Gruppo Dr dimezzato sul consuntivo e silenzio in aula, parla Picciolo: “Un atto di fiducia nella città”

“Abbiamo sempre detto che in Consiglio avremmo dato il nostro apporto se ci fossero stati i pareri favorevoli dei revisori dei conti, così è stato per il consuntivo 2014 ed abbiamo mantenuto l’impegno preso con i nostri concittadini”. A dichiararlo è il deputato Pdr Beppe Picciolo all’indomani del voto del consiglio comunale sul consuntivo 2014 approvato ieri sera, come al solito, in grandissimo ritardo e dopo una seduta infinta. In aula tante polemiche, tanti attacchi sferrati all’amministrazione da un consiglio che alla fine ha votato il bilancio regalando una maggioranza bulgara. Nei nuovi equilibri politici ieri l’ha fatta da padrone Forza Italia che ha portato il sì al consuntivo insieme all’apporto di Megafono e Dr. Proprio il gruppo di Picciolo però ieri è rimasto in assoluto silenzio. Lo stesso gruppo che in altre situazioni aveva fatto la voce grossa riuscendo a condizionare l’andamento dei lavori, come per il Piano di riequilibrio quando tirarono in ballo i contratti di servizio Amam e Atm o la ripartizione dei fondi Tasi, ieri è rimasto in assoluto silenzio, ha guardato scivolare la seduta senza batter ciglio e alla fine ha votato sì come i colleghi azzurri e i vecchi alleati del Megafono. All’appello mancavano Nino Carreri e Nino Interdonato, presente per tutta la seduta Elvira Amata che però al momento del voto si è defilata, i consiglieri Dr che hanno approvato il consuntivo sono stati Carlo Abbate, Rita La Paglia e Santi Sorrenti.

E se dentro Palazzo Zanca sono rimasti tutti zitti, a commentare ci ha pensato il leader Picciolo. “Noi non abbiamo mai fatto discriminazioni tra maggioranza ed opposizione, non abbiamo mai avuto o richiesto medaglie in cambio della nostra partecipazione convinta ed anche la mancanza del previsionale 2015 non poteva essere utilizzato come paravento per affossare la Città ed il Consiglio, che sarebbero stati i primi a pagare le spese di una eventuale bocciatura del bilancio consuntivo. Certamente – ha incalzato il deputato regionale di Sicilia Futura – gli animi sono stati esasperati dalla lentezza con cui la Giunta Accorinti ha prodotto gli atti propedeutici al voto in Aula, fatti tecnici che dimostrano come chi amministra Messina da oltre due anni non ha ancora preso le misure alla macchina organizzativa. Ciò è davvero deprimente e pertanto restiamo sempre e comunque in attesa di segnali politici chiari da parte delle varie componenti del Consiglio per poter voltare definitivamente pagina. Punto nodale sarà il parere che il Ministero e la Corte dei Conti daranno e in attesa del quale noi stiamo continuando, coerentemente, a supportare l’azione della Giunta per evitare il dissesto; ma è chiaro che a fronte di questa nostra linearità d’azione gradiremmo maggiore prudenza e trasparenza negli atti posti in essere per il raggiungimento del comune obiettivo”.

Picciolo naturalmente tira in ballo E’ esemplare a tal proposito l’ultimo caso sui criteri e le modalità d’individuazione di due figure dirigenziali per la macchina comunale. “Un’amministrazione che ha fatto della giustizia e delle legalità una bandiera non può certamente scivolare su simili episodi perché il rischio è veramente di far parlare di continuo della nostra comunità per fatti “incresciosi” contrari alla buona amministrazione. Chiediamo quindi maggiore chiarezza e sincerità a questa Amministrazione perché, è bene dirlo, noi non faremo sconti a nessuno, se sarà il caso neppure al nostro interno, e saremo i primi a denunciare nelle sedi opportune eventuali atti contrari alla crescita di Messina; e se qualcuno che giudichiamo capace ha però definito mediocre il sistema organizzativo con il quale giornalmente si confronta, si faccia anche lui un bell’esame di coscienza, dica quello che non va e secondo i suoi poteri tagli gli eventuali rami secchi; ma preliminarmente si confronti e capisca il valore di quanti, in ogni momento, e sono la maggioranza, si sacrificano per far andare avanti amministrativamente la città tra mille difficoltà organizzative e carenze politiche”.

F.St.