C’è voluto più tempo a mettere insieme un numero sufficiente di consiglieri comunali (almeno 23) per iniziare la seduta che per approvare la delibera di presa d’atto delle misure correttive proposte dal commissario straordinario Luigi Croce. Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la proposta deliberativa che recepisce la manovra finanziaria presentata qualche settimana fa dall’ex procuratore capo (vedi correlato) e finalizzata ad instaurare un percorso virtuoso al Comune di Messina, che virtuoso non è affatto. Con la stessa proposta deliberativa, è stato dato mandato «ai dirigenti dei dipartimenti competenti, affinché provvedano ad eseguire le dette misure correttive, previa verifica della conformità delle stesse alla normativa vigente, e previa acquisizione del Collegio dei revisori».
«Le misure correttive del commissario suonano come una sonora bocciatura della classe dirigenziale di questo Comune, in quanto ad ogni passaggio viene sottolineata l’incapacità dei vari Dipartimenti a svolgere le proprie funzioni», è la considerazione polemica del consigliere del Pdl Pippo Capurro. «La gente se la prende sempre con i politici, ma se siamo a questo punto è perché l’unico risultato raggiunto dai dirigenti comunali è stato quello di portarsi a casa l’indennità… di risultato», rincara subito dopo l’esponente azzurro.
Polemiche e misure correttive a parte, queste ultime archiviate con 26 voti favorevoli e nessun contrario, la preoccupazione dei consiglieri comunali riguarda, e non potrebbe essere altrimenti, il bilancio di previsione 2012, senza il quale il dissesto sarà l’unica strada possibile per Palazzo Zanca. In attesa di notizie da Palermo e dalla giunta Crocetta, che ha pronto un emendamento al bilancio regionale per correre in soccorso del Comune e trasferire a Messina le risorse necessarie affinchè il commissario Croce firmi il previsionale, c’è un dubbio che continua tenere banco tra consiglieri e dirigenti comunali, relativo al termine ultimo per approvare il documento contabile. Posto che i termini, già prorogati di tre mesi, sono scaduti il 31 ottobre e che la Regione ha già provveduto a nominare il commissario ad acta, il dirigente agli enti locali Giuseppe Petralia, secondo qualche consigliere comunale è, a questo punto, indifferente&nb
sp; incardinare e votare il bilancio entro il 31 dicembre o dopo, cioè a 2013 iniziato.
Tuttavia, tale tesi non trova d’accordo il segretario generale del Comune Santino Alligo, che in aula ha spiegato: «Siamo già in una procedura di messa in mora del Comune, c’è il commissario ad acta ma l’anomalia è che non è stato nominato per i ritardi dovuti ad inadempienza del Consiglio comunale ma perché il proponente, che in questo caso è il commissario Croce non ha ancora adottato il documento. A mio avviso – ha concluso -entro il 31 dicembre va incardinato per poter garantire la prosecuzione di alcuni servizi, tra cui i servizi sociali». Le parole di Alligo sono state ascoltate “in diretta” dagli operatori sociali, che dopo aver protestato in piazza Unione Europea hanno voluto assistere ad una parte dei lavori del Consiglio comunale, interrotti da qualche urlo di protesta indirizzato nei confronti dei consiglieri. La situazione, però, non mai degenerata.
Tornando al bilancio di previsione, ancora più radicale di quella del segretario generale Alligo è la posizione del ragioniere generale di Palazzo Zanca, Ferdinando Coglitore, secondo il quale l’atto contabile non va solo incardinato entro il 31 dicembre ma approvato insieme al bilancio previsionale pluriennale 2012-214, in mancanza del quale i tagli ai servizi ed al personale contrattista in scadenza sarebbero inevitabili.
La sensazione è che a Palazzo Zanca regni una confusione totale, dove ognuno ha una propria teoria e capire dove sta la verità diventa impossibile. Di certo c’è che Il Consiglio comunale, dopo aver “sposato” le misure correttive di Croce, ha approvato quindici riconoscimenti di debiti fuori bilancio e che la seduta è stata aggiornata domattina alle 11. (Danila La Torre)