REGGIO CALABRIA – Attenzione giustamente concentrata sulle elezioni regionali. Ma com’è andata alle Amministrative, nel Reggino e fuori?
La notizia più importante da queste parti è ufficiale giusto in queste ore: a Siderno – unico dei 19 centri del Reggino coinvolti direttamente dalle Comunali con popolazione superiore ai 15mila residenti – si andrà al ballottaggio. L’ex assessore regionale Maria Teresa Fragomeni e Domenico Barranca si contenderanno la poltrona di successore dell’ex sindaco Pietro Fuda (come si ricorderà, il Comune fu sciolto quando il mandato dell’ex senatore era ancora ben lontano dall’essere completato).
La Fragomeni – supportata da Pd e una civica – è in testa col 44,2% dei suffragi; indietrissimo il “cavallo” del centrodestra, Barranca – pur sostenuto da cinque liste diverse –, al 25,7 per cento.
Come in ogni ballottaggio che si rispetti, tuttavia, “si riparte da zero”.
Un ruolo importante, in questa “disparità” di consensi, ce l’ha peraltro avuto la notevole affermazione (21,8%: giusto 363 suffragi meno di Barranca) di Stefano Archinà, per 8 anni di fila alla guida del Comitato regionale arbitri della Calabria e in atto, sempre nel settore arbitrale, componente nazionale dell’Aia.
Siderno era uno dei soli tre centri sopra i 15mila abitanti coinvolti nelle Amministrative in questa tornata. Cos’è successo negli altri due?
A Cosenza, nettamente il più importante sia per popolazione, sia perché unico capoluogo di provincia direttamente interessato alle Comunali, toccherà pure il ballottaggio. E, curiosità, questo accadrà fra due quasi-omonimi, come peraltro appariva scontato alla vigilia: il candidato del centrodestra Francesco Caruso (37,4% il consenso per lui) dovrà vedersela col socialista “storico” Francesco Alessandro “Franz” Caruso (23,8%).
Per cui, una sola certezza si ha fin d’ora: che a Palazzo dei Bruzi il successore di Mario Occhiuto, dopo 10 anni, si chiama Francesco Caruso… e non è – peraltro – l’unico Francesco Caruso, l’esponente no-global per intenderci, che fu parlamentare della città.
Ma era coinvolta anche un’altra fra le città nettamente più rilevanti dell’intera Calabria: Lamezia Terme, dove peraltro si rivotava esclusivamente in quattro sezioni i cui esiti sarebbero stati “inquinati”. E la cosa aveva portato allo scioglimento dell’Ente, in attesa di tornare alle urne specificamente per le 4 sezioni interessate.
Ma dai suffragi nelle sezioni 2, 44, 73 e 78 non è venuto fuori il “ribaltone”, rimasto solo potenziale. Sicché sindaco sarà nuovamente Paolo Mascaro (35,7% dei suffragi per lui nelle quattro sezioni in questione); a Ruggero Pegna è andato il 31,7%, a Massimo Cristiano il 15,8%, a Eugenio Guarascio l’11%, a Silvio Zizza il 3,3% e a Rosario Piccioni il 2,4 per cento. E non avrà luogo nessuna variazione quanto ai consiglieri comunali eletti.
Vediamo ora com’è finita, nel complesso, negli altri 18 Comuni del Reggino chiamati al voto amministrativo.
A Bova si conferma Santo Casile (Bova unita per il futuro), piegando per soli 8 voti (143 a 135) lo sfidante Leo Casile (Il sole di Bova).
A Camini alla fine riesce a farsi rieleggere l’uscente e unico “in corsa” Pino Alfarano, corsa contro il quorum del 40% che è stata un po’ un patema d’animo, visto che entro le 23 di domenica 3 ottobre aveva votato solo il 32,58% degli aventi diritto. Alla fine il candidato della lista CaminiAmo insieme ce l’ha fatta per un pelo (42,8% ossia 359 elettori andati globalmente a votare. A suo favore però “solo” in 301, visto che questo ridottissimo elettorato ha prodotto anche la bellezza 33 schede nulle e 25 bianche).
Nel dopo-Giugno, nuovo sindaco di Careri – ancora nella Locride – è stato eletto Giuseppe Pipicella della civica Rinasciamo col 52,35% dei suffragi; sconfitto Pietro Sergi della civica di Rivoluzione logica col 47,65 per cento.
A Delianuova invece, il raggiungimento del quorum dei votanti premia automaticamente Domenico Licastro (Uniti per Delianuova) nel dopo-Francesco Rossi, ex sindaco deliese ed ex metroconsigliere reggino del centrosinistra, giusto nel luglio scorso condannato in primo grado a 12 anni di reclusione con l’addebito d’essere la longa manus della cosca Alvaro.
Plebiscito che ha sfiorato il 90% dei consensi, a Ferruzzano, per tributare il mandato-bis a Domenico Silvio Pizzi (Spighe di grano); briciole o poco più per lo sfidante Giovanni Romeo (Colomba).
Galatro incorona Pino Sorbara (Unità popolare) col 52,6% dei suffragi; comunque ottima la prova dell’antagonista Biagio Marazzita (Galatro viva per il futuro), che ha ottenuto il 47,4 per cento.
La combattutissima sfida tra “volponi” della politica calabrese a Gerace termina con la conferma dell’ex consigliere regionale Peppe Pezzimenti (Rinnovamento democratico, 56,5%); niente da fare per l’ex presidente regionale di Anci Sanità Pino Varacalli (Geracè noi 43,5).
