MESSINA – “Dai dati siciliani emerge tutta la drammaticità di una situazione che nell’arco di dieci anni è mutata in negativo. Commercio e servizi pur rimanendo settori preminenti dell’economia siciliana, pagano in modo pesante più di ogni altro settore una crisi sistemica alla quale la classe politica che ci governa non è stata capace di far fronte con provvedimenti diretti, snelli ed efficaci utili a salvare migliaia di piccole imprese costrette a chiudere i battenti”.
Lo affermano i presidenti di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio; Messina, Carmelo Picciotto (nella foto); Siracusa Elio Piscitello; Enna, Maurizio Prestifilippo e Caltanissetta, Massimo Mancuso.
“Messina – spiega Confcommercio – è la città metropolitana che sta soffrendo di più”, sottolinea preoccupato Carmelo Picciotto. A suo avviso “solo mettendosi fianco a fianco in un progetto di alleanza territoriale, con uno sforzo unitario d’azione, si può tentare di invertire la rotta. Solo ora – aggiunge – si sta capendo il male fatto a Messina da una politica incompetente e irresponsabile.
Occorre un disegno politico di sviluppo economico che guardi anche e soprattutto al territorio e alle piccole imprese. Bisogna anzitutto pensare a potenziare le infrastrutture – incalza Picciotto – per cogliere appieno le occasioni di crescita. Sono fiducioso e credo che la nuova classe politica della nostra città possa creare una “rete” che metta in relazione anche la camera di commercio e le organizzazioni sindacali al fine di disegnare un quadro di sviluppo unitario”.
Oggi, purtroppo – spiegano i presidenti di Confcommercio – occuparsi di commercio non paga e quindi “assistiamo ad un quadro disarmante e privo di prospettive per i più giovani. C’è un sistema economico al collasso, soprattutto nelle aree interne di una Sicilia che non riesce ad inserire più i suoi giovani nel mondo del lavoro e che li costringe all’emigrazione. Purtroppo, di fronte alla freddezza dei numeri c’è poco da fare”.
Confcommercio lancia un appello “affinché chi ha un ruolo istituzionale metta in campo tutte le azioni utili a trovare tutte le soluzioni possibili, a partire da quel gap infrastrutturale e dai costi di collegamento con la Sicilia che condizionano inevitabilmente tutte le attività imprenditoriali”. (C. C.)