Da qualche parte si deve pur ricominciare per ricostruire il Teatro Vittorio Emanuele e allora, per dirla con le parole di Beppe Picciolo “iniziamo da noi, dobbiamo essere noi stessi ad investire. Siamo stanchi di essere finanziati da terzi. Mettiamo idee, progetti, modi per trovare le risorse”.
Con questo spirito i Democratici riformisti hanno chiamato a raccolta le forze culturali, sindacali, imprenditoriali e politiche, per “rimboccarsi tutti insieme le maniche e smetterla di limitarsi alla lamentela”.
All’appello hanno risposto in tanti che hanno portato iniziative e contributi dai quali si può concretamente partire, senza dimenticare il presupposto: non si sono soldi.
All’incontro è intervenuta l’assessore regionale Michela Stancheris, che nel primo pomeriggio ha anche partecipato ad un tavolo tecnico con i sindacati per affrontare tutti i temi roventi sul tappeto e cercare di trovare una soluzione soprattutto economica. I 250 mila euro destinati inizialmente alla ministagione che avrebbe dovuto prendere il via ieri “Primavera dei Teatri” non ci sono, dobbiamo farci bastare quanto arriverà dalla Regione, ma soltanto dopo la Finanziaria Bis che ha ulteriormente sforbiciato le già esigue risorse per i teatri siciliani.
Al tavolo ieri, oltre alla Stancheris, il presidente dell’Ente Teatro Maurizio Puglisi, il sindaco Accorinti, il presidente della Commissione regionale cultura Marcello Greco, il capogruppo regionale Drs Beppe Picciolo.
Il sindaco, dopo le lunghe attese dei mesi scorsi si è detto certo che le nomine del Cda, indispensabili per rimettere in moto la macchina arriveranno in tempi brevi “Non sono solo i soldi a fare una grande squadra nel calcio- ha detto Accorinti- Le grandi squadre si fanno con i vivai. Noi possiamo risorgere con le nostre risorse”.
Tra il presidente Puglisi e l’assessore regionale Stancheris dopo le scintille dei giorni scorsi sta per tornare il sereno, intanto già la prossima settimana ci sarà una novità: “Venerdì prossimo organizzeremo la Festa del Teatro,- ha annunciato il presidente- Apriremo le porte a tutti con un’iniziativa simbolica che vuol dimostrare la nostra determinazione nel far rinascere il Teatro. Simbolicamente faremo un concerto, quel Pierino e il lupo che avrebbe dovuto aprire la mini-stagione Primavera dei Teatri e che non è stato possibile allestire per i motivi a tutti noti. Speriamo sia solo l’inizio”.
Senza risorse è impossibile predisporre una stagione, né mini né maxi, quindi al momento ci si limita ad accogliere le proposte, che non sono mancate.
“La politica messinese non si farà portare via il Teatro- ha detto Marcello Greco- Da quando sono presidente della Commissione cultura ho tenuto una lunga serie di audizioni con l’assessore Stancheris sul Vittorio Emanuele e questa sua tenacia è la prova che faremo di tutto per ricostruire”.
Il più tenace di tutti,secondo le dichiarazioni dell’assessore è stato proprio Greco che in questi mesi avrebbe quasi “stalkizzato”, la Stancheris ribadendo quali sono le necessità e le emergenze di un Ente in agonia. Le proposte non sono mancate. Si va da quella illustrata dall’ex assessore comunale alla cultura Sergio Todesco: “ I lavori al Museo proseguiranno ancora per un po’, quindi perché non portare al Vittorio Emanuele i due Caravaggio e farli ammirare dai turisti e non?”.
Il Teatro tra l’altro è già attrezzato anche per le esigenze di sicurezza e protezione di una simile iniziativa. Per l’Autorità portuale Maurizia Longo e Cristiana Laurà hanno dato la piena disponibilità a tutte le iniziative volte a “far restare” i crocieristi tenendo però in considerazione gli orari dei flussi “ma quel che più conta- ha chiarito Laurà-è vedere nel turismo da crociera solo il trampolino di lancio. Dobbiamo puntare a chi ritorna e a chi viene per restare più di 5 ore”.
L’ex presidente del Teatro Egidio Bernava ha ricordato l’unico punto di partenza da non perdere di vista: i lavoratori, gli artisti, gli orchestrali, le maestranze, “Dobbiamo partire dal lavoro, poi verrà automaticamente tutto il resto”.
Per chi respira “teatro” ogni giorno da una vita ha parlato, con intensità e determinazione Francesca Cannavò: “Il palcoscenico è una realtà nella quale lavori per giorni ma per arrivare ad una sola sera. E’ come produrre 180 bicchieri per venderne uno solo. Comprimere ore ed ore di prove, giorni di lavoro, ad un solo fatto di biglietto è riduttivo. Abbiamo un immenso patrimonio in costumi, scenografie, che sono nei magazzini da anni. Valorizziamolo, riportiamolo in vita, attraverso riallestimenti, noleggi, mostre. Il Teatro è fatto da artisti,scenografi, sarte, orchestrali, che però non figurano, non lavorano più”.
Già, perché il paradosso del Vittorio Emanuele è anche questo, 43 amministrativi in organico, quanto al resto, orchestrali, maestranze, artisti, sono tutti “esterni”, ovvero non contemplati come personale e quindi non stipendiati.
Di grande interesse la proposta illustrata da Orazio Micali per la Sovrintendenza, il progetto Demone Teatro, presentato all’assessorato ai Beni culturali, ma che può ampiamente trovare risposte anche dalla Stancheris.
“E’ a costo zero- ha spiegato- Noi vogliamo valorizzare il teatro sia come manufatto che come industria di cultura. Come bene materiale e immateriale. Messina e provincia sono ricchissime di cultura. Abbiamo 29 teatri, costruiti dal 1600 in poi. Dobbiamo attirare risorse private, non solo pubbliche”. Il progetto è davvero interessante, si snoderebbe in tutte le strutture individuate tra Messina e provincia, da settembre a novembre 2014, con mostre, convegni, spettacoli di diverso genere (prosa,spettacoli di strada, musica, opera dei pupi, etc.) ed un premio. L’assessore ha accolto con entusiasmo tutte le idee presentate anche da associazioni e singoli.
“Vorrei nutrire di cultura tutti i siciliani- ha concluso- perché nutrendo di cultura i singoli potremo avere bravi avvocati, bravi medici, bravi ingegneri, persone straordinarie che amano la loro terra. So che a Messina siete stati derubati della cultura,ma soprattutto i lavoratori del teatro sono stati derubati della dignità del lavoro. La mia idea è quella di ristrutturare il sistema. Vorrei, ad esempio,che almeno un centesimo dei pedaggi del Cas della domenica venissero devoluti al Teatro. Ma dobbiamo fare i conti con i problemi economici. Non voglio che ci siano più polemiche, non voglio abbandonare il Vittorio Emanuele, ma non possiamo moltiplicare le risorse. Dobbiamo trovare risorse anche per andare oltre al pagamento degli stipendi. Posso dirvi che continuerò a seguire giorno per giorno la situazione e che il Cda spero venga ratificato al più presto”.
Rosaria Brancato