Il corpo del 64enne Pietro Lo Turco è stato ritrovato nelle campagne di Mongiuffi Melia lo scorso 1. ottobre. Oggi, a distanza di sei mesi, il gip del Tribunale di Messina, ha condannato a 30 anni Leonardo Lo Giudice, per omicidio aggravato, pena massima determinata per effetto della scelta del rito abbreviato. A suo carico il giudice ha disposto anche l’applicazione delle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell’interdizione legale per la durata della pena ed inoltre lo ha condannato al risarcimento alle parti civili con una provvisionale di 50mila euro per ciascuna.
Lo Giudice era stato arrestato dai carabinieri di Taormina il 22 dicembre scorso in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura della Repubblica guidata dal procuratore capo Maurizio De Lucia.
Le indagini, coordinate dal sostituto Annalisa Arena, e sviluppate dai carabinieri di Taormina e dal Ris di Messina, hanno permesso di ricostruire la storia.
La vittima si era recata in un fondo agricolo per compiere alcuni lavori, era stata affrontata e uccisa con tre colpi di fucile semiautomatico calibro 12 caricato a pallettoni, esplosi alla testa da distanza ravvicinata.
L'assassino è stato individuato perché i proiettili trovati, dopo diverse perquisizioni ai cittadini di Mongiuffi e gli accertamenti del Ris, erano riconducibili ad un'arma di sua proprietà. Il movente, sulla base delle testimonianze raccolte, è da ricondurre ai frequenti dissidi legati ai cattivi rapporti di vicinato tra la vittima e il suo assassino.
Attraverso interrogatori, sopralluoghi, perquisizioni, esame della videosorveglianza, intercettazioni telefoniche e ambientali e analisi tecnico scientifiche del Ris, si erano ricostruiti gli spostamenti dell’indagato il giorno dell’omicidio appurando che, in un orario compatibile con quello in cui l’omicidio era stato commesso, aveva sostato circa quattro minuti in una località assai prossima alla scena crimine. Sulla base dello schiacciante quadro indiziario elaborato, la Procura della Repubblica di Messina aveva ottenuto dal gip il provvedimento cautelare a carico di Lo Giudice che oggi è stato confermato dalla condanna in primo grado.