Il clima si fa sempre più caldo e all’orizzonte non ci sono segnali positivi, anzi tutt’altro. E mentre i marittimi di Caronte e Tourist sono già pronti per lo sciopero indetto dall’Orsa per il prossimo martedì 23 ottobre, arriva la proclamazione di un nuovo stop al trasporto privato nelle acque dello Stretto. Il 6 novembre i lavoratori incroceranno le braccia per la quinta volta in poco più di un mese. A indire la protesta Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil, Ugl Mare e Uslac-Uncidim. I segretari Foti, De Domenico, Oteri, Tesoriero, Maggio e Scaltrito vogliono così ribadire il secco no alla riduzione del 25% del costo del lavoro e il licenziamento di 69 lavoratori annunciato dalla società. “Consideriamo tale richiesta ingiustificabile nei presupposti, sproporzionata nella misura, e contraddittoria e pericolosa perché smantella in un colpo solo il meccanismo di tutele e di automatica risposta alle flessioni del mercato. Riteniamo questa ennesima pretesa una vera e propria provocazione, perché tenta di utilizzare strumentalmente il periodo di crisi per sbarazzarsi degli strumenti contrattuali e di quasi un quarto della forza lavoro” scrivono i sindacalisti.
Uno sciopero che arriva a poche ore dall’incontro che si è svolto questa mattina al Royal hotel tra rappresentanti sindacali e dirigenti di Caronte e Tourist. Un incontro che in realtà è servito a poco. La società ha ribadito la sua posizione e la ferma intenzione di non fare passi indietro e che, tra l’altro, l’attivazione delle legge 223, quella che regola il licenziamento collettivo, esclude ormai qualsiasi tipo di intervento sui salari. L’azienda fin dall’inizio ha motivato questa decisione parlando di perdite e calo degli introiti. Pino Foti della Filt Cgil ha risposto che “il 23% di calo del traffico negli ultimi cinque anni è stato abbondantemente recuperato con l’espulsione di oltre un centinaio di lavoratori (da 33 equipaggi si è passati a 23), con la riduzione delle tabelle di armamento e con l’aumento dei biglietti”. “Altro che passività, dal bilancio aziendale del 2011 si è in presenza di utili per quasi due milioni di euro. La richiesta di mobilità del personale da parte di Caronte&Tourist appare, quindi, pretestuosa e infondata” ha continuato la Fit Cisl che ha evidenziato come alla base della richiesta di mobilità non vi possano essere motivi economici. “Non aver voluto ritirare le procedure di riduzione del personale previste dalla legge non depone bene” affermano i segretari provinciali della Fit Cisl Enzo Testa e Domenico De Domenico che hanno sottolineato come “con il pieno utilizzo degli approdi di Tremestieri, che per la Cisl deve avvenire al più presto per liberare la città dal traffico dei tir e considerate le attuali tabelle di armamento, tutta la forza lavoro presente oggi in azienda troverà pieno utilizzo”.
Lo scontro è dunque aperto. Lavoratori e sindacati sono sul piede di guerra. Il 23 ottobre e il 6 novembre ribadiranno le loro ragioni. (Francesca Stornante)