Due parole: vertenza Servirail. Per pronunciarle serve meno di un secondo. In realtà “raccontano” un film lungo ben nove mesi. La definiamo “film” non certo perché essa sia il frutto di una finzione, ma sol perché la sua “trama”, complessa e contorta, ricorda quella di una pellicola d’autore. In tante occasioni siamo rimasti con il fiato sospeso di fronte a chi, colto dal panico di rimanere “a spasso”, senza un lavoro e con una famiglia da portare avanti, ha tentato gesti estremi. Più che colpi di scena, si è però trattato di reali colpi di testa, senza effetti speciali né controfigure. Gli attori, come in ogni sceneggiatura che si rispetti, sono stati tanti: molti sono entrati ed usciti dal video facendo rumore; altri hanno mantenuto un profilo basso; altri ancora hanno preferito direttamente il tappeto rosso, anzi la passerella. C’è però anche chi la scena non l’ha mai abbandonata: parliamo, ovviamente, dei cuccettisti dello Stretto, diventati, loro malgrado, protagonisti della vertenza simbolo di Messina.
Potremmo mantenerci ancora sul piano della similitudine cinematografica, per “raccontare” di colui che a telecamere spente o accese, è stato sempre a fianco dei Servirail: il regista. Non è questa però l’etichetta giusta da utilizzare per Michele Barresi, il sindacalista che in questi nove mesi, dal binario 1 della Stazione centrale fino alla vetta del Campanile, è rimasto fedele compagno dei lavoratori. Scegliamo di non definirlo regista, perché nel supporto dato ai colleghi ormai diventati amici (se non tutti la maggior parte di essi), non c’è stata alcuna macchinazione, bensì solo l’abitudine a vivere e sentire l’esperienza sindacale come una seconda pelle. Ed è questa profonda convinzione ad averlo spinto verso l’addio definitivo alla “sigla” in cui è nato e cresciuto: la Cisl. In pochi sembrano averci fatto caso, ma da qualche giorno Michele Barresi, ex segretario provinciale della Fit Cisl (settore trasporti), è ufficialmente “migrato” nell’OrSa. La voce circolava già da qualche tempo, ma essa ha trovato conferma in uno degli ultimi comunicati stampa diffusi dal sindacato e siglato anche da Barresi.
Una decisione non improvvisa, dunque, quella dell’ex-cislino, ma maturata con il tempo, frutto della consapevolezza di non riconoscersi più in una politica sindacale (e dunque in chi la rappresenta) giudicata troppo lontana dal suo modo di agire. Un solco di vedute divenuto sempre più profondo durante le proteste Servirail, di cui Barresi ricorda un momento ben preciso: «Era il giorno della manifestazione di tutte le vertenze di Messina organizzata in piazza Duomo – ricorda il sindacalista –. In quell’occasione mi sono ritrovato da solo, la Cisl non mi ha appoggiato in questa iniziativa. Lì ho capito che qualcosa doveva cambiare. Io invece resto convinto del fatto che i lavoratori, soprattutto nel momento storico che stiamo attraversando, abbiano bisogno di sentire che il sindacato è al loro fianco, anche in senso “fisico”». Una linea inevitabilmente opposta a quella più “moderata” seguita dai vertici locali, in piena sintonia, d’altra parte, con questo deciso dai “superiori”.
Di fronte all’ex-rappresentante Fit Cisl, quindi, un bivio: ritornare in carreggiata o intraprenderne una nuova. Quest’ultima è stata quella scelta da Barresi. Per tante ragioni: personali «Ho 40 anni, ancora posso permettermi di intraprendere nuove “sfide”»; ma anche professionali «è una realtà in cui non sentivo più di essere a mio agio, posizioni troppe diverse dalle mie». E tuttavia tiene a specificare di salutare con affetto la Cisl «perché è il sindacato che mi ha formato e in cui sono cresciuto. Al tempo stesso mi sento rammaricato perché credevo veramente nella possibilità di iniziare, tutti insieme, un cambiamento. I lavoratori, soprattutto a Messina, hanno bisogno di parole ma anche di azione, partecipazione concreta e supporto morale».
“Ingredienti” che certo non mancheranno a Barresi all’interno dell’OrSa, che in questo passaggio porta con sé anche una fetta consistente di iscritti Cisl, convinti di seguire colui che in questi mesi, ma anche in precedenza, ha rappresentato per loro un punto di riferimento. L’ex-cislino, che in più occasioni ha affermato aver manifestato il proprio malessere al segretario generale Tonino Genovese (evidentemente senza risultati), non varcherà la soglia della nuova casa in punta di piedi. Barresi, infatti, che senza ipocrisie ammette di essere diventato “familiare” anche all’opinione pubblica grazie alla vicenda Servirail, nelle file dell’OrSa non ricoprirà un ruolo da ultimo arrivato. Lo conferma l’incarico che gli verrà affidato e che verrà ufficializzato nel corso dell’incontro che si terrà sabato 15 settembre a Palermo: non un appuntamento qualsiasi ma il “battesimo” che sancirà la “rinascita” dell’OrSa, che da autonoma diventerà sigla confederata. Segretario regionale, come prevedibile, Mariano Massaro; delegato per la provincia di Messina, proprio Michele Barresi. Che pur passando da una confederazione ad un’altra, si dice certo del fatto che nel nuovo “habitat”, regole e principi saranno diversi: «La nuova strutturazione – afferma Barresi – unita all’ “abitudine” della piazza che l’OrSa detiene nel proprio Dna sindacale, darà vita ad un “ibrido” sindacale perfetto. I risultati ci saranno e saranno buoni. Anche a Messina».
Convinzione, consapevolezza e certezza: queste le tre “c” che animano l’entusiasmo con il quale Barresi si accinge ad iniziare la nuova avventura, su cui si dice concentrato anima e corpo. Al bando ogni altra “distrazione”, che in questo momento si fa presto ad immaginare poter essere politica. Ed è lui stesso a confermarcelo: «Ho ricevuto telefonate “trasversali”. Tutti mi hanno chiesto la stessa cosa: disponibilità per una mia candidatura alle prossime amministrative. La risposta è stata una sola: assolutamente no». Un “corteggiamento” spudorato, da centro, da destra e da sinistra, a cui Barresi non sembrerebbe intenzionato a voler cedere. Visto l’argomento, a prescindere dalla persona, l’uso del condizionale è però una regola elementare. Il neo-acquista “orsiano”, pensa adesso a guardare avanti e sul da farsi ha le idee ben chiare: «Intendo partire dallo stesso punto in cui mi sono fermato alla Cisl, ovvero la vertenza Servirail – ha affermato – che ricordo non essere del tutto conclusa. Perché la vicenda sia definitivamente “archiviata”, è necessaria la convocazione di un incontro tra Ferrovie e parti sindacali, durante il quale si sottoscriva l’accordo, che al momento è solo verbale. Finora nessuno ha chiesto l’indizione di questo appuntamento. Tranne l’OrSa». Che ci sia forse lo “zampino” di Michele Barresi? (E.DEP.)