“Nei prossimi dieci mesi ci saranno le elezioni regionali, politiche e amministrative alla Provincia e al Comune di Messina. L’Mpa vuole fare nuove proposte e trovare forze disponibili ad assumersi l’onore e l’onere della candidatura”. E’ l’assunto di Antonio Andò, commissario provinciale del Movimento per le Autonomie al congresso provinciale che si è tenuto all’Hotel Royal. Presenti i vertici del partito: il coordinatore regionale, Giovanni Pistorio, il candidato sindaco alle recenti elezioni di Barcellona, Filippo Marte, la consigliera provinciale, Rosy Danzino, il sindaco di Taormina, Mauro Passalacqua e i deputati del partito all’Ars, Fortunato Romano, Giuseppe Picciolo e Antonio D’Aquino.
Il convegno è stato introdotto da una lunga requisitoria di Andò: “Gli incontri servono a fare il punto sulle opinioni dei militanti e della società civile. Il movimento si è formato sette anni fa per diventare un punto di riferimento delle autonomie. Lo scenario è stato però compromesso dalla crisi e da un’inevitabile spinta centralistica. Lo Stato non ha tenuto conto dello statuto speciale della Sicilia. Perfino l’Unione Europea, nata come unione delle regioni, sta accentrando il potere su di sé. Ora è necessario cambiare passo”.
Andò passa poi ad analizzare il Governo regionale di Lombardo: “Avere il proprio leader alla Regione è stata un’occasione storica. Rappresentava anche un rischio perché la visibilità del partito passava in secondo piano rispetto alla gestione della cosa pubblica. E’ stata comunque la possibilità di lanciare un messaggio e Lombardo è stato un leone coraggioso e ha svolto un lavoro storico in prima persona. Lascerà anticipatamente per difendersi dalle accuse, ma non ha avuto nessun rinvio a giudizio né mai lo avrà. Ha fatto un grande lavoro politico di fronte a sfide riformatrici alle quali altre forze politiche non hanno saputo resistere. E’ stato ridotto il deficit ai termini del 2001, la riforma sanitaria ci ha protetto da cattive conseguenze economiche e sono stati eliminati diversi enti inutili”.
Il commissario provinciale spiega la ricetta per il futuro, con particolare riferimento alla Provincia e al Comune di Messina: “Si deve tagliare il clientelismo e selezionare la classe dirigente in base alle capacità, non in base allo scambio o persino al ricatto. Ci siamo allontanati da chi non voleva impegnarsi ed è stato un bene. A settembre apriremo i tavoli per stabilire l’attività programmatica e ci apriremo alle proposte per stabilire gli obiettivi da raggiungere a livello locale. Proporremo le nostre candidature sia alla Provincia sia al Comune per cambiare una città in declino, come dimostrano anche i recenti dati del censimento. Ci rendiamo conto che ci sono delle difficoltà, dovute ad esempio alla follia del patto di stabilità, ma mancano totalmente iniziativa, strategia e ricerca all’esterno di persone capaci. L’ordinanza di protezione civile per i comuni alluvionati, ad esempio, è stata ferma a Roma per un anno e mezzo. Abbiamo dovuto aspettare tantissimo un’autorizzazione a spendere soldi nostri. Le amministrazioni locali si lamentano tanto del governo Lombardo, ma loro cos’hanno fatto?”.
Andò si scaglia contro la gestione del Comune, prendendo ad esempio le vicende Ente Porto e doppio incarico di Buzzanca: “In molti chiedono l’abolizione dell’Ente Porto probabilmente per realizzare speculazioni private. Il punto franco costituisce invece un’opportunità di lavoro e investimento nel territorio. Il nostro D’Aquino ha dovuto fare due anni di battaglie per riprendersi il suo posto all’Ars, sottratto con la forza dell’arroganza”.
Una battuta dissacrante, infine, al presidente della provincia: “Io sono per l’abolizione delle province. Ricevuto ha fatto in modo che la Provincia non esistesse, quindi il suo lavoro è stato positivo”. (Marco Ipsale)