MESSINA – Mario Muscolino andava liberato dopo le dimissioni del padre Salvatore dall’Asp, dove ricopriva l’incarico di dirigente di dipartimento. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso del difensore, l’avvocato Salvatore Stroscio.
Secondo i giudici della sesta Sezione, ha sbagliato il Tribunale del Riesame di Messina a confermare i domiciliari. Annullata senza rinvio dalla Suprema Corte, quindi, l’ordinanza del TdL del novembre di un anno fa.
I giudici della Libertà avevano rimesso in libertà l’analista Francesco Currò, difeso dall’avvocato Salvatore Silvestro, ma confermato gli arresti domiciliari per padre e figlio, malgrado Salvatore Muscolino dopo il blitz della Squadra Mobile avesse lasciato il ruolo nell’amministrazione. Sono proprio padre e figlio i protagonisti dell’inchiesta della Polizia.
Entrambi devono difendersi dall’accusa di aver messo in piedi un sistema attraverso il quale il padre “usava” i controlli sanitari negli esercizi commerciali e alle imprese per “convincere” i privati ad assicurarsi col figlio.
Il processo è in corso davanti al Tribunale.