Con l’insediamento del Consiglio comunale e l’elezione dell’Ufficio di Presidenza prende il via l’attività dei quaranta consiglieri comunali, che si dividerà tra le sedute del Consiglio comunale e quelle delle commissioni consiliari. Nella prima conferenza dei capigruppo, che si è tenuta nel pomeriggio, è stato concordato che gli organismi consiliari scenderanno da 12 a 10, ma saranno composti, come nello scorso quinquennio, sempre da 15 consiglieri. Alla riunione, che si è tenuta a Palazzo Zanca, hanno partecipato la neo eletta presidente del Consiglio comunale Barrile, Trischitta del Pdl, David del Pd, Zuccarello dei Progressisti democratici, Sottile di SiamoMessina, Santalco di Felice per Messina, De Leo del Megafono, Amata dei Dr, Fenech di Cambiamo Messina dal basso e Rizzo dell’Udc. Le 10 commissioni saranno suddivise secondo le deleghe degli 8 assessori, a cui andranno aggiunte la commissione su Regolamenti e Statuto e quella su Bene Comune ( su richiesta esplicita di Cambiamo Messina dal Basso) e sulla valorizzazione del patrimonio storico,culturale ed artistico.
Quest’ultima dicitura è stata fortemente ‘sponsorizzata’ dai Democratici riformisti . "Si tratta di una idea in linea con la necessità avvertita da tutta la cittadinanza di far rifiorire a Messina la cultura e la storia delle tradizioni e mettere queste conoscenze al servizio di uno dei settori più importanti della Messina del futuro", si legge in un comunicato. Per i Dr la commissione dovrà mettere “a sistema il patrimonio storico architettonico, le fortificazioni, i beni naturalistici in generale. Allacciare poi questa offerta al sistema dei trasporti con particolare attenzione alle linee turistiche è il passaggio successivo che un'attenta amministrazione non potrà lasciarsi sfuggire”.
Al termine della conferenza dei capigruppo, Trischitta è stato incaricato di redigere uno schema delle 10 commissioni consiliari, garantendo rappresentanza a tutti i partiti, che dovranno poi indicarne i componenti, tra i quali verrà eletto il presidente. Anche le minoranze hanno rivendicato le presidenze degli organismi consiliari, per non restare schiacciati dai numeri del centro-sinistra, che comunque si è già dimostrato poco compatto nella prima seduta del Consiglio comunale.
Restando in tema di commissioni, dai consiglieri comunali dei Dr, che fanno riferimento ai deputati regionali Picciolo e Greco, è arrivata anche una proposta sulla modifica del regolamento per abolire la doppia firma nelle commissioni e garantire l'effettiva presenza dei Consiglieri solo in caso di reale apertura dei lavori delle stesse. “In linea con la richiesta di moralizzazione – si legge in un comunicato – è necessario un impegno generale di tutta l'aula che in occasione della prima seduta ha mostrato con i fatti l'intenzione di "cambiare registro" ed evitare che tutto si trasformi in un "firmificio" a garanzia dei cittadini e dei consiglieri in special modo di coloro che usufruiscono degli oneri riflessi. I Dr con fatti concreti puntano all'obiettivo unico di migliorare il rapporto con la cittadinanza restituendo dignità all'azione politica”.
La conferenza dei capigruppo è stata aggiornata a giovedì mattina alle 12 per proseguire l'iter di costituzione delle commissioni.
Intanto, i quattro consiglieri comunali di "Cambiamo Messina dal Basso” tornano sull’elezione dell’Ufficio di presidenza del Consiglio comunale, durante la quale, anche grazie ai loro voti, il candidato del Pdl Nicola Crisafi è riuscito a scavalcare di un solo voto , il candidato dell’Udc Libero Gioveni, a cui ha soffiato il ruolo di vice-presidente (il vicario è Nino Interdonato dei Dr, eletto con 27 voti) . Gli accorintiani negano però categoricamente accordi sottobanco. “ Per quanto riguarda l'elezione dei due vice-presidenti – scrivono in un comunicato – essendo state esplicitate e motivate le candidature, abbiamo deciso di votare il nostro candidato insieme al candidato del Pdl. Non c’è stato, quindi, alcun accordo tra noi e il centro-destra. Le nostre decisioni sono state unilaterali e il nostro voto è stato ispirato ad un principio di mero equilibrio istituzionale coerente con il nostro pronunciamento in aula. La mancata elezione del candidato dell'UDC è piuttosto da attribuire allo sgretolamento dell'accordo della maggioranza di centro-sinistra siglato nelle stanze delle segreterie politiche!". Al di là delle spiegazioni “postume” , persone molto vicine al Movimento fanno sapere che la strategia utilizzata in Aula dai quattro consiglieri non è piaciuta a molti , tanto da generare anche qualche scaramuccia all’interno. (Danila La Torre)