Nessuno sconto per i mafiosi che avevano partecipato alla mattanza di mafia degli anno '90 a Barcellona, e i 12 omicidi degli anni successivi.
Il Giudice per l'udienza preliminare Monia De Francesco ieri ha sentenziato per gli gli otto imputati del processo Gotha 6 che avevano optato per il rito abbreviato, emettendo condanne fino a 180 anni di carcere complessivamente, anche per i cinque pentiti che hanno contribuito a fare luce sulla lunga sequela di omicidi, ben 17 fatti di sangue registrati tra il '93 e il 2012.
Ecco il verdetto: 30 anni al boss dei mazzarroti Tindaro Calabrese ed a Carmelo Salvatore Trifirò; a 12 anni Salvatore Chiofalo, accusato di tentato omicidio.
Tegolate anche per i collaboranti: 30 anni a Carmelo D’Amico, 20 anni a Francesco D’Amico, 18 anni e 4 mesi a Santo Gullo, 17 anni e 8 mesi a Franco Munafo’, 20 anni a Nunziato Siracusa.
L'accusa, retta dai sostituti della Dda Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio, che dal 2009 lavorano al caso Barcellona, avevano chiesto condanne lievemente più basse per i collaboratori.
Hanno difeso gli avvocati Tino Celi, Antonietta Pugliese, Anna Retto, Valentino Gullino, Adriana Fiormonti, Angelo Bonfiglio, che hanno scelto per i loro clienti il rito abbreviato, ossia il processo direttamente in fase preliminare, così da accedere alla riduzione della pena massima prevista.
Il blitz dei carabinieri è scattato nel febbraio 2016 ed ha raggiunto anche il boss storico del clan barcellonese, Giuseppe Gullotti, al carcere a vita. I nuovi pentiti, infatti, lo hanno inchiodato come mandante di altri delitti che fino a qualche anno fa erano rimasti irrisolti.
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