Fra un anno si voterà in importanti comuni della provincia, come Barcellona e Lipari. Fra due anni si andrà alle urne “grosse”, a Messina e a Palazzo dei Leoni. E c’è chi non vuole farsi trovare impreparato. Futuro e Libertà si struttura ufficialmente con il suo primo congresso provinciale di questo sabato, che è anche il primo congresso provinciale in tutta Italia. A “battezzare” il primo passo formale dei finiani non poteva che essere Carmelo Briguglio, tra i leader nazionali e certamente leader del partito nel messinese. Scontata la riconferma di Giuseppe Laface come coordinatore provinciale, logico proseguimento del ruolo fin qui svolto di coordinatore “provvisorio”. Meno scontate, ma certamente roboanti, le dichiarazioni di Briguglio nel corso del suo intervento. La cui prima parte, come giusto che sia, è stata dedicata al manifesto d’intenti del partito, chiamato a ripescare «il valore dell’appartenenza» e «il ritorno alla partecipazione politica». La seconda ha un taglio decisamente politico e volge lo sguardo ai “fatti di casa nostra”. «Dobbiamo scacciare i mercanti dal tempio», ha detto riferendosi alle amministrazioni Buzzanca e Ricevuto. Amministrazioni di cui fanno ancora parte gli alleati del Terzo Polo dell’Udc. Ai quali viene rivolto un messaggio forte e chiaro: «Non voglio comandare in casa d’altri, ma non si è certo credibili se si rimane in giunta fino alla fine del mandato e poi subito dopo si fa un’altra cosa». Insomma, un appello senza se e senza ma all’Udc, che cela un altro messaggio: è ora che il Terzo Polo si strutturi anche a Messina. E il Pd? Briguglio non lo cita, ma è chiaro il riferimento quando afferma che «non mi pongo particolari problemi purché ci si confronti sui programmi».
Una chiara apertura ad alleanze allargate, che era giunta poco prima anche dallo stesso Laface, nel corso della sua relazione introduttiva. «Futuro e Libertà – ha sottolineato il coordinatore provinciale – deve perseguire consapevolmente il percorso con gli alleati del Terzo Polo, prioritariamente con Udc, Mpa ed Api, e con altre forze, con le quali oggi si sta governando la Regione». Laface è stato particolarmente critico nei confronti dell’amministrazione comunale e di quella provinciale: «Il Pdl che esprime il presidente della Provincia ed il sindaco di Messina ha dato prova di assenza di visione strategica rispetto alle necessità del territorio, di scarsa capacità di incidere nelle problematiche cogenti ed incapacità rispetto alla risoluzione anche dei problemi quotidiani dei cittadini». Per quanto riguarda Palazzo dei Leoni, tra le critiche mosse c’è quella relativa alla scelta di puntare sull’aeroporto di Reggio Calabria piuttosto che su un nuovo scalo nel Mela, «errata e strategicamente poco lungimirante». Quanto alla città, «appare evidente che manca un’idea di città, di città del futuro, di ciò che questa città dovrà fare di mestiere nei prossimi decenni».
Il congresso è stato coordinato da Chiara Moroni, deputato di Fli da quando vi ha aderito nell’agosto 2010, un passato nel Nuovo Psi e in Forza Italia, oggi vicepresidente e tesoriere del partito. Secondo la Moroni «Berlusconi è già finito, da quando Fini col suo dito alzato gli ha detto no. Cosa diversa e più lunga sarà uscire dal berlusconismo. Siamo stati per 15 anni con lui? E’ vero e la ragione è che lo abbiamo sottovalutato». La sua chiave di lettura su cosa è stato il berlusconismo è legata all’uso politico delle tv, «uso politico che va oltre i dibattiti e i tg, è l’utilizzo di trasmissioni generaliste, apparentemente innocue, che hanno inquinato il popolo, di cui si nutre berlusconi. Un propolo che di fronte al Bunga Bunga fa spallucce. Berlusconi ha interpretato e sdoganato i vizi peggiori degli italiani. Una sorta di dittatore peronista. Vanno ritrovati valori quali la legalità e l’eticità. E’ questo che ci chiedono le nuove generazioni».
Nel corso del congresso hanno “sfilato” con i loro interventi alcuni dei protagonisti vecchi e nuovi del partito: da Nuccio Ricciardello, brolese ed ex commissario dell’Iacp, a Pio Amadeo, ex assessore di Ricevuto in quota Pdl, da Antonella Vezzosi, ex responsabile provinciale donne di Forza Italia, a Nello Pergolizzi, capogruppo di Fli al Comune e spina nel fianco di Buzzanca, giudicato una sorta di Berlusconi in salsa peloritana. Da Mimma Brigandì del Comune di Nizza ad Alberto De Luca, uno dei giovani prospetti del partito insieme a Federica Mulè, eletta al Senato accademico nelle ultime elezioni universitarie. Al tavolo dei lavori ovviamente anche l’assessore regionale al Turismo, Daniele Tranchida, e il deputato regionale Pippo Currenti, che ha elogiato il governo Lombardo «per le risposte importanti date per rafforzare l’azione riformatrice in settori chiave quali il turismo, il lavoro e l’ambiente».