Due delibere su tre ritirate, sul piano pratico l’amministrazione Accorinti arranca

L’amministrazione Accorinti inciampa ancora sui rifiuti. Dopo la delibera sul piano di rientro dei debiti con l’Ato , l’esecutivo di Palazzo Zanca è stato costretto a ritirare anche la delibera contenente il regolamento sulla Tares . Entrambe considerate urgenti dal vice-sindaco Guido Signorino, che nei due provvedimenti c’ha messo lo “zampino”, una volta arrivate in Consiglio comunale sono dovute tornare sul tavolo della giunta.

La delibera sui debiti con l’Ato, che ha “costretto” i consiglieri comunali a sedere tra gli scranni di Palazzo Zanca persino il giorno della la vigilia di ferragosto, dopo essere stata ritirata per essere modificata , non è mai più tornata in Aula e sono in molti a chiedersi che fine abbia fatto. Vita travagliata anche per il regolamento Tares, che Signorino avrebbe voluto venisse approvato entro il 31 ottobre ma che, dopo ben tre sedute consecutive del Civico Consesso, è stato ritirato per un vizio di forma , legato alla tempistica con cui è stato presentato il maxiemendamento “della pacificazione”, proposto direttamente dall’amministrazione comunale per andare incontro alle richieste avanzate dal Consiglio comunale nel corso delle due sedute precedenti .

Rimandando ad altro articolo per i dettagli sui lavori dell’ultima seduta del Civico Consesso, qui vale la pena sottolineare che dal giorno dell’insediamento ad oggi l’amministrazione ha portato in Aula solo tre delibere: oltre a quelle sui debiti con l’Ato e sul regolamento della Tares, anche quella sulle affissioni pubblicitarie, che era sta però redatta durante la gestione commissariale targata Croce e che,comunque, prima di essere approvata è rimasta in stand -by per settimane.

Dopo quasi cinque mesi di Amministrazione Accorinti, all’ordine del giorno non ci sono ancora né il bilancio consuntivo 2012, approvato dalla giunta ma ancora privo del parere dei revisori dei conti, che hanno col fiato sul collo anche il commissario ad acta Garofalo; né il bilancio previsionale 2013, che dovrà essere approvato entro il 30 novembre; ma soprattutto non c’è , neanche “nell’aria”, alcuna delibera che riguardi ambiti di competenza che non siano del vice-sindaco Signorino.

Nulla sull’Atm, di competenza dell’assessore Cacciola; nulla sul Piano Regolatore Generale, scaduto nel 2010, di competenza dell’assessore De Cola ; nulla sui servi sociali, di competenza dell’assessore Mantineo; nulla sull’edilizia scolastica e sui mercati di competenza dell’assessore Panarello; nulla su verde pubblico e ambiente di competenza dell’assessore Ialacqua; nulla sulle politiche del mare e sulla protezione civile, di competenza dell’assessore Cucinotta; nulla sulla cultura dell’ormai ex assessore Todesco. Niente di niente, insomma, nonostante i buoni propositi e le tante, quelle sì ,iniziative estemporanee messe in campo dai vari esponenti di giunta in questi mesi .

Ma per cambiare il volto della città serve una programmazione efficace e capillare in tutti i settori , così come per far rinascere l’Atm non basta mettere in strada 50 autobus, se hai un’azienda che continua a produrre più debiti che chilometri. Che fine ha fatto, ad esempio, il contratto di servizio che dovrebbe regolare i rapporti tra il Comune e la sua società speciale? Pare sia stato riposto in un cassetto, per via di una diatriba con la Ragioneria Generale del Comune, che considera troppo oneroso per le casse dell’ente quel trasferimento annuo di 21 milioni di euro e per ragioni di bilancio non è disposta a concederne più dei 17 milioni attuali.

Se sul piano simbolico e mediatico , la giunta Accorinti vola, catturando consensi anche oltre lo Stretto ed il Bel Paese, sul piano amministrativo sembra arrancare e siamo sicuri di non commettere reato di “lesa maestà” se diciamo che deve ingranare un’altra marcia per consegnare ai messinesi una città migliore di quella lasciata dai precedenti amministratori. (Danila La Torre)