A 25 anni dalla strage di Capaci il Consiglio Superiore della Magistratura rende omaggio alla memoria di Giovanni Falcone con un Plenum straordinario presieduto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e rende noti gli atti del CSM relativi a Giovanni Falcone, raccolti in un volume curato dall’Ufficio Studi e quelli relativi all’attività professionale di Francesca Morvillo, moglie del magistrato, rimasti uccisi per mano della mafia nella strage di Capaci del 25 maggio del 1992.
Con questa iniziativa si è vluto rendere omaggio ad un Magistrato che ha offerto tutto se stesso a protezione delle libertà e dei diritti dei cittadini. Per la prima volta si è celebrata la figura di Giovanni Falcone con un Plenum straordinario presieduto dal Capo dello Stato, alla presenza dei parenti delle vittime della strage, con diversi interventi, tra cui quello di Maria Falcone e del Procuratore Alfredo Morvillo.
Un evento dal grande valore simbolico, che ha tra gli ospiti i dirigenti degli uffici giudiziari di Palermo, i magistrati dell’ufficio istruzione di allora, i componenti della Procura e del Collegio nel Maxi Processo, tra cui il Presidente del Senato Pietro Grasso. Assisteranno al Plenum anche i due ex Vice Presidenti del CSM di quel tragico momento storico, Giovanni Galloni e Cesare Mirabelli.
L’iniziativa, si iscrive nell’ambito di una risoluzione programmatica della VI Commissione e delle sue nuove competenze in materia di corruzione e contrasto alle organizzazioni mafiose e terroristiche. Tutti finalmnte hanno così modo di farsi una opinione di quello che è accaduto attraverso gli atti. Avvenimenti che risalgono a 25 anni fa, ma che continuano ad essere di drammatica e stretta attualità.
All'interno dei fascioli, già messi online sul sito del Consiglio Supremo della Magistratura, si parla dei contrasti all’interno del pool antimafia di Palermo, degli esposti ricevuti per presunte anomalie nelle attività istruttorie, delle intuizioni avanguardistiche sulle strategie antimafia e di altro ancora.
Da ricordare inoltre che nell'atentato di Capaci, persero la vita anche tre uomini della scorta Guido Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Oggi rispetto al passato, la mafia non uccide più poichè gli interessi sono diventati altri e non è più confinata solo a Palermo, Messina o Catania. Non per nulla Falcone puntava il dito contro certi colletti bianchi e proprio per questo è stato ucciso: non era tollerabile che continuasse a indagare in questo ambito.
Nei fascicoli infatti, vi è riportata anche la stagione dei veleni, che cinvolse chiunque abitava il Palazzo di Giustizia di Palermo. Lettere diffamatorie, spesso in forma anonima, che screditavano l'operato del pool antimafia, un periodo questo culminato non solo con l'isolamento del giudice Falcone, ma anche con la sua non nomina a Capo del Consiglio Supremo della Magistratura.
Adesso i giovani, leggendo queste carte, potranno trovare lezioni di vita e storia del magistrato Falcone e di tutti coloro che come lui, si sono battuti per porre fine al sistema mafioso.