamenti sono state le integrazioni pagate dall’assessorato agli Enti di Formazione a corsi già avviati. Lo stesso filone ha portato la procura regionale della Corte dei Conti a citare in giudizio sette persone tra ex assessori e dirigenti tra il 2007 e 2009. Tra gli ex assessori al lavoro che potrebbero essere condannati dalla magistratura contabile per aver dato il via libera alle integrazioni, c’è anche il messinese Santi Formica, attualmente deputato regionale. L'inchiesta riguarda i Piani regionali dell'offerta formativa, varati tra il 2007 e il 2009. L’ipotesi anche in questo caso è di danno erariale. Contemporaneamente il dipartimento della formazione ha inviato gli atti di messa in mora a 35 enti dislocati in tutta Sicilia e che hanno appunto ottenuto le integrazioni economiche. Nel caso in cui gli Enti restituissero le somme incassate e oggi contestate, potrebbe venire meno la procedura avviata dalla Corte dei Conti ma è più probabile che tra Enti e Regione scatti un contenzioso dal momento che potrebbero sostenere di non aver avuto alcuna responsabilità in scelte che hanno preso assessori e dirigenti. Resta da capire inoltre se i 35 enti messi in mora rischiano di veder “sfumare” la parte di contributi inseriti nell’Avviso 20 per i corsi successivi a quelli finiti nel mirino degli accertamenti. Le somme che la Regione adesso reclama variano dai 2 milioni di euro ai due mila euro,e interessano Enti disseminati nei diversi punti dell’isola. Tra gli Enti messi in mora risultano l’ Anfe (2 milioni di euro), varie sedi dell’Ecap (Agrigento, Siracusa, Caltanissetta) l’Eris di Catania, l’Enaip, il Cefop (1 milione e 500 mila euro) l’Ial Cisl (372 mila), mentre in riva allo Stretto interessati sono la Cirs Onlus Messina (6 mila euro) e l’ Aram Messina (1 milione di euro). Secondo la Corte dei Conti la Regione non poteva incrementare le somme destinate agli Enti in corso d’opera, sforando quel budget che era stato fissato all’inizio, dal momento che è un ente pubblico e non un privato.
Nel frattempo dalla prossima settimana entreranno in azione ben 140 ispettori voluti dall’assessore regionale Nelli Scilabra per verificare che quanto dichiarato dagli Enti, quindi effettiva esistenza dei corsi, effettiva presenza degli studenti ed effettiva corrispondenza dei numeri degli iscritti, corrisponda alla verità. Finora i controlli venivano posticipati di mese in mese fino al paradosso di effettuarli a corso finito. Insomma, controlli “sulla fiducia”.
Rosaria Brancato