“La nuova Forza Italia non è quella di 20 anni fa. In quegli anni Berlusconi riuscì a interpretare lo spirito dell’epoca, oggi di quell’esperienza vogliamo riprendere i club e ricominciare da lì”. Così il senatore Vincenzo Gibino, coordinatore regionale di Forza Italia, ed in effetti guardando i volti di quanti hanno aderito al “ritorno alle origini”, si può notare che, almeno a Messina e in Sicilia, quella che sta nascendo oggi non è la Forza Italia delle radici. I big hanno scelto il Nuovo Centro Destra, e sono in pochissimi tra quanti hanno contribuito alla fondazione di “Forza Italia prima edizione” ad essere presenti alla conferenza stampa di questa mattina a Palazzo Zanca. Quindi ha ragione Gibino, sotto il profilo delle persone, la nuova Forza Italia non è quella di 20 anni fa, ci sono nuove leve e nuovi volti, come Pierluigi Parisi, Fabrizio Sottile o altri, come Pippo Trischitta e Giovanna Crifò, provenienti dall’area ex An. Tra i presenti nel Salone delle Bandiere anche l’ex parlamentare Ninni Germanà “Un consiglio: lasciate fuori i vecchi, spazio ai giovani” e l’ex assessore comunale Pippo Isgrò.
“La nuova Forza Italia nasce da un presupposto: chi vuol fare politica non deve andare a bussare alla porta di un leader per avere spazio- spiega Gibino- Basta andare sulla piattaforma informatica del partito, iscriversi, aprire un club e diventare protagonista senza passare da nessun coordinatore provinciale o referente”.
Insomma, una Forza Italia fai da te, dove i club si chiameranno “Forza Silvio”, saranno in rete e faranno riferimento direttamente a Roma, e a livello locale solo ai coordinatori regionali, almeno nella prima fase che durerà fino alle Europee, prima cioè dell’organizzazione vera a propria in vista dei Congressi e delle stagioni elettorali successive.
In poche settimane i “Forza Silvio” si sono moltiplicati in tutta Italia al punto che sono 1.500 lungo lo stivale e la Sicilia è al terzo posto per numero di club, ma del resto l’isola è sempre stata particolarmente affezionata al Cavaliere, come hanno dimostrato i numeri emersi di volta dalle elezioni e l’ormai leggendario 61 a 0 del 2001. All’epoca ci pensò Gianfranco Miccichè, adesso la sfida sarà durissima, contro tutti i “big” ex azzurri che sono la maggioranza in Sicilia e che sono transitati nel Nuovo centro destra. La vera sfida sarà Silvio contro tutti, ovvero i signori dei voti contro il re dei consensi. Chi oggi apre un club Forza Silvio lo fa pensando che comunque sarà sempre e solo “Silvio” a piacere agli elettori e quindi a fare vincere.
“Senza Sicilia non si vince- ha ricordato Giovanna Crifò- Ma quello che adesso chiediamo al coordinatore regionale e a chi ci rappresenterà è una presenza costante sul territorio. Non si possono fare visite sporadiche come avvenuto in passato. Io non accetterò passivamente nessun referente, voglio vedere questo contatto costante, questa presenza nel territorio. Accorinti l’abbiamo creato noi con i nostri errori. Noi abbiamo alimentato la disaffezione nei confronti della politica”.
E se Forza Italia punta a ricostruire scommettendo sui giovani e su quanti vogliono cogliere l’occasione per impegnarsi in prima persona, senza aspettare dietro la porta di una segreteria che arrivi il proprio turno, la rottura con il passato, anche recente, diventa necessaria per ricominciare, come spiega Pierluigi Parisi “Ho preso la tessera di Forza Italia quando avevo 15 anni e questo per me è un momento importante. Per troppi anni abbiamo lasciato la palla a chi ha deluso questa città. Messina è di centro-destra e non dobbiamo più ripetere gli errori del passato”. Il riferimento all’area di Buzzanca e Nania da parte di Parisi si fa ancora più chiaro a proposito delle voci che vorrebbero gli ex colonnelli di An vicini a F.I. “Non si ripetono gli stessi errori, non vorremmo trovarci un giorno a ricevere direttive da chi alle elezioni è stato contro di noi. Quanto ai leader transitati nel Ncd è vero, oggi non abbiamo big di riferimento a Messina, ma siamo rappresentati dai noi stessi, dagli elettori che ci hanno sostenuto”.
Clima quindi di collaborazione con gli ormai ex colleghi del Pdl, ma porte chiuse ad ogni ipotesi di ritorno con gli ex An come Buzzanca e Nania.
“Non ce ne siamo andati noi dal Pdl, sia chiaro- sottolinea Fabrizio Sottile– sono stati gli alfaniani che hanno deciso di prendere un’altra strada. Continueremo a collaborare comunque, del resto siamo stati eletti nelle stesse liste. Non siamo rottamatori ma vogliamo costruire una nuova classe dirigente, un cocktail tra vecchio e nuovo”.
Il clima quindi con gli ormai ex colleghi del Pdl transitati nel Ncd sarà di collaborazione,così come chiarito anche da Trischitta che annuncia battaglia in Consiglio: “Quest’amministrazione è stata presuntuosa, dall’Atm alla Tares, all’isola pedonale, continua a non ascoltare nessuna proposta, nessuna segnalazione”.
Tra i presenti nel Salone delle Bandiere i più hanno ripreso quella tessera che la parentesi “Pdl” aveva fatto accantonare e che hanno ritrovato l’entusiasmo dei primi anni di Silvio, quando rappresentava il nuovo nell’Italia travolta da tangentopoli. Per i presenti in sala oggi, i veri “vecchi” sono quelli che hanno scelto la strada del Nuovo centro destra. Del resto, per il popolo di Silvio, è lui l’unico che non invecchia mai.
“A Berlusconi prima di accettare l’incarico di coordinatore regionale- ha spiegato Gibino- ho fatto una premessa: la Sicilia ti voterà, ma noi dobbiamo uscire dall’assistenzialismo. Non vogliamo finanziamenti da Roma, facciamo da soli. Non vogliamo quei finanziamenti ai partiti che hanno portato tante vergogne. I club rappresentano questa inversione di tendenza, saranno la struttura organizzativa. E la vera sede di Forza Italia saranno le strade e l’ascolto. Ma non basta, occorre un cambio culturale. E’ facile dire, basta vecchi sistemi, applaudire a un convegno nel quale viene presentato un bel progetto e dire, bene,è una grande idea, ma per mio figlio cosa c’è? Dobbiamo cambiare tutti, politici, imprenditori e cittadini”.
L’idea è quella di presentare macroprogetti con le indicazioni dei tempi, dei canali di finanziamento, delle risorse, prima delle elezioni e poi, al di là di chi sarà il vincitore, metterli a disposizione delle Istituzioni. “Non esiste opposizione e governo, ma maggioranza e minoranza che possono lavorare insieme”.
Rosaria Brancato