Gestione rifiuti e servizio idrico, tutto in unica società. E’ il primo passo verso quell’idea di Multiservizi che è stata uno dei primi progetti messi in cantiere dall’amministrazione Accorinti, un’unica società che gestisce i servizi pubblici essenziali e che chiuderà totalmente i ponti con l’assetto che fino ad oggi ha retto l’impalcatura delle grandi participate comunali. La giunta di Palazzo Zanca nei giorni scorsi ha sfornato uno dei provvedimenti più sostanziosi della sua vita amministrativa: l’affidamento dei servizi di igiene ambientale all’Amam. Un atto con cui si potrà dire addio a Messinambiente e Ato3 per salutare una nuova Amam che avrà al suo interno due settori, quello ambientale e quello idrico. Il corposo provvedimento, che contiene al suo interno contratto di servizio per il comparto rifiuti e piano economico finanziario, dovrà passare naturalmente al vaglio del consiglio comunale e la strada sarà sicuramente ancora lunga. Di certo c’è che bisognerà fare presto per chiudere definitivamente i conti con una gestione societaria e dei servizi che nel tempo ha prodotto una mole di debiti spaventosa, un servizio sempre in emergenza e costi altissimi per i cittadini.
Con la nuova Amam in pratica si ripartirà quasi da zero. A dimostrazione della sostenibilità e convenienza dell’operazione, l’amministrazione comunale ha trasmesso all’Amam il business plan per l’accorpamento dei servizi, redatto con il concorso congiunto delle tre aziende interessate. L’Amam, sulla scorta delle ipotesi contenute nel documento, ha redatto il piano ecomico-finanziario pluriennale che prevede la gestione del servizio idrico e del servizio rifiuti. I benefici previsti sono: Messinambiente e Ato3 potranno cessare le attività senza riduzioni forzate degli organici e senza perdita dei posti di lavoro; la gestione del servizio di una società come Amam, che non è in liquidazione, consentirà di effettuare subito investimenti per il rinnovo del parco mezzi del servizio rifiuti, fondamentali per la sicurezza degli operatori ma anche per una maggiore efficienza ed efficacia del servizio; l’accorpamento consentirà di ottimizzare l’utilizzo del personale, anche grazie all’ampia gamma dei servizi che la nuova Amam dovrà garantire; l’ottimizzazione nella gestione del personale consentirà una efficiente valorizzazione delle risorse umane, facilitando la riduzione all’esterno dei servizi; l’assorbimento consentirà ai lavoratori di Ato e Messinambiente di avere più certezza per il futurpo e maggiore facilità di accesso al credito, ad oggi impedite dallo stato di liqudazione; l’accorpamento delle gestioni consentirà un rafforzamento finanziario della nuova Amam.
Il progetto è stato impostato su un arco temporale di 9 anni. Nel corso del primo anno di esercizio il servizio rifiuti sarà effettuato con mezzi e attrezzature del servizio porta a porta che saranno concessi in usufrutto gratuito dal Comune, con mezzi di Ato3 con un usufrutto di 14.400 euro annui, di Messinambiente con usufrutto di 350 mila euro annui e, nel caso in cui sarà necessario, anche mezzi a noleggio sempre con un budget Massimo di 350 mila euro annui. Il tutto per un totale di 714.400 euro di spesa per la nuova Amam alla voce “costi di esercizio per mezzi e attrezzature”. Il costo di una eventuale sede operativa non dovrà superare i 42 mila euro annui e saranno invece concessi all’Amam a titolo gratuito dal Comune l’autocentro di via Slandra, l’area inceneritore di Pace e la piattaforma di Pace. Gli immobili delle cinque isole ecologiche saranno concesse in affitto ad Amam per 72 mila euro annui, mentre l’impianto di selezione a Pace di proprietà dell’Ato3 potrà essere affittato all’Amam a 102 mila euro annui. Per il centro di raccolta RAEE di Contesse e del centro per il parcheggio dei mezzi in zona centro il costo massimo che l’Amam dovrà sostenere è pari a 76.472 euro annui. Alla fine il costo toale per i fitti passivi al primo anno ammonterà a 292.472 euro.
Per quello che riguarda l’acquisizione di nuovi mezzi e attrezzature previste nel Piano Aro per lo svolgimento del nuovo servizio di raccolta porta a porta è ipotizzabile che sia necessario l’intero primo anno, ragione per cui gli effetti sul conto economico di tali investimenti si paleseranno dal secondo anno di gestione. I costi degli investimenti saranno pari a 7.061.125, di cui circa 4 milioni andranno ai mezzi e 3 milioni alle attrezzature euro, e saranno ammortizzati in più anni a partire dal secondo anno. Nel documento viene tracciato poi il fabbisogno dei mezzi di servizio necessari e delle attrezzature.
Nel settore idrico gli investimenti ipotizzati nel Piano sono relativi sostanzialemte a: sfruttamento idroelettrico dell’acquedotto Fiumefreddo, dell’acquedotto Santissima e della Rete idrica intera e razionalizzazione, efficientamento e riduzione delle perdite delle reti idriche interne della città, con un costo stimato di 40 milioni di euro dei quali però resteranno a carico dell’azienda solo 12 milioni perchè gli altri 28 saranno finanziati dalla Comunità europea. Tali investimenti consentiranno di incrementare il fatturato di circa 11.200.000 euro su base annua, a partire dall’esercizio 2021, cioè quando saranno ultimate i lavori.
