Verdetto amaro per l’Università di Messina. Nella classifica Censis delle grandi università statali italiane, edizione 2021/2022, il nostro Ateneo occupa, infatti, l’ultimo posto. Questo speciale censimento, giunto alla sua ventunesima edizione, è uno strumento creato per fornire orientamenti alle scelte degli studenti che intendono intraprendere gli studi accademici.
Si tratta di un’articolata analisi del sistema universitario italiano (atenei statali e non statali, divisi in categorie omogenee per dimensioni) basata sulla valutazione delle strutture disponibili, dei servizi erogati, del livello di internazionalizzazione, della capacità di comunicazione 2.0 e della occupabilità.
L’Università di Messina nella classifica del Censis ottiene il punteggio di 76,5, quale esito complessivo dei risultati raggiunti nei vari settori sottoposti ad analisi. Il dato meno soddisfacente per l’ateneo peloritano riguarda i servizi che ottengono un punteggio di 69. Tuttavia, neanche l’occupabilità (74 punti) e l’internazionalizzazione (72 punti) si può dire che brillino. Va meglio per le borse di studio (78 punti) e per le strutture (79 punti). Su quest’ultimo fronte, se i lavori di ristrutturazione della Casa dello Studente di via Cesare Battisti, fermi al palo da diverso tempo, fossero stati completati, il punteggio avrebbe potuto essere migliore. L’unico campo che si può considerare abbastanza soddisfacente è quello della Comunicazione e dei servizi digitali (87 punti) .
Insomma è un vero e propio schiaffo quello che giunge dal Censis al lavoro del Rettore Salvatore Cuzzocrea. Anche perchè, se è vero che neppure l’Università di Catania può dirsi soddisfatta, piazzandosi nella classifica dei grandi atenei statali italiani poco sopra quella di Messina, l’Università di Palermo, passata dai grandi ai mega atenei statali, raggiunge un brillante settimo posto. L’ateneo palermitano con 82,7 di punteggio totale si posiziona addirittura prima della Statale di Milano (81,8).
Ottimo anche il risultato ottenuto dalla cosentina Università della Calabria, che sempre tra i grandi atenei statali si colloca al quarto posto con un punteggio complessivo di 90,2.
La dirimpettaia Università Mediterranea di Reggio Calabria, nella classifica riservata ai piccoli atenei statali si piazza al sesto posto con un punteggio generale di 83,7.
L’Università di Perugia mantiene la posizione di vertice della classifica dei grandi atenei statali (da 20.000 a 40.000 iscritti), ottenendo un punteggio complessivo di 93,3. Sale di sei posizioni l’Università di Salerno, che passa dall’ottavo al secondo posto (91,8), incrementando di 17 punti l’indicatore relativo alle borse e altri servizi in favore degli studenti, di 5 quello dell’occupabilità, di 4 quello della comunicazione e dei servizi digitali e di 2 quello dell’internazionalizzazione