SAN LORENZO (RC) – Una “lettera aperta” al neoGovernatore calabrese Roberto Occhiuto sulla difficile situazione di San Lorenzo, centro grecofono in cui il portavoce provinciale della Fiamma tricolore Peppe Minnella s’era candidato alla sindacatura. Un territorio onerato di problemi davvero micidiali.
Con 80 suffragi su 1.028, la Fiamma era rimasta poco sotto l’8% per cento. La cosa grave, sotto il profilo squisitamente istituzionale, è che il sindaco trionfalmente eletto col 92,2%, Giovanni Manglaviti (Democrazia e partecipazione), poche ore aver vinto le Amministrative dopo è stato proclamato ineleggibile per via di una vecchia condanna che neanche pensava fosse rimasta in casellario giudiziale.
La situazione laurentina, evidenzia Minnella nella “lettera aperta” a Occhiuto, «rappresenta un unicum in negativo persino in Calabria; e già questo basta per immaginare di quale contesto di gravità stiamo parlando, in una regione in cui le emergenze sono all’ordine del giorno e intasano l’agenda politico/amministrativa».
Ecco allora la sete che da oltre 30 anni attanaglia San Lorenzo, «luogo meraviglioso che va dal mare Jonio fino all’alta montagna, patria di ben due Santi e primo comune affrancatosi dal dominio borbonico» dove però si riscontrano «tutti i problemi già presenti in Calabria ma moltiplicati per “X” volte. A San Pantaleo, una frazione del Comune laurentino, ad esempio, lo scorso mese di agosto l’acqua è stata presente nelle case per 2 ore! No, attenzione, non 2 ore al giorno ma due ore per tutto il mese». E questo a dispetto della vicinanza dell’Aspromonte, «una montagna grondante acqua».
Da aspirante alla fascia tricolore, spiega Peppe Minnella, ho toccato con mano «il disagio e i problemi vissuti dalla gente oltre che la sfiducia totale nelle Istituzioni d’ogni ordine e grado»; cosa palpabile, anche nel 28% d’elettori recatosi alle urne nel 2020, trasformatosi in un molto più rotondo 38% dieci giorni fa.
Sfiducia, evidentemente, purtroppo rafforzata dal singolare frangente dell’ineleggibilità di Manglaviti, proclamata a poche ore dalla sua schiacciante vittoria elettorale.
«Se veramente vuole da subito dimostrare di essere diverso dai suoi predecessori – scrive Minnella al presidente Roberto Occhiuto –, venga a San Lorenzo al più presto, ad ascoltare i bisogni della gente, a vedere come è costretta a vivere, morbosamente attaccata alle proprie origini e alla propria terra e dia un segno tangibile di cambiamento. Quello di cui oggi San Lorenzo ha bisogno per tornare a vivere è semplicemente una condotta che porti l’acqua da quella montagna che abbiamo alle spalle e una strada decente che colleghi il mare all’Aspromonte producendo così una ricaduta positiva su tutti i Comuni del comprensorio».
Potrebbe pensarci l’Ente comunale del Basso Jonio reggino, si dirà. «Lo chiedo a Lei, perché il Comune non può farlo», previene ogni quesito l’esponente della Fiamma, chiarendo che oltre al commissariamento il Comune si trova «in dissesto da 5 anni, non possiede risorse, personale, mezzi: proprio nulla, in quanto simbolo di quella politica che noi vogliamo scardinare».