Messin…tuta continua ad essere tema di scontro tra amministrazione e consiglieri comunali che ricordano all’assessore Pino sia le priorità che la necessità di rendere accessibili e fruibili palestre e strutture sportive prima ancora di pensare all’abbigliamento da indossare.
Il progetto è ancora allo stato embrionale e nonostante un’intera seduta di commissione non si sono conosciuti i dettagli, vuoi perché il rappresentante del Coni, Aldo Violato, non si è presentato, vuoi perché il professor Cassania, chiamato a sostituirlo, è dovuto andar via e non si è potuto dilungare : “Vogliamo portare la sperimentazione di Messina a livello nazionale. Abbiamo problemi agli impianti sportivi, è vero, ma ci sono i cortili. E i nostri alunni hanno pensato ad uno slogan: aiutati che Dio d’aiuta”, vuoi infine perché l’assessore Pino ha accennato solo alle linee generali. Messin…tuta continua quindi a restare una sorta di “ufo” un oggetto misterioso che nelle prossime settimane sarà forse approfondito visto che i consiglieri hanno sollecitato l’assessore a depositare ufficialmente il progetto. Le scintille sono scoppiate sin dall’avvio della seduta con la consigliera Antonella Russo che ha contestato all’assessore Pino l’aver replicato con una nota ufficiale rispondendo ad un post su facebook dell’esponente Pd(episodio analogo è accaduto con l’assessore Santisi che ha replicato ad un post facebook di Libero Gioveni). “A domande istituzionali si risponde per vie istituzionali” ha ricordato la Russo, evidenziando l’irritualità di un’amministrazione che replica sui social. “Vorrà dire che d’ora in poi pubblicheremo su Facebook le nostre interrogazioni-ha rincarato la dose Nino Carreri- Peccate d’inesperienza politica, di fronte alle critiche vi arrabbiate. Non c’è nulla di personale, noi contestiamo azioni amministrative, non fatti personali”.
L’assessore Pino ha spiegato che il progetto è in fase embrionale e “punta a combattere gli effetti della sedentarietà e dell’obesità oltre a cercare di migliorare le relazioni intragenerazionali, tra nonni e nipoti. Il progetto dovrebbe interessare una decina di scuole, portando anche i nonni nelle aule per raccontare quel che facevano da piccoli in tema di giochi e di sport. Vogliamo riportare lo sport a scuola. Ci saranno dei tutor tecnici, tutti volontari, che affiancheranno i nonni. Ci stiamo avvalendo della collaborazione della facoltà di scienze motorie e dell’associazione pediatri. Speriamo di ottenere risorse nazionali o europee. So che è arduo in questa città parlare di cambiamento culturale ma vogliamo provarci”.
Dalla spiegazione dell’assessore Pino e dalle poche dichiarazioni del docente “pensiamo di avviare una sperimentazione”, nulla si è saputo sui dettagli concreti del progetto, il come, il chi, il quando ed il dove, il chi paga, né sul perché siano stati interpellati i presidenti dei quartieri invece dei dirigenti scolastici e il consiglio. Il fuoco di fila degli interventi dei componenti della commissione ha toccato i diversi aspetti. Da Daniela Faranda: “anche Michelle Obama si è battuta contro l’obesità, ma vorremmo sapere meglio quali studi avete effettuato a Messina, quali dati e soprattutto i dettagli del progetto, invece di limitarvi a leggere i nostri post sui social” a Nicola Cucinotta: “C’è un tempo per ogni cosa. Messina sta attraversando un momento drammatico, ci sono emergenze continue, non era questa la tempestica né sono questi i modi per risolvere i problemi dell’obesità. Vi chiediamo più concretezza e più partecipazione. Potevamo discuterne prima in Aula invece non lo avete fatto”.
Dai banchi dell’Udc Franco Mondello ha ufficialmente invitato l’assessore “a replicare al Fatto Quotidiano che ci ha dipinti come una città che mangia cannoli, con chiari riferimenti e allusioni, e patatine. Il giornalista ha offeso tutta Messina e i messinesi e lei non ci ha difeso. Messina è piena di persone perbene. Non è possibile che se viene criticato un progetto si accusi un’intera città di non si sa bene quali vergogne e inciviltà”. Dura anche Antonella Russo che ha ricordato come per ben 2 anni la delega allo sport l’abbia tenuta Accorinti, che ha insegnato sport per tutta la vita ma da assessore e sindaco non ha fatto nulla per gli impianti “si è occupato solo della delega alla pace ed all’amicizia”. Sulle condizioni degli impianti si è soffermato Daniele Zuccarello, che si è presentato in tuta e scarpe da ginnastica: “Lei sa quante palestre non funzionano nelle scuole messinesi? Sa quanti impianti sono inaccessibili e chiusi? I bambini si possono anche mettere in tuta, ma poi non sanno dove e come fare sport. Questo progetto ricorda il pedibus… Invito lei e la Panarello ad andare con il pedibus nelle scuole e verificare quel che ho detto. Invece di Messin…tuta vi suggerisco un altro progetto Messin…sicurezza degli impianti, oppure Messin..piedi di questa città”. Sulle condizioni degli impianti si è soffermato il vicepresidente del consiglio Nino Interdonato: “Nelle strutture manca dall’acqua calda alle porte. Nel corso di una seduta, assessore Pino le ho chiesto lumi sulla mancata autorizzazione da parte del ragioniere generale di una spesa da 150 mila euro per la manutenzione di tutti gli impianti. Lei mi ha risposto che si sarebbe informato. Sono trascorsi altri 2 mesi. Le dico com’è finita. Per autorizzare la manutenzione degli impianti ed impegnare 150 mila euro gli uffici hanno fatto trascorrere 6 mesi….. Voi non sapete cosa accade nei vostri Dipartimenti….”. E se Giuseppe De Leo ha sottolineato lo scollamento nei rapporti con il Consiglio Nina Lo Presti ha affondato il colpo: “con queste iniziative prestate al fianco a chi rappresenta quei partiti che hanno causato il disastro di attaccarvi. Diventate indifendibili”. A fine seduta i consiglieri rimasti erano 4 ma del progetto si conoscono ancora le linee generali. C’è da chiedersi perché prima s’invita a fare movimento ma poi, stando a quanto spiegato in Aula “i nonni andranno nelle scuole a raccontare le loro storie”. La tuta quindi a che serve? E il ruolo delle circoscrizioni? E i nonni come vengono reperiti?E visto che palestre e impianti sono in condizioni inaccettabili, dove andranno nonni e nipoti a fare movimento? Con quali risorse?
Rosaria Brancato