Conto alla rovescia per la notte degli Oscar 2010: Il Kodak theatre è pronto ad ospitare una serata all’insegna di lustrini, star e red carpet. Quest’anno l’Academy ha deciso di nominare ben 10 titoli per la categoria di miglior film. Nella speranza che alla fine salti fuori qualcosa di buono, visto che la stagione che ci siamo lasciati alle spalle è stata piuttosto deludente dal punto di vista qualitativo.
Ecco la rosa di finalisti, fatta eccezione per Precious e The Blind Side che i distributori italiani tardano a portare in sala, ma ormai ci siamo abituati…
Avatar:
l’evento mediatico dell’anno. In un lampo ha polverizzato il precedente record d’incassi che lo stesso regista James Cameron aveva ottenuto con Titanic. Siamo andati tutti in sala con i ridicoli occhialini 3D a vedere la storia degli umani conquistatori a tutti i costi e degli alieni buoni di cuore e ingenui come i selvaggi di Rousseau. Colpisce –come non potrebbe- il grande sforzo produttivo e visivo, ma viene da chiedersi che senso abbia vedere un film o interamente o quasi su sfondo verde e poi rielaborato al computer….
La trama è scolastica, gli umani cattivi vogliono conquistare il meraviglioso pianeta Pandora. L’infiltrato Jake Sully (Sam Worthington) ben presto viene sedotto dai valori dei “nemici” e fraternizza con loro. In mezzo c’è anche una toria d’amore inter-raziale. Almeno le scene d’azione sono ricche d’adrenalina.
Moralista.
The Hurt Locker:
Quando è arrivato nelle sale nessuno se l’è filato, salvo poi scoprire che l’Academy gli ha 9- dicasi 9- nominations. La regista, Katerine Bigelow -ex moglie di Cameron- porta sullo schermo la vicenda di una squadra di artificieri impegnata in Iraq che giorno dopo giorno mette a repentaglio la propria vita in un Paese dove ogni cosa può essere un ordigno e ogni persona è un sospettato. L’ambientazione è ben costruita e c’è grande tensione sin dalla prima sequenza. Tuttavia il film comincia a perdere di ritmo ben presto e si trascina per lunghi tratti, fatta eccezione per alcune scene sembra di vedere un film per la tv. The Hurt Locker fortunatamente non ci regala facili moralismi sulla guerra, ma dopo averlo visto comincerete presto a dimenticarlo.
Sopravvalutato.
A Serious Man:
Ci sono film e autori che naturalmente ambiscono ad un target medio-alto, quasi elitario, fatta eccezione per alcune commediole, i fratelli Cohen rientrano in questa categoria. Purtroppo la stralunata coppia di registi dà l’impressione di aver già esaurito ciò aveva da dire, firmando un film prolisso e ai limiti del non-sense. Il protagonista, il Prof. Larry Gopnik (Michael Stuhlbarg) riprende l’arcinota figura yiddish del malcapitato cui capitano di continuo disavventure di ogni genere. Ma siamo ben lontani dall’ironia sottile e beffarda delle storielle yiddish e dei film di Woody Allen. Chi vuole vedrà in A serious man un film ambizioso, gli altri si annoieranno e basta. Meglio legger Mordecai Richler, che è una sua brutta imitazione su celluloide.
Intellettualoide.
Tra le nuvole:
Dopo il gioiello Juno arriva la prova del nove per Jason Reitman. Tra le nuvole vanta un plot originale: la storia di un tagliatore di teste -un uomo affittato dalle aziende per licenziare personale- che d’un tratto entra in crisi. Il film, divertente e coinvolgente per lunghi tratti, comincia a traballare con l’entrata in scena della precisina, Natalie Keener- Anna Kendrick. Naturalmente il glaciale Ryan Bingham, ovvero George Clooney, ben presto si scoprirà un gran tenerone e sarà disposto a cambiar vita.
Brodino.
Bastardi senza gloria:
Pare che le truppe americane minacciassero i prigionieri tedeschi di consegnarli ai soldati ebrei pur di farli parlare. Forse da questo prende spunto il nuovo film del pur talentuoso Tarantino. Purtroppo i bei tempi de Le Iene sono lontani e BsG comincia a rallentatore e prosegue ancor peggio con alcuni dialoghi degni di Leoni per Agnelli. In questo mare di sangue segnaliamo soltanto il cattivissimo Col. Hans Landa – Christoph Waltz– e l’affascinante Shosanna Dreyfus- Mélanie Laurent– adesso in sala ne Il concerto.
Splatter.
Up:
Un tempo con i cartoni si rideva e ci si rilassava. Ma ormai da tempo anche nei film di animazione si ride e si piange, come nella commedia all’Italiana. A dire il vero Up può impressionare i più piccoli per come affronta in modo diretto la morte, la solitudine e la cattiveria. Ma d’altro canto raggiunge picchi di puro divertimento, grazie al piccolo e paffutello boy scout, al cane parlante a caccia di scoiattoli, e all’uccello smarrito. Vale la pena di vederlo anche solo per il doppiaggio di Giancarlo Giannini.
Maturo.
District 9:
Ci sono film che diventano un caso perché affrontano temi sociali in modo originale. District Nine- prodotto da Peter Jackson e dunque più che sponsorizzato- ci proietta in un futuro prossimo in cui gli alieni sono fra noi e vengono confinati in un enorme campo profughi nel Sud Africa più povero e degradato. Alcuni l’hanno interpretato come un sottile parallelismo con i ghetti ebraici o la condizione palestinese. In realtà siamo di fronte ad un film furbo dalla violenza sia verbale che fisica urticante. Il protagonista, un burocrate senza sentimenti, viene contagiato e si trasforma proprio nei tanto disprezzati alieni. Fra Kafka e un B-Movie. Quella sera era meglio andare in pizzeria.
Rivoltante.
E adesso…dite la vostra…