Sulla rotta della decima musa: Un approfondimento in tre parti sui temi e sulle novità emersi durante la 71a edizione del più importante festival cinematografico italiano a cura dell'inviata di TempoStretto Tosi Siragusa.
Ultimo spaccato sulla Mostra del Cinema di Venezia. Riporto di seguito i premi. Assegnazione, non all’unanimità, del Leone d’oro al film del regista svedese Roy Anderson “Un piccione seduto sul ramo riflette sull’esistenza”, del Leone d’argento al cineasta russo “Andrey Konchalovskiy ” per il film “Le notti bianche di un postino”, vincitore anche del premio della giuria, e del Gran premio della giuria al documentario “The look of silence” di Joshua Oppenheimer; le Coppe Volpi sono andate all’Italia, entrambe per il film di Saverio Costanzo “Hungry hearts”, rispettivamente a A. Rohrwacher e A. Driver; “Sivas” del regista turco Kaan Müjdeci, storia di un’amicizia tra un ragazzo e un cane da combattimento, ha ottenuto il premio speciale della giuria, Romain Paul, protagonista di “Le dernier coup de marteau” di Alix Delaport, il premio per l’attore esordiente; per “Tales” (“Ghesseha”), il premio per la miglior sceneggiatura è andato a Rakhshan Bani-E’temad, regista iraniana e, infine, il “Luigi De Laurentis” per la migliore opera prima all’indiano “Court” di Chaitanya Tamhane, vincitore anche per la sezione “Orizzonti”, per la quale il premio speciale è stato vinto da “Belluscone. Una storia siciliana” di F. Maresco. I premi alla carriera sono stati riconosciuti al documentarista Frederick Wiseman ed alla montatrice Thelma Schoonmaker.
La superiore carrellata per fare i conti, a distanza, con gli esiti rispetto alle aspettative, anche se i verdetti della giuria non dovrebbero discutersi, ma accettarsi. Intanto segnalo l’esternazione del Presidente della Giuria, il grande autore di musiche, Alexandre Desplat, “Volevamo premiare film che unissero reale e immaginazione” e, dunque, per i due Leoni, verdetti da cinefili, a opere cinematografiche originali, intelligenti, straordinarie e un po’ folli, poetiche e vere, con una dimensione umanistica, ma che, ove trovassero una distribuzione, oggi inesistente, forse rischierebbero al botteghino. Funzione taumaturgica può sicuramente riconoscersi al film sul genocidio in Indonesia, per chiudere il cerchio ed iniziare un processo di guarigione, e l’opera sarà distribuita da “ I wonder Pictures”. L’Italia è rimasta fuori dai Leoni pur in presenza di film di grande livello, di cui ho già trattato, quali “Anime nere” di Munzi, già in programmazione e “Il giovane favoloso” di Martone, di prossima uscita; per la Coppa Volpi al maschile sono stati ignorati attori quali Elio Germano, Michael Keaton e l’appassionato e intenso Willem Dafoe per “Pasolini”; “Birdman”, il più quotato film della vigilia, a sorpresa è stato escluso dal palmarès, anche se un Festival che servisse solo a premiare film come “Birdman”, di sicuro successo, non potrebbe certo reputarsi indispensabile. Si è segnalato per l’esordio alla macchina da presa il camaleontico James Franco con “The sound and the fury” “L’urlo e il furore” di William Faulkner, sul crollo di una famiglia nell’America del Sud e il regista ha utilizzato il Palazzo del Cinema ed il suo red carpet per girare alcune scene, da attore e regista, del nuovo film “Zeroville”.
I numeri concernenti l’incasso sono stati, a parere di Paolo Baratta, molto soddisfacenti fra spettatori in sala e virtuali, con streaming contemporaneo. E perché i film inizino a vivere – chiusa la cerimonia in cui il cinema si è autocelebrato, insieme ai vincitori – occorre vederli, parlarne ed in ciò possono esser d’aiuto, come ritiene anche Tatti Sanguineti, le film Commission. Certo è che difficilmente riusciremo a vedere i quadretti nordici de “Un piccione…” ed il racconto della Russia rurale attraverso gli occhi di un postino nostalgico de “Le notti…”, e di tutto il palmarès è certa la distribuzione solo di “Hungry…” e del documentario sull’Indonesia per altri occorrerà attendere anche il 2015 (es. per “The Cut” sul genocidio armeno). Il social movie di Gabriele Salvatore “Italy…” è stato per intanto visto in prima serata su Rai 3 il 27 settembre. “Belluscone” sulla percezione di Berlusconi, “La trattativa”, “I nostri ragazzi”, “Arance e martello” “Perez”, “Senza nessuna pietà”, hanno già esordito in sala, come ho già scritto, con discreto successo.
Certo è che la pirateria con lo streaming illegale ruba anche il 50% del mercato, ed in un momento in cui la distanza fra i festival e le sale cinematografiche si è fatta siderale, ciò costituisce un serio problema. La domanda di film d’autore è sicuramente presente, ma, in un mercato in costante cambiamento tecnologico, si deve, già più in generale, provare a intercettare il pubblico e questa è la prossima sfida dell’industria cinematografica, perché vanno ridefinite le strutture stesse del mercato. A consuntivo, Venezia ha degnamente assolto la funzione assegnata ad un Festival: operare una buona selezione e promuovere poi, durante il Festival, le opere presentate, garantendone la massima visibilità. Ciò non toglie che il mercato tradizionale, di sala, per così dire, è certo più ristretto e quello tecnologico non è ancora adeguato. Appuntamento al 2 settembre 2015, per “Venezia 72”, ma, prima ancora, alla festa del cinema di Roma, che si svolgerà dal 16 al 25 ottobre.
Tosi Siragusa