«Non pensiamo di essere i migliori, forse siamo gli ultimi, ma vogliano essere rispettati e questo non accade». Per questo ieri sera Renato Accorinti e i suoi assessori non si sono presentati in aula a rispondere ai consiglieri. Per questo hanno deciso di convocare una conferenza stampa e parlare ad un interlocutore diverso. Mentre il Consiglio comunale li aspettava per riprendere la discussione da dove si era interrotta la scorsa settimana, l’amministrazione ha scelto di lasciare vuoti quei posti in sala consiliare e lo ha fatto perché vuole essere rispettata. Sembrano lontani anni luce i giorni in cui Accorinti dichiarava di avere non 4 ma 40 consiglieri perchè quella sancita ieri è una frattura sonora e profonda.
«Quello che è successo il 9 settembre in consiglio è assurdo, siamo stati 7-8 ore in silenzio, con pazienza abbiamo ascoltato e alla fine quando toccava a noi rispondere non c’era più nessuno. Allo stesso modo eravamo pronti questa sera ma volevamo avere lo spazio democratico per rispondere tutti perché siamo stati eletti per amministrare ed è quello che proviamo a fare ogni giorno, il sindaco ha scelto 8 assessori che lavorano così tanto da avere il diritto di parlare».
L’amministrazione voleva schierarsi al gran completo in aula e rispondere uno per uno i consiglieri avevano invece deciso di dare solo ad Accorinti e Ialacqua la possibilità di intervenire, prevedendo delle sedute ad hoc da organizzare nelle prossime settimane con i singoli assessori. Loro però volevano presentarsi ieri, tutti insieme, rispondere alle contestazioni con una lunga presentazione di slide che poi è stata illustrata in una conferenza stampa che si è trasformata nell’occasione per tracciare il bilancio di due anni e mezzo di amministrazione.
«Parlerò di cose concrete, serie, visto che molti mi dicono che le mie priorità sono invertite parlerò di numeri e risultati. Parlo per esempio d rifiuti, dove abbiamo trovato 60 milioni di debiti e nessuna prospettiva mentre noi lavoriamo con atti precisi e sulla cultura delle persone. Parlo di Atm dove grazie a Cacciola e Foti possiamo puntare ad avere 100 autobus alla fine del prossimo anno e dove sta cambiando la mentalità perché è cambiato il modo di gestire quell’azienda. Parlo di teatro, lo avevano chiuso a doppia mandata e buttato la chiave mentre oggi è una realtà che senza risorse ha messo sul palco 15 produzioni, 244 spettacoli e contato 112 mila spettatori. Abbiamo avuto problemi economici che non ci hanno fatto dormire la notte e stiamo aspettando il parere su un Piano di riequilibrio per liberarci da debiti che non abbiamo fatto noi e questo non dobbiamo dimenticarlo perché nascondere il passato è impossibile».
Scatenato, a tratti molto nervoso, un fiume in piena. Renato Accorinti ha parlato di tutto e di più, ma soprattutto ha voluto difendere a spada tratta Daniele Ialacqua, contestatissimo in queste ultime settimane per la sua partecipazione alla manifestazione degli attivisti durante il processo ai due arrestati per i disordini di fronte all’Università nel giorno dello sgombero di quella tenda di cui non si parla più ma che ha scatenato questo terremoto politico. L’assessore all’Ambiente continua a difendersi ma ha deciso di non citare più quellicheceranoprima, nonostante non accetta che si continui a deformare i fatti e a negare il passato: «La seduta del 9 settembre è sembrato uno sfogatoio, capisco che qualcuno non ha ancora elaborato il lutto per aver perso il comando di questo Comune e non riesce a rassegnarsi a questa armata Brancaleone che governa. Nei rifiuti chiedo come si faccia ad accusare noi di uno sfascio che grida vendetta e proprio ora che siamo ad un passo dalle soluzioni entrano tutti in fibrillazione perché evidentemente c’è qualcuno che guadagna dall’emergenza rifiuti». Per l’assessore dunque le soluzioni sono dietro l’angolo e sono rappresentate da Piano economico, piano Aro, contratto di servizio, tutti atti che però ad oggi non sono ancora stati approvati e che proprio in questi giorni sono al centro di un dibattito infuocato per quella Tari ancora troppo alta e per i costi dei rifiuti ancora pieni di ombre.
Così per tutti gli assessori che hanno snocciolato progetti e azioni messe in campo dai singoli assessorati, dalle politiche finanziarie alla mobilità, dalle pari opportunità alle politiche della casa, passando per urbanistica, lavori pubblici, servizi sociali.
Poi un messaggio di Accorinti al consiglio: «Ancora oggi chiedo di lavorare insieme sui progetti che condividiamo, dico di mettere insieme le energie per andare avanti», parole che hanno suonato quasi beffarde perché pronunciate come se nulla fosse accaduto tra la sala giunta e l’aula consiliare.
«Abbiamo vinto un’elezione, la gente ci ha votato per come siamo ed è triste assistere ancora a critiche e polemiche per una maglietta o per una parola fraintesa. Vogliamo lavorare anche con chi e per chi ha idee opposte alle nostre e continueremo a farlo per continuare tutto ciò che abbiamo portato avanti finora».
Probabilmente le stesse cose dette in aula avrebbero avuto un peso diverso. Avrebbero creato nuovo confronto, sicuramente un serrato dibattito, avrebbero generato nuove critiche e polemiche ma almeno sullo stesso terreno di gioco. Invece amministrazione e consiglio hanno deciso di fare i separati in casa. Almeno per una sera. Da oggi vedremo cosa accadrà
Francesca Stornante