Si prevedono ricavi che oscillano tra il 20 e il 25%. Nel 2016 si ipotizzano 32.642.880 euro di ricavi, per arrivare gradualmente al 2014 quando si arriverà a quota 33.956.455.
Alla voce “costi per servizi” si ipotizza una spesa nel 2016 di 3.179.073 euro, per arrivare nel 2024 a 3.308.482 euro, per un totale di oltre 29 milioni. I costi più importanti saranno legati alla manutenzione dei mezzi, al recupero e smaltimento di alcune tipologie di residui provenienti dalla raccolta e gestione dell’impianto di Pace. Nel comparto del servizio idrico un costo che invece spicca su tutti è quello previsto per le consulenze esterne che dovranno essere ridotte del 10% rispetto a quello sostenuto per esempio negli ultimi anni con cifre che si sono aggirate sui 500 mila euro. L’andamento dei costi per servizi vedrà una leggera diminuzione: dai 15.470.370 euro del 2016 si scenderà a 14.875.804 euro del 2024.
Ad Amam viene affidato il compito di accorpare i servizi avvalendosi del personale attualmente in forza all’Ato3 e al cosiddetto “cantiere Messina” di Messinambiente. I costi del personale sono quelli cristallizzati al 31 dicembre 2015 quale somma dei costi del personale di Ato3 e Messinamiente. In totale i dipendenti sono pari a 560 unità. Una parte di questi, 5 unità tecnico-amministrative, andranno a potenziare la struttura già esistente in Amam, anche per sostituire le 10 unità andate in pensione nel corso del 2015. Tra il secondo e terzo anno di gestione è previsto l’avvio in quiescenza di alter 15 unità. Nel 2016 il personale del servizio rifiuti dell’Amam costerà 24.334.556, cifra che si manterrà pressochè costante per I nove anni. Nel settore idrico invece il personale costerà nel 2016 poco più di 4 milioni di euro, considerati gli utlimi ingress all’Amam (Ec Cea, ex Feluca, 5 dipendenti Ato3 in mobilità) e salirà fino a 4.236.839 nel 2024.
Dando uno sguardo più approfondito al conto economico della nuova Amam ecco un paio di numeri che danno contezza di quell ache sarà la società che gestirà il servizio idrico e la gestione rifiuti:
– Valore della produzione: 61.643.074 euro nel 2016 che salirà a 74.779.236 euro nel 2024
– Costo della produzione: 59.058.638 euro nel 2016 che scenderà a 57.044.025 euro nel 2024
Il lungo e dettagliato piano si conclude con una serie di valutazioni che portano in calce la firma dei tre vertici di Ato3, Messinambiente e Amam, Michele Trimboli, Giovanni Calabrò e Leonardo Termini: «Le analisi prodotte hanno palesato che l’operazione di integrazione del servizio ambientale in Amam appare come sostenibile sia sotto l’aspetto economico che finanziario. In particolare il conto economico relativo a tutti i servizi integrati rileva utili in ogni annualità prevista dal piano novennale, facendo emergere utili netti per un totale di 44.837.738 euro. La gestione finanziaria presenta un andamento positive che non lascia prefigurare alcuna situazione di squilibrio, anzi la società appare in grado di produrre la liquidità necessaria, da erogare al Comune per consentire di far fronte al Piano di riequilibrio pluriennale. Inoltre il piano economico-finanziario evidenzia che la società è in grado di rispettare anche gli impegni debitori nei confronti del Comune».
Una grande operazione che l’amministrazione ha deciso di mettere in piedi vista la ncecessità di ricorrere ad una «misura di tipo strutturale indispensabile e non più procrastinabile funzionalmente preordinata, in chiave strategica, al rafforzamento del ruolo di regolazione e di "governance" della proprietà, nonchè al graduate recupero di significativi margini di efficacia, efficienza ed economicita del "gruppo pubblico locale" a beneficio della collettività amministrata». Una strategia figlia della consapevolezza che «l'attuale modello di gestione esternalizzata dei servizi pubblici a rilevanza economica, caratterizzato dall'affidamento ad una molteplicità di organismi societari assolutamente indipendenti gli uni dagli altri, abbia generato rilevanti diseconomie in termini di dispersione ed "isolamento" dei know-how disponibili, di moltiplicazione dei costi indiretti, di progressivo indebolimento del ruolo di regolazione e di controllo della proprietà, di proliferazione dei costi di funzionamento degli organi societari e di eccessiva settorializzazione dell'offerta produttiva, con conseguente mortificazione dei potenziali innesti sinergici attivabili tra segmenti di attività omogenei e suscettibili di integrazione organizzativa».
Per l’amministrazione Accorinti il passaggio della gestione integrata dei rifiuti all’Amam si inquadra nel più ampio disegno strategico di concentrazione e di convergenza delle gestioni afferenti i servizi pubblici locali a rilevanza economica in un'ottica di multi-utility network in grado di ottimizzare la struttura produttiva esistente e creare le premesse operative per prospettive di crescita dell'attuale core business, riscontrando così anche le raccomandazioni formulate dalla Corte dei Conti in ordine alla necessità di adottare tempestivamente misure strutturali di risanamento degli organismi partecipati. Inoltre l'affidamento in house rispetto all'affidamento in appalto consente, per i 9 anni, una economia complessiva per il Comune di Messina stimabile in oltre 19,6 milioni di euro.
Francesca Stornante