Sulla rotta della decima musa: esperimento riuscito a metà quello dai registi Roger Spottiswoode e Brando Quilici con una storia a tratti poetica ma eccessivamente lenta nel ritmo. Impressioni a cura di Tosi Siragusa.
Proiettato al Festival di Roma per la Sezione “Alice nella città” descrive con tocchi estremamente delicati l’amicizia fra un ragazzino e un “piccolo” ma ingombrante orso bianco, che vuole ritrovare la madre perduta. L’ambientazione è quella stupenda del mondo dei ghiacci. La regia di Brando Quilici e Roger Spottiswoode è garanzia di concretezza scientifica e documentaristica e comunque di serietà.
È certamente rintracciabile un intento dialettico, che finisce con l’essere un limite, che fa scemare la tensione filmica narrativa. Troppe puntualizzazioni interrompono il ritmo, perché si cerca, con gli espedienti prescelti, sempre, di fornire informazioni allo spettatore, a scapito dei rapporti fra i personaggi e delle dinamiche emotive, cercando di dilatare le scene d’azione per non fare diradare il senso del pericolo, si annoverano, certo, alcune sequenze da brivido, come la tempesta fra i ghiacci e la maestria tecnica del contrappunto fra lo shooting, e l’immagine di repertorio, ma per il resto l’intento divulgativo del lungometraggio è innegabile, a scapito del suo linguaggio artistico. Tra gli interpreti: Dakota Goyo, Goran Visnijc, Bridget Moynahan, Peter MacNeill, Linda Kash, Kendra Timmins, Michelle Thrush, Imajyn Cardinal e il maestoso Nanuk.
In conclusione questo film d’azione, quanto agli intenti, pecca di eccesso di “addomesticamento”, talché è più vicino al target del documentario televisivo non potendosi rintracciare la solida base di uno script ben confezionato, che dia carattere filmico all’opera.
Tosi Siragusa
