Caro diario, mi autodenuncio subito così evitiamo polemiche: sono in palese e consapevole conflitto d’interessi nello scrivere questa lettera aperta. Ma non ce la faccio più, perché in strada tutti quelli che abitano nel mio stesso quartiere mi fermano e chiedono un intervento di Donna Sarina. Sappiamo bene che non cambierà una virgola dopo questo caro diario, ma almeno ci abbiamo provato. Quindi oggi Donna Sarina scrive a nome dei residenti del Quartiere Lombardo (la zona di viale San Martino prima di Villa Dante), tornati in un periodo storico assai strano. Io non credo alla macchina del tempo, credo invece nella forza della giustizia e so che quel che ci sta accadendo non è roba per farci una puntata di Voyager ma è spiegabile senza dover ricorrere a forze demoniache o eventi sovrannaturali.
Il primo accorato appello è affinché qualcuno spieghi perché il Quartiere Lombardo, nonostante proclami, interviste, comunicati stampa, continua ad essere a ridotta erogazione idrica. Abbiamo guardato il mappamondo e siamo certi di non vivere in una zona desertica. Stiamo facendo una colletta per assumere un rabdomante e siamo anche disposti a fare la danza della pioggia se è il caso, ma nel frattempo sarebbe bello se qualcuno ci spiegasse perché l’acqua, in condizioni normali, è razionata dalle 7 del mattino alle 15. Nel nostro quartiere non siamo spreconi, non abbiamo piscine termali nei cortili, ma come ripete spesso la mia collega Maria, ci sono famiglie che hanno bambini, o familiari da accudire in casa e l’acqua è un liquido prezioso. Con l’emergenza di ottobre ci siamo sciroppati 30 giorni di fila senza un goccio d’acqua, sopportati in silenzio con l’illusione che il ritorno alla normalità avrebbe risolto ogni disagio. Non è stato così. I rubinetti tornano a secco ogni giorno alle 15. C’è chi sussurra che la “falla” sia nella zona di Mangialupi, come se in quell’area ci fosse una sorta di nuvola nera che assorbe l’acqua diretta anche a chi sta più giù. Senza bisogno di chiamare un team di ingegneri aerospaziali non si può cercare di risolvere in modo democratico la questione di un’equa e solidale distribuzione del prezioso liquido? Magari ricordando a tutti noi che fare i furbetti è un reato? Tra l’altro periodicamente bussano alle nostre porte i gentili inviati dell’Amam per controllare i contatori, visite che a noi sembrano una grande presa in giro. Noi paghiamo l’acqua per un servizio part time. Siamo il club del proverbio: il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Noi ne abbiamo mezzo. L’altro mezzo bicchiere si ferma per strada.
A proposito di Amam di recente ho dovuto pagare una mora di 50 centesimi (più spese di spedizione etc etc) per aver pagato la bolletta con 1 giorno di ritardo. Io i 50 centesimi per il ritardo li ho pagato volentieri. C’è qualcuno che pagherà per la pessima gestione nell’intera area? Per i mancati controlli e interventi? E qui arriviamo alla seconda parte della missiva. Sono stata fortunata a pagare 50 centesimi di mora. Perché da mesi c’è chi la bolletta non la riceve. Hanno rapito il nostro postino. Da 3 mesi viviamo nell’angoscia perché non vediamo traccia di postini ed è un fatto triste perché dopo 20 anni di onorato servizio dovrebbero essere restituiti a quella comunità che ogni mattina li attende. Un postino è come il panettiere sotto casa, il fruttivendolo, il tabaccaio, dopo tanti anni diventa uno di famiglia, impara a conoscere i tuoi gusti letterari, e dalla posta che ti arriva sa pure che persona sei. Se il panettiere sa che io adoro i topini il postino sa che se non mi arriva in tempo Rinascimento Italiano vado nel panico. Invece dall’intero isolato sono scomparsi i postini da MARZO, e con loro raccomandate, bollette, cud, fatture, riviste in abbonamento, multe, sanzioni, avvisi.
Non credo ai marziani rapitori di postini o a un serial killer, credo che in entrambi i casi, acqua e posta, sia ormai arrivato il momento di far valere i nostri diritti. Non saranno né la danza della pioggia né l’arrivo delle squadre di Csi a risolvere i misteri. Qua siamo di fronte a disservizi vergognosi per i quali i responsabili devono risponderne. Noi cittadini abbiamo il dovere di difenderci. Per questo Donna Sarina lunedì andrà all’Adiconsum e presenterà alcune denunce. Non è da città civile del 2016 dover compilare un modulo per raccontare che oltre ai guai ben noti, strade dissestate, sporche, gestione rifiuti spaventosa, buche, alberi che cadono, Villa Dante ridotta da fare paura, dobbiamo anche patire disagi fuori tempo e fuori secolo. E’ inoltre più che probabile che la situazione di disagio non riguardi solo il Quartiere Lombardo ed il viale San Martino (nella parte di serie B), ma sia abbastanza esteso, sia nei villaggi che in alcune zone meno accessibili. Magari potremmo riunirci e fare una class action.
Temo che una lettera aperta ai ladri d’acqua ed ai rapitori dei postini non abbia alcun effetto concreto. Forse due belle denunce negli uffici giusti sì.
Rosaria Brancato