Primo cittadino di Mammola è confermato Stefano Raschellà: 61,15% al candidato di Avanti con Mammola nel cuore, 38,85% per il rivale Antonio Longo supportato dal Movimento civico Mammola al centro.
Contrariamente a quanto diffuso in un primo tempo, Melicuccà è risucita ad avere un nuovo sindaco nel competitore unico Vincenzo Oliverio (Insieme): i 452 votanti rappresentano il 34% e rotti del corpo elettorale, ma detraendo gli iscritti all’Aire, registro degli elettori residenti all’estero, si raggiunge comunque il quorum del 40 per cento.
Melicucco ridà fiducia a un ex sindaco, Franco Nicolaci (Coloriamo Melicucco), che ottenendo il 50,2% in concreto la spunta per 12 suffragi appena sull’uscente Salvatore Valerioti sostenuto da #Unitisipuò (49,8).
“Missione compiuta” a Melito Porto Salvo: l’importante centro del Basso Jonio reggino, sciolto quando primo cittadino era Giuseppe Meduri, lo scorso anno aveva visto le urne disertate. Stavolta Salvatore Orlando ce la fa, nella sua corsa solitaria: il 58% dell’elettorato non perde la strada delle urne.
A Palizzi la palma è di Umberto Nocera (Per cambiare Palizzi), che col 60,3% regola l’avversaria Anna Maria Tringali (Palizzi è), che si ferma al 39,7.
Respira nuovamente l’aria della famiglia Tripodi Polistena, che torna a dare fiducia all’ex primo cittadino ed ex consigliere provinciale Michele Tripodi.
Archiviate le percentuali bulgare non meno della pagina-Policaro che portò alle dimissioni appunto dell’ultimo sindaco e a nuove elezioni, Tripodi (Pci-Gernazione.com) col 52,4% s’impone comunque sui due contendenti Francesco Pisano (Polistena Futura) e Letterio De Domenico (La grande Polis).
Di Roghudi già s’era detto: Pierpaolo Zavettieri (Ismia Ja’ Richudi) era l’unico aspirante alla fascia tricolore del centro grecofono, o meglio a riconfermarla come accaduto grazie a un’ampia partecipazione, alla fine del 58,77%, festeggiata curiose il giorno prima, quando ancora si era sotto il 40% (per la precisione, al 38,34) d’affluenza, almeno stando ai calcoli del Viminale.
Paradossale la vicenda di San Lorenzo, dove il candidato che il sindaco avrebbe potuto farlo, il dirigente storico del Movimento sociale-Fiamma tricolore Peppe Minnella, ha raccattato meno dell’8% dei consensi, mentre il 92,2% dei suffragi ha incoronato un nuovo sindaco, Giovanni Manglaviti (Democrazia e partecipazione), perfettamente consapevole però d’avere un importante precedente penale per un falso in atto pubblico compiuto quando, di San Lorenzo, era vicesindaco.
Il neo-primo cittadino era dunque incandidabile; perciò ai residenti laurentini rimane il commissario.
Rieletto l’uscente Domenico Stranieri (Insieme per Sant’Agata) con un incontenibile 93,2% nella terra dello scrittore Saverio Strati, Sant’Agata del Bianco. Vanno giusto 21 voti sui 309 complessivi al contendente Francesco Zangari (Sant’Agata futura).
A Seminara Carmelo Arfuso (Rinascita) cede invece la poltrona di primo cittadino a favore di uno sfidante, Giovanni Piccolo sostenuto da Rinnova Menti, che l’aveva occupata prima di lui e ora trionfa col 40,03 per cento. Ma stavolta anche il “terzo incomodo” Domenico Savo (Restart) batte l’uscente.
Quanto a Stilo, nella gemma dell’Alto Jonio reggino il dopo-Miriello si caratterizza con il Nuovo capitolo per Stilo (nome della lista civica a suo sostegno) che inizia a scrivere Giorgio Tropeano, superando di misura (55,45%) Antonio Marrapodi di Avanti insieme (44,55).
Nel Vibonese, a Sant’Onofrio l’uscente Onofrio Maragò è sconfitto da Antonio Pezzo.
In provincia di Catanzaro, a Borgia riconfermata Elizabeth Sacco (Unità & Coerenza), prima cittadina ora al suo secondo mandato. Una conferma pure a Chiaravalle Centrale, per Mimmo Donato, supportato dalla civica Ripensiamo Chiaravalle.
Dopo la sconcertante vicenda che ha avuto per protagonista l’ex sindaco Amedeo Nicolazzi, a Petilia Policastro (nel Crotonese) porterà la fascia tricolore Simone Saporito, espresso dalla civica Petilia rinasce.
Tra i centri chiamati a rinnovare il Consiglio comunale nel Cosentino, a Bisignano tributata fiducia a Francesco Fucile (Bisignano futura). Nel dopo-Ramundo, a Fuscaldo prescelto Giacomo Middea (Uniamo Fuscaldo). Rogliano conferma primo cittadino Giovanni Altomare (Rogliano di tutti).
Curiosità, era l’unico contendente Antonio Cersosimo, ed è nuovamente sindaco a San Lorenzo Bellizzi, il minuscolo borgo sul Pollino diventato famoso in tutto il pianeta grazie a Il buco, film del regista Michelangelo Frammartino insignito del Premio speciale della Giuria all’ultima Mostra del cinema di Venezia e ambientato nell’Abisso del Bifurto, a Cerchiara di Calabria, e nella confinante San Lorenzo Bellizzi appunto.