In una casa di riposo americana, due anziani ebrei, Max Rosenbaum (Martin Landau) e Zev Gutman (Christopher Plummer) hanno marchiato sulla pelle e nella memoria l’orrore di Auschwitz. In realtà, proprio nella memoria no, Zev soffre di Alzheimer, ed è il suo amico Max che cerca di tenere la sua mente lucida il più possibile. Max nella sua stanza tiene un archivio, la ricerca di una vita, la ricerca di un uomo, il loro aguzzino, che, scappato in America come tanti altri nazisti, ora ha un nuovo nome: Rudy Kurlander. Purtroppo questo nome corrisponde a ben tre persone, disperse tra gli Stati Uniti e il Canada, e Max non può camminare, così, manda alla ricerca Zev.
“Leggi la lettera nel taschino”, si è scritto sulla mano, per ricordarsi il suo scopo, per il quale compra una pistola. Viaggia in pullman, di città in città, alla ricerca di Rudy Kurlander. Incontrerà sì degli uomini, dei nazisti non troppo pentiti, sofferenti nella loro vecchiaia di essere stati costretti a nascondersi in America; il primo Kurlander è Bruno Ganz, uno che avrebbe tanto desiderato di avere l’onore di fare l’aguzzino ad Auschwitz, ma ai tempi era troppo giovane; il secondo è Heinz Lieven, che però non era affatto nazista, era anche lui prigioniero, colpevole di essere omosessuale; il terzo non lo trova, è già morto, trova al suo posto il figlio John (Dean Norris), il quale non ama gli ebrei più di quanto non li amasse il padre, del quale ha conservato i cimeli del nazismo, tra cui il “Mein Kampf” e la divisa militare. Si aprono momenti di grande tensione e pericolo. Ma la ricerca continua.
“Remember” di Atom Egoyan, presentato alla 72 Mostra del Cinema di Venezia, sicuramente per il pubblico italiano non appare nuovo: dopo l’originalità di “This must be the place” (2011) di Sorrentino, la ricerca di un aguzzino nazista non ci sorprende. Interessante, tra l’altro notare Heinz Lieven che nel film italiano è proprio quell’aguzzino. Zev, è alla ricerca di un uomo, sì, ma anche di se stesso e, potremmo dire, del tempo perduto nella sua memoria vacillante.
“Questa è una delle ultime storie che, ai giorni nostri, si possono raccontare sul capitolo più buio della nostra storia”, spiega Egoyan. “Remember riguarda i sopravvissuti, sia vittime che carnefici. Il contesto è quello del bisogno di vendetta, ma la narrazione riguarda un trauma inaspettato e gli effetti che questo ha sulla vita del protagonista. Zev è uno scrigno di storia, e il fatto che stia perdendo la memoria è affascinante. È ancora responsabile delle sue azioni? Che cosa significa essere responsabili? Che cosa significa cercare giustizia? Nell’ultimo anno sono stati scoperti molti ex nazisti. Sono ancora dei mostri? Lo sono sempre stati? Sono queste le domande che spero che il film riesca a far sorgere. Non ci sono risposte semplici. Questo è ciò che definisce la nostra umanità”.
Voto: 7/10
Lavinia Consolato