La farsa della riforma delle Province ha raggiunto l’apice sfiorando vette di follia paradossale. Già perché sabato e domenica si presentavano le liste dei candidati all’elezione di sindaco delle Città Metropolitane e di presidenti dei Liberi Consorzi per elezioni che saranno annullate questo lunedì. Ovvero domani.
Un’intera macchina burocratico-amministrativa al servizio di una FOLLIA che solo la Sicilia di Pirandello poteva partorire. E non si tratta di una FOLLIA gratis, ma l’aver messo in moto gli uffici per un’elezione che non si svolgerà il 29 novembre costerà comunque soldi al governo che doveva combattere gli sprechi. Da cronista provare a spiegare ai lettori di Tempostretto l’ultimo capitolo di questa farsa è davvero arduo.
Ci provo. Entro oggi infatti, in base al decreto del presidente Crocetta emanato nei mesi scorsi, devono essere presentate le liste dei candidati per l’elezione di secondo livello dei sindaci delle tre città metropolitane (Messina, Catania e Palermo) e dei presidenti dei Liberi Consorzi. Le elezioni erano state fissate per il 29 novembre. Peccato che nel frattempo la legge, approvata dopo 2 anni di tribolazioni e teatrini, lo scorso agosto sull’onda emotiva dell’ennesima crisi nella maggioranza, sia stata impugnata dal governo Renzi che in più punti ne ha ravvisato estremi d’incostituzionalità e pertanto nelle prossime ore il governo Crocetta dovrà annullare le elezioni. In realtà avrebbe dovuto emanare il decreto prima, ma gli ultimi 15 giorni sono stati riservati ad un altro show, quello sul rimpasto. Insomma, per due settimane maggioranza e governo sono andati in scena con altri copioni, accantonando la barzelletta di una riforma che, come tanti avevano già sottolineato ad agosto, sarebbe incappata nell’alt del governo. La Sicilia ora ha due strade: o recepisce le indicazioni del Consiglio dei ministri e uniforma la riforma a quella Delrio nei punti a rischio, oppure continua lo scontro davanti alla Corte Costituzionale. In entrambi i casi la data delle elezioni salta perché anche recependo la Delrio la norma modificata dovrebbe passare dal voto del’Ars e questo richiede tempo. Ma i problemi non finiscono qui. Uno dei punti contestati (oltre alle indennità ai vertici degli Enti…..che in Sicilia sono previste e nella Delrio no) riguarda i sindaci metropolitani. Secondo la norma nazionale il sindaco del Comune capoluogo è automaticamente sindaco della Città Metropolitana, in Sicilia invece la maggioranza ha approvato la norma per dispetto ad Orlando e Bianco, prevedendo invece l’elezione tra tutti i sindaci della provincia.
Paradossalmente è proprio questo il punto che Crocetta e la maggioranza del Pd non vuol recepire ed è disposta, per pura antipatia e timore politico, ad andare dritta fino alla Corte Costituzionale. Ciliegina sulla torta il fatto che nel Crocetta quasi quater manca ancora un assessore, quello che prenderà la delega alle Autonomie locali ed al momento l’interim è in mano al governatore.
Nel frattempo quindi si va avanti con le assurdità, tanto ormai in Sicilia siamo abituati a tutto. Il testo esitato dalla Commissione Ars che annulla le elezioni non approderà in Assemblea prima dei prossimi giorni e nel frattempo in tutte le ex province si stanno presentando, visto l’obbligo di legge, le liste dei candidati.
Sembra un copione scritto da Pirandello.
Il presidente dell’Ars Ardizzone che già ad agosto aveva sottolineato inascoltato i rischi d’incostituzionalità, ha tuonato: “Crocetta si decida, o ignora l’impugnativa e va in Corte Costituzionale oppure accoglie i rilievi e si procede”. Crocetta invece sembra intenzionato a tenere duro e a mantenere la norma anti-Orlando.
I sindaci di tutta l’isola per protesta si candideranno tutti in ogni provincia, un esercito in fila per far notare l’ennesima follia.
In funzione la macchina amministrativa anche a Messina. Nelle scorse settimane è stato costituito l’ufficio elettorale per le elezioni di secondo livello del sindaco della Città Metropolitana. L’assessore regionale Pistorio, ex coordinatore regionale dell’Udc ha nominato presidente dell’ufficio elettorale il segretario generale del Comune di Messina Antonino Le Donne, segretaria la dirigente dei servizi sociali del Comune di Messina, Pollicino, la segretaria comunale di Milazzo Maria Evelina Riva e la segretaria comunale di Barcellona Sabrina Ragusa. Quest’ultima, essendo moglie dell’ex assessore regionale Nino Bartolotta, sindaco di Savoca e tra i possibili candidati alla carica, ha rinunciato all’incarico. Al suo posto è stato nominato il segretario generale di Barcellona Santi Alligo. Maria Evelina Riva, segretaria comunale di Milazzo, è moglie dell’attuale commissario straordinario dell’ex Provincia Filippo Romano, vicino all’Udc di D’Alia che ne ha sostenuto la nomina nella primavera del 2013.
Rosaria Brancato