MESSINA – Tra poco più di un mese la struttura organizzativa del Comune di Messina sarà sottoposta ad una “cura dimagrante” senza precedenti. Dal primo ottobre infatti i Dipartimenti di Palazzo Zanca saranno ridotti da ventidue a nove ed il numero complessivo dei dirigenti scenderà dagli attuali 12 a 9. Nella delibera n°485 del 22 luglio scorso 2019 è stata quindi dichiarata «l’eccedenza di tre unità del personale di qualifica dirigenziale».
In queste settimane, non è ancora emersa alcuna novità ufficiale sui nomi dei dirigenti che verranno “defenestrati”. Tuttavia, secondo indiscrezioni, a rischio i dirigenti più a rischio sarebbero Pagano, Cutroneo, Manna e Cardia. I criteri per decidere chi mettere alla porta sono però ancora tutti da stabilire e proprio a tal fine, nei primi giorni di settembre, è previsto un incontro tra l’amministrazione ed i sindacati per fissare i paletti in vista della rivoluzione di Ottobre. Intanto, la giunta De Luca ha dovuto comunque chiarire con apposita delibera quale sarà il futuro dei tre alti funzionari a cui sarà dato il “benservito”
In base alla normativa vigente, di fronte a situazioni di eccedenza o soprannumero, in relazione alle esigenze funzionali o alla situazione finanziaria dell’ente, le pubbliche amministrazioni devono darne immediata comunicazione al Dipartimento della funzione Pubblica e sono altresì tenute a fornire un’informativa preventiva alle rappresentanze unitarie del personale e alle organizzazioni sindacali firmatarie contratto del comparto o area.
Adempiuti questi obblighi, la legge concede tre opzioni alla PA: procedere al collocamento a riposo dei dipendenti in esubero in presenza dei requisiti previsti dalla legge; in subordine, verificare la possibilità di ricollocazione totale o parziale del personale in situazione di soprannumero o di eccedenza nell’ambito della stessa Amministrazione; oppure ricollocarlo presso altre Amministrazioni, previo accordo con le stesse comprese nell’ambito della Regione.
Da Palazzo Zanca fanno sapere che il dirigente del Dipartimento Risorse umane, con nota del 5 agosto scorso ha comunicato che non vi sono dirigenti in possesso dei requisiti per andare in pensione. All’amministrazione De Luca non resta dunque che verificare la possibilità di ricollocazione totale o parziale all’interno del Comune di Messina ( con conseguente “demansionamento”) oppure presso altre amministrazioni nell’ambito della Sicilia.
Nel caso in cui i dirigenti considerati in esubero non potranno essere ricollocati a Palazzo Zanca o trasferiti presso altre amministrazioni nell’ambito regionale, saranno collocati «in disponibilità».
«Durante il periodo in cui il lavoratore è collocato in disponibilità – si legge nel sito dell’Inps – l’amministrazione pubblica è tenuta a corrispondere un’indennità pari all’80% dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale nonché l’assegno per il nucleo familiare, con esclusione di qualsiasi altro emolumento retributivo comunque denominato, per la durata di 24 mesi. In caso di trasferimento cessano gli obblighi contributivi a carico dell’amministrazione di provenienza e il lavoratore è iscritto alle gestioni di riferimento dell’amministrazione di destinazione».
Secondo la giunta De Luca, «la rideterminazione della struttura organizzativa con la riduzione delle posizioni dirigenziali, risponde ad una politica delle risorse umane tese ad ottenere una riduzione stabile delle spese di personale, rendendo nel contempo la struttura più efficiente ed operativa e razionalizzando al massimo livello le risorse a disposizione per una dotazione organica funzionale ai processi dinamici attuali che richiedono una sempre maggiore flessibilità degli apparati burocratici»
L’esecutivo guidato dal sindaco Cateno De Luca evidenzia di aver accertato che «la soppressione di n. 13 posti di qualifica dirigenziale comporta un risparmio teorico della spesa del personale pari ad € 963.797,31 e un risparmio effettivo di circa due milioni di euro».
Danila La Torre