L'omicidio del giornalista Beppe Alfano, quasi 22 anni dopo, fa da sfondo a vicende ancora poco chiare. Il ruolo della Barcellona mafiosa in importanti vicende di mafia e di Stato è emerso da tempo, ma non ne sono state ancora svelate tutte le verità. Rosario Pio Cattafi, l'avvocato considerato il traid union tra cosche sicule, apparati dello Stato e finanza, è stato arrestato ma non ha ancora chiarito tanti punti oscuri. Da Barcellona a Messina, mandanti ed esecutori dell'omicidio del professore Matteo Bottari, nel 1998, sono ancora un mistero. E il settore dei rifiuti é ancora quello sotto la lente, anche per l'alto rischio di infiltrazione criminale.
Sono questi i punti più delicati trattati ieri dalla Commissione nazionale antimafia, che ha appreso dal procuratore capo Guido Lo Forte quali sono gli spunti investigativi più recenti su quelli che sono ancora i grandi misteri da svelare.
Lo Forte ha preferito "lasciare a casa" i pm Vito Di Giorgio e Angelo Cavallo. La loro audizione era in scaletta proprio perché a loro sono affidate le inchieste più scontate. Ma ieri erano assenti, e anche il capo si è sbottonato poco sui risultati delle indagini ancora in corso. Secretati, quindi, i verbali della Commissione nella parte in cui si parla dell'omicidio di Beppe Alfano, ucciso nel '93. Un omicidio su cui la recente collaborazione del boss Carmelo D'Amico, capo dell'ala militare dei barcellonesi, sta aprendo scenari inediti. La Commissione ascolterà Sonia Alfano, figlia del giornalista ed ex presidente della commissione nazionale europea, e il legale Fabio Repici.
Ma casi aperti ce ne sono ancora tanti: dalla latitanza di Santapaola a Barcellona e le vicende connesse alla trattativa stato – mafia, passando per l'omicidio Bottari. Un passaggio dell'audizione ha riguardato proprio l'uccisione del professore, genero dell'allora Rettore. Proprio il clamore di quel delitto, nel '98, portô la Commissione per la prima volta a Messina. Siamo nel 2014, ma spiragli ufficiali non ce ne sono. La Commissione ha rivolto diverse domande a magistrati e vertici delle forze dell'Ordine sull'assetto dei poteri in città, oggi come nel '98, e sul ruolo della massoneria sia in riva allo Stretto che in provincia. Domande a volte cadute nel vuoto.
Ben altra eco hanno avuto le delucidazioni chieste in merito ad un tema che la Commissione aveva ampiamente trattato, nel 2005. Cioè la gestione del settore rifiuti. Un settore sotto la lente della Procura a 360 gradi, tanto che accanto alla procura ordinaria, ad occuparsi di Messinambiente ed Ato ci sono anche la Direzione distrettuale antimafia e gli investigatori della Dia. Preoccupa, oggi come allora, la capacitá della criminalitá di infiltrarsi nel settore. Non sarà un caso che, malgrado i 9 anni trascorsi, molti dei dipendenti giá coinvolti in importanti inchieste siano ancora in servizio negli stessi ruoli.
Alessandra Serio