Le dichiarazioni di Antonino Alibrandi (Cisl), Stefano Trimboli (Femca Cisl), Sebastiano Lo Monte (Flaei Cisl) e Letterio D’Amico (Fit Cisl)
MESSINA – In piazza a Messina per lo sciopero dei settori acqua, gas, energia ed igiene ambientale contro l’articolo 177 del Codice appalti che “mette a rischio migliaia di posti di lavoro e la tenuta di servizi pubblici fondamentali”. E’ fissata al 31 dicembre “la scadenza che obbliga le aziende concessionarie ad esternalizzare l’80% di tutte le attività oggetto di concessione – spiegano le Le Segreterie Territoriali di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, Fp-Cgil, Fit-Cisl e Uil trasporti – anche nei casi in cui le attività vengano svolte direttamente dal proprio personale, destrutturando così un servizio essenziale e fondamentale per l’intero paese, oltre
a mettere a forte rischio decine di migliaia di posti di lavoro”. I lavoratori hanno espresso “preoccupazione rispetto alle conseguenze sociali e le ricadute occupazionali che ne scaturirebbero”. Ed è per tale motivo che “il sindacato ha proposto di abrogare l’intero articolo, ovvero escludere dal 177 i servizi pubblici essenziali, oppure, in alternativa di prorogare fino alla fine del Pnrr l’esclusione dei settori ad oggi interessati, anche in attesa che si pronunci la Corte Costituzionale nel merito. È forte, infatti, il rischio di generare, a causa della dismissione di interi settori, esuberi, lavoro povero, e disservizi per i cittadini in una fase di grande depressione economica”. Circa 150000 lavoratori in tutta Italia, e tanti di essi nel territorio di Messina “sono a rischio, così come i servizi all’utenza e l’inevitabile lievitazione dei costi in bolletta”. Al prefetto di
Messina è stato chiesto di far proprio il documento di queste segreterie, ascoltando le ragioni che ci hanno portato a manifestare – come nel resto d’Italia – sotto il palazzo prefettizio e facendosi latore presso il governo nazionale della grave emergenza occupazionale e sociale che deriverebbe dalla scellerata applicazione dell’art. 177, con particolare riferimento al territorio metropolitano di Messina, già fortemente compromesso dal punto di vista della crisi economica e sociale”.