La Soprintendenza ai beni culturali è “sotto sfratto” ma il trasloco all’ex Margherita è fermo

Dal 10 settembre la Sovrintendenza ai beni culturali di Messina è “sotto sfratto” ma la telenovela dell’ex ospedale Regina Margherita ha trasformato la possibile nuova sede in una chimera.

Mentre ancora si discute e l’ex Margherita rischia di diventare un “monumento” all’abbandono e all’indifferenza, la Soprintendenza è costretta a lasciare quanto prima la sede attuale, quella nel viale Boccetta nei locali dell’istituto suore Nostra Signora della Carità del Buon Pastore. Il paradosso è che il trasferimento in due padiglioni dell’ex nosocomio, consentirebbe un notevole risparmio per le casse regionali. La vicenda è nota da tempo ma i tempi della burocrazia non sono quelli dell’orologio dei comuni mortali.

Il 3 giugno però arriva un’ordinanza del Tribunale di Messina con la quale si dispone “il rilascio dell’immobile entro il 10 settembre, fissando l’udienza al 20 aprile 2016 per la prosecuzione del giudizio, previo esperimento del procedimento della procedura di mediazione, pertanto si ritiene opportuno avviare una trattativa con l’Ente proprietario per consentire il rilascio dell’immobile nelle more dell’individuazione di nuovi locali”. Così scrive con urgenza il Sovrintendente Rocco Scimone al dirigente dell’assessorato regionale ai Beni culturali, ricordando come da tempo esista una valida alternativa, peraltro nell’ambito di un progetto che affonda le radici nel 2009: parte del plesso dell’ex Regina Margherita.

“A tal proposito- scrive il 5 agosto Scimone– con nota prot. N°3215 del 30/9/2014 l’assessore Giusy Furnari invitava questa soprintendenza affinchè si attivassero le procedure necessarie per il trasferimento presso parte dei locali dell’ex ospedale Regina Margherita, di proprietà demaniale, al fine del contenimento della spesa. Con nota prot. N°6258 del 10/10/014 questa Soprintendenza si attivava presso gli assessorati di competenza (ndr. all’economia, ai beni culturali ed alla sanità) richiedendo l’assegnazione per uso governativo di parte dell’immobile. Ad integrazione della citata richiesta con successiva nota del 15/10/2014 si formulava una dettagliata proposta sia agli assessorati che al dirigente generale Salvatore Giglione. E’ appena il caso di ribadire la validità della proposta che consentirebbe un notevole risparmio sul bilancio della Regione Sicilia, risolverebbe stabilmente il problema della sede della Soprintendenza e porrebbe le basi per la realizzazione di una “Cittadella culturale” considerata la vicinanza con il Museo regionale”.

Così scriveva il 5 agosto scorso Rocco Scimone, indicando anche la data del rilascio dei locali come da sentenza, ovvero il 10 settembre ed allegando tutta la documentazione relativa ad un iter iniziato addirittura nel 2009, accelerato nel 2014 e che non si comprende perché proceda così a rilento. Il 12 agosto il dirigente generale del Dipartimento beni culturali Gaetano Pennino sollecita nuovamente, come l’assessore Furnari aveva già fatto un anno fa, gli assessorati di competenza ad attivare la procedura per l’assegnazione in uso governativo di parte dell’immobile, sottolineandone l’estrema urgenza, la rilevanza per la valorizzazione del sito ed il conseguente risparmio per la Regione.

A questo punto occorre fare una serie di passi indietro, perché nella città dell’oblio è sempre d’obbligo fare esercizi di memoria. L’ex nosocomio, chiuso nel ’99, in un primo tempo sembrò essere destinato quale sede con 182 posti del Grande centro di riabilitazione del meridione (vedi articolo allegato). Per una serie di “buchi neri” il progetto finì inghiottito nel nulla tanto che l’ ex assessore regionale Massimo Russo, nel dicembre 2010 ne annunciò la vendita all’asta. Un anno prima, nell’aprile 2009 era stato l’allora vicesindaco Giovanni Ardizzone, sposando il progetto della direttrice della Biblioteca Sandra Conti, a lanciare la proposta di una Cittadella della cultura al Margherita, dove concentrare uffici regionali, come la sovrintendenza, sparsi altrove ( e risparmiare oltre 700 mila euro l’anno). L’idea portò l’allora prefetto Alecci a scrivere all’assessore regionale affinchè la Regione si attivasse. Invece Massimo Russo annunciò la vendita del nosocomio. A “sventare” la vendita ci pensò Ardizzone che scrisse al nuovo assessore, Armao, “occorre evitare possibili speculazioni immobiliari” e ottenne, nel 2012 l’apposizione dei vincoli con decreto: “il complesso ospedale Regina Margherita viene dichiarato di interesse culturale in quanto rappresenta un interessante esempio dell’architettura neoclassica a Messina e testimonia il fermento culturale che ha caratterizzato gli anni della ricostruzione post terremoto”.

Il progetto è andato avanti, ma 3 anni dopo l’apposizione dei vincoli e dopo una serie di solleciti per l’utilizzo dei padiglioni l’iter sembra essere fermo al punto di partenza. Il tempo però è scaduto la scorsa settimana e la Soprintendenza rischia di non aver una “casa”. Quanto tempo ancora dovrà passare prima che, 6 anni dopo la lettera del prefetto Alecci, si pongano almeno le basi per la Cittadella della cultura?

Rosaria Brancato