E’ mai possibile selezionare i giornalisti che cureranno la comunicazione della Regione Siciliana chiedendo di rispondere ad una domanda sulla competenza territoriale del processo amministrativo abrogata 10 anni fa? Francamente, giusta o sbagliata che sia, alcuni candidati hanno ritenuto che non sia possibile usare questo criterio ed hanno impugnato la batteria di test per la prima prova del concorso per l’Ufficio stampa della Regione Siciliana (categoria D).
Il Tar di Palermo, in prima battuta, aveva rigettato il ricorso ritenendo che non vi fossero “elementi da cui desumerne la manifesta erroneità o l’evidente non pertinenza con le materie di esame”. Non l’ha pensata allo stesso modo il C.G.A. a cui i ricorrenti si sono rivolti in appello dando quindi ragione ai candidati e attestando l’erroneità della prova e le scelte della Commissione.
Il supremo Organo di Giustizia Amministrativa siciliana, difatti, accogliendo le doglianze specifiche presentate dall’avvocato Santi Delia ha confermato che il quesito n. 59, così come formulato, “appare manifestamente illogico” e, dunque, da annullare. Si trattava di un quesito legato alla nascita degli Uffici relazioni con il pubblico la cui esposizione, tuttavia, appariva evidentemente perplessa. Mentre per ciò che concerne il quesito n. 4, riguardante una legge sulla competenza territoriale del Tar abrogata 10 anni fa, il CGA ha stabilito che la risposta considerata corretta da parte dell’Amministrazione ha creato “incertezza e disorientamento nei partecipanti alla selezione”. Più di un dubbio inoltre è stato formulato anche sul quesito n. 10 con cui si chiedeva ai candidati di discettare sul ricorso straordinario fornendo, tuttavia, una risposta sbagliata.
3 quesiti su 90 che, per una procedura in cui molto si gioca su un fazzoletto di punti e di tempo è, ovviamente, un’enormità. “Da legale che da un decennio segue queste procedure concorsuali a quiz– spiega l’avvocato Santi Delia– mi sento di lanciare un monito alle Amministrazioni a cambiare le modalità di somministrazione di questi quesiti pescati, spesso da Società private selezionate dalle stesse Amministrazioni, da loro banche dati (in qualche caso) ormai datate. Non è concepibile, difatti, che il futuro di studio o lavorativo di un cittadino debba essere deciso da un quiz erroneamente formulato senza che nessuno si curi di capire neanche perché”
Già 11 anni fa, in occasione del ricorso per il test di ammissione nazionale a Medicina, la lotteria dei quiz impazzì, sfornando una batteria con 8 errori, confermati da Tar e Cga. E’ accaduto perché chi ha fatto quei quiz è lo stesso soggetto che li ha validati e ritenuti corretti ai fini di quella selezione. In quella tipologia di test, da allora, si avviò una procedura di validazione successiva alla formulazione che ha fatto diminuire il numero degli errori senza tuttavia eliminarla del tutto.
Nel caso del concorso alla Regione non solo non c’era validazione ma le 90 domande sono state predisposte dalla Commissione il giorno stesso della prova riunendosi alle ore 9.15 del 28 ottobre 2019 e licenziando i quesiti alle ore 12.30 dello stesso giorno. In sintesi non solo è la stessa Commissione che li ha formulati senza attingere a banche dati, ma li ha predisposti in un paio d’ore….. “Il risultato- conclude Delia- non ce ne voglia la Commissione, è disastroso giacchè gli errori e i quesiti totalmente fuori dai programmi che la stessa aveva indicato per tale prova, sono così tanti da lambire la doppia cifra”.
Il concorso era già finito nell’occhio del ciclone, all’indomani della sua pubblicazione. Oggetto della contestazione proposta dall’Assostampa, il sindacato unitario dei giornalisti siciliani, finita al Tar Sicilia e in attesa del merito, gli anomali criteri di selezione.