Chi si aspettava delle risposte, dei chiarimenti o delle assunzioni di responsabilità è tornato a casa scontento. Riuscire a capire perché la città è ancora in emergenza rifiuti e soprattutto scoprire quando si potrà tornare alla normalità è rimasto un mistero. Da Messinambiente in questi giorni più volte il liquidatore Giovanni Calabrò e il responsabile tecnico Roberto Lisi hanno spiegato i problemi riscontrati in questo ultimo mese, hanno parlato di difficoltà con i mezzi e con le discariche abusive, hanno spiegato i salti mortali che si continuano a fare per tamponare giorno dopo giorno ogni nuova criticità. Ma i consiglieri comunali volevano di più. Volevano che fosse l’assessore Daniele Ialacqua a parlare di questa emergenza senza fine, volevano capire come la politica intende affrontare quella che non è una questione temporanea ma ormai un’amara consuetudine. E per questo ieri mattina aveva convocato per il secondo giorno consecutivo l’assessore all’Ambiente e i liquidatori di Messinambiente e Ato3, Calabrò e Trimboli. Si doveva continuare a discutere di emergenza, dovevano arrivare le risposte ai quesiti che i consiglieri comunali avevano posto durante la seduta di mercoledì mattina. Il dibattito però si è infuocato quasi subito dopo le prime dichiarazioni dell’assessore Ialacqua che ancora una volta ha preferito guardare al passato per ricordare che anche nelle precedenti gestioni la città non ha mai brillato per pulizia e cercare le responsabilità dell’attuale situazione fuori da Palazzo Zanca. Ialacqua ha innanzitutto puntato il dito contro la Regione che continua a non avere un modello di gestione virtuoso ma che obbliga gli enti locali a soglie di raccolta differenziata irraggiungibili, visto che manca impiantistica e il potere è ancora in mano alle discariche. Nonostante questo quadro regionale desolante ha parlato del Piano Aro di cui Messina si è già dotata, dei progetti e degli obiettivi fissati in questi in due anni, delle iniziative avviate sul fronte del porta a porta. Risposte che però non hanno minimamente soddisfatto i consiglieri comunali che avrebbero voluto un focus più approfondito sia sulla questione emergenza che sui costi che la città e il Comune continuano a sostenere per tenere in piedi un sistema che ormai è collassato. Perché dopo due anni l’unica certezza su cui sembrano essere tutti d’accordo è che Messinambiente è giunta al capolinea e non è più in grado di garantire servizi efficienti e all’altezza degli oltre 41 milioni che i messinesi pagheranno di Tari.
Proprio su questo punto è tornato il consigliere Giuseppe Santalco, che aveva già concentrato la sua attenzione sulla perizia finanziaria e su quei servizi che costano cifre a sei zeri ma che non vengono svolti perché mancano le spazzatrici o i lavoratori vengono dirottati in altri servizi in base alle priorità. Visto che di fronte a queste dure affermazioni non è arrivata nessuna smentita, bensì una conferma da parte degli stessi manager di Messinambiente, Santalco ha ribadito l’ipotesi di ridurre del 20% la Tari 2015, Ialacqua ha risposto che la perizia finanziaria si basa su rapporto Ispra e contratti nazionali e per questo contiene costi standard che per quest’anno prevedono un impegno di 29 milioni per la sola Messinambiente. Costi standard ma servizi pessimi o inesistenti, questo il concetto ribadito e a tratti urlato in aula. “ Se si vuole ridurre la perizia del 20% verrebbero a mancare circa 6 milioni di euro che significherebbe mancata copertura per gli ultimi mesi dell’anno e dunque debiti fuori bilancio, o licenziamento di circa 100-150 dipendenti, guarda caso proprio il numero esatto delle ultime assunzioni fatte dalla società. Se questo è l’obiettivo abbiate il coraggio di dirlo” ha replicato seccamente Ialacqua, attirando le ire di molti consiglieri, soprattutto Daniele Zuccarello che ha iniziato a snocciolare i numeri dell’ultimo piano finanziario dimostrando come non ci sia stato nessun risparmio rispetto agli ultimi anni in tema di gestione rifiuti ed evidenziando anzi che proprio nel 2015 tra Tari e servizi di verde pubblico spostati nella Tasi i cittadini pagheranno ancor più del passato. Il consigliere ha poi ricordato che, proprio in quel passato tanto criticato da Ialacqua, quando Messinambiente non svolgeva i servizi era l’Ato3 a tagliare subito i trasferimenti, mentre a quanto pare oggi le cose funzionano in modo diverso, ha ricordato che quei 100 dipendenti, etichettati da Ialacqua come surplus per un’assunzione che non doveva essere effettuata, oggi sono fondamentali per garantire continuità ai servizi. Un botta e risposta infuocatissimo, anzi un doppio dialogo a senso unico con l’assessore da un lato e Zuccarello dall’altro a contestare ogni passaggio della gestione Ialacqua-Ciacci di questi due anni di amministrazione.
Anche Franco Mondello non ha risparmiato critiche a tratti pesanti, passando in rassegna gli eventi degli ultimi tempi, a cominciare dal mistero su eventuali nuovi debiti fuori bilancio prodotti nell’ultimo anno, viste anche le numerose relazioni con cui Ciacci puntualmente reclamava più risorse poiché quelle disponibili non erano sufficienti.
In vista della Tari la discussione si preannuncia già incandescente, i consiglieri forse mai come adesso non hanno intenzione di muovere un passo senza comprendere a fondo cosa c’è dietro tutti i numeri, soprattutto adesso che i rifiuti sono a carico totale dei cittadini e le strade continuano ad essere sporche.
Francesca Stornante