Sulla rotta della decima musa: premiato durante l'ultima edizione del Festival di Roma, il film dell'inglese Stephen Daldry ritrae le contraddizioni della realtà brasiliana alternando toni favolistici con amare riflessioni su violenza e corruzione. Impressioni a cura di Tosi Siragusa.
Vittorioso al Festival di Roma questo lungometraggio d’azione di Stephen Daldry è insieme opera favolistica e solo a tratti disturbante, girata in una discarica brasiliana opportunamente ricostruita. I tre adolescenti brasiliani, dal divertente slang, selezionati dal regista di “Billy Elliot”, sono fantastici in egual misura, travolgenti nella loro resa insieme spontanea e da piccoli professionisti. Attori del calibro di Martin Sheen e Rooney Mara si sono così messi al servizio dei giovani protagonisti Eduardo Luis, Rickson Tevez e Gabriel Weinstein.
Tre ragazzini trovano, rovistando nella discarica, un portafogli e danno il via così ad una avvincente caccia al tesoro, ad una sostenuta avventura, sotto la costante minaccia di poliziotti brutali e corrotti (come veramente accade fra le favelas brasiliane). Tratto dal bestseller di Andy Mulligan, “Trash” è la risposta sudamericana a “The Millionaire” e l’ambientazione nelle favelas (pur se rifatta) è quella scelta da Fernando Mereilles in “City of God”. Mereilles è peraltro produttore di questo film.
Il regista inglese è rimasto colpito dall’entusiasmo e dalla determinazione dei tre ragazzi, per i quali la partecipazione all’opera si è rivelata una bizzarra favola e con la sua spazzatura intrisa di speranza, che ha convinto il voto popolare (per la sezione “Gala”), è altresì riuscito nell’intento di sensibilizzare il pubblico su quella realtà sudamericana.
Il cineasta britannico ha anche donato il premio in denaro ad una associazione a sostegno delle famiglie delle favelas, e ciò ha prodotto il raddoppio estemporaneo dell’assegno da parte della Bnl di Luigi Abete, main sponsor della manifestazione/festa cinematografica di Roma.
Tosi Siragusa