“Chi ha preferito il clamore della piazza alla responsabilità della trattativa, non sa che con il confronto serrato avevamo raggiunto risultati: mantenimento di tutti i posti di lavoro, TFR liquidato entro i termini imposti dalla normativa, le ferie non godute poste a pagamento, il CCNL degli autoferrotranvieri applicato a tutto il personale. Inoltre i lavoratori sarebbero stati assunti nella ATM SpA mantenendo l’inquadramento parametrale, il trattamento economico e gli scatti di anzianità. Convinti della nostra missione sindacale di tutela dei diritti dei lavoratori avevamo concordato ogni dettaglio per garantire un passaggio indolore nella nuova azienda, senza perdere pezzi per strada”.
Cisl, Faisa, Ugl ed Orsa si dicono certi che dopo la bocciatura da parte del Consiglio comunale del Piano di liquidazione non tutto è perduto, ma il percorso, con la liquidazione coatta, si fa più lungo e complesso. In conferenza stampa questa mattina hanno illustrato le motivazioni che finora hanno spinto le 4 sigle sindacali a scegliere la strada del dialogo, pur restando vigili.
Con il passaggio dalla liquidazione concordata a quella coatta cambia l’interlocutore, perché adesso sarà la Regione a inviare un commissario. Non è un dettaglio ininfluente, perché ancora non si sa né chi sarà il commissario né quando arriverà, con la conseguenza che la data del 31 dicembre come spartiacque non potrà essere rispettata.
“Fuori si consumavano guerre politiche e sindacali da parte di Cgil e Uil, si dichiaravano scioperi e si annunciavano catastrofi imminenti per la liquidazione dell’ultima azienda speciale di TPL d’Italia- proseguono Cisl, Faisa, Ugl ed Orsa– Noi invece nei tavoli di trattative ci preoccupavano di garantire un percorso controllato che avrebbe trasferito il servizio essenziale alla nascente SpA pubblica, con la garanzia per i lavoratori di mantenimento dei diritti acquisiti”.
I risultati erano stati raggiunti, ed oltre a quelli già specificati, si aggiungeva la possibilità di uno “scivolo” per incentivare i pensionamenti, la risoluzione dei contenziosi in atto e la possibilità dell’attribuzione del parametro superiore ai dipendenti aventi diritto che non hanno attivato cause. Previsto anche il trasferimento dei dipendenti inidonei temporanei e definitivi, dei lavoratori a tempo determinato, nonché l’ assunzione di nuovo personale e orario di lavoro Full-Time.
Massaro, Alizzi, D’Amico, Sciotto e Sturiale concordano con la posizione dei consiglieri comunali che giustamente prima di votare il Piano di liquidazione Atm hanno chiesto chiarimenti, dettagli e correttivi ma lanciano frecciate a Cgil e Uil.“Chi esulta per aver fatto un dispetto al sindaco- spiegano- vuol continuare a mantenere in vita un carrozzone pubblico che grava sui cittadini, per anni mangiatoia della politica, con bilanci non approvati dal 2002”.
I consiglieri peraltro si dicono tutti d’accordo con la liquidazione dell’Atm per mettere un punto ad una voragine di debiti accumulati nei decenni. “Non sappiamo a chi è servito inasprire il percorso di liquidazione- conclude la nota-sicuramente non serve ai lavoratori che passano dalla liquidazione concordata con i sindacati all’incerto assoluto”.
I rischi ci sono, perché non si sa chi sarà il commissario nominato dalla Regione. Proprio per questo le 4 sigle sindacale invitano la Regione a non perdere tempo, ma soprattutto non intendono tornare indietro sui risultati raggiunti con le trattative e favore dei lavoratori.
“Il sindaco De Luca deve porsi a garanzia dei lavoratori e degli accordi che questo fronte sindacale ha raggiunto ed ha firmato in sede di Salva Messina e dei successivi tavoli sindacali. Per noi, liquidazione concordata o coatta il concetto non cambia: i diritti acquisiti non si toccano. Se dovesse accadere allora siamo pronti alla mobilitazione. E non ci limiteremo ai selfie ed agli annunci di scioperi….”