Ancora qualche ora di attesa. Si dovrà aspettare la nuova seduta di oggi per scoprire se il Consiglio comunale dirà di si al primo atto che apre la strada alla creazione della "nuova" Amam che dovrà gestire i rifiuti e il sevizio idrico. La lunga seduta serale di ieri è servita più che altro a sondare il terreno e capire animi e umori rispetto al provvedimento che modificherà lo statuto Amam e che, nell'immediato, rappresenterà il salvagente per i 51 lavoratori Ato3 che allo scoccare della mezzanotte potrebbero ritrovarsi disoccupati. Lavoratori che infatti erano tutti schierati nella tribuna dell'aula, insieme alle segretarie di Fp Cgil, Clara Crocè, e di Orsa, Francesca Fusco, a seguire dall'alto ogni parola di amministratori e consiglieri che in queste ore, decidendo il futuro della gestione rifiuti, di fatto scrivono anche le loro sorti occupazionali. In aula un parterre delle grandi occasioni: c'erano il vicesindaco Guido Signorino, gli assessori Sergio De Cola e Daniele Ialacqua, il neo presidente dell'Amam Leonardo Termini con il Cda, il direttore dell’Amam Luigi La Rosa. A sottolinearlo soprattutto l’assessore Ialacqua che parlando ai consiglieri ha definito il provvedimento in discussione come la grande occasione di dare vita ad una società che mette in sicurezza non solo i lavoratori ma anche i servizi. “Messinambiente e Ato3 vengono da lunghi periodi di disagi e disastri, non possono fare investimenti, la situazione generale della gestione rifiuti in Sicilia è drammatica. In questo contesto Messina potrebbe essere un esempio virtuoso” ha detto Ialacqua che ha invece lasciato al collega Signorino la spiegazione degli aspetti tecnici del provvedimento. Sul tavolo la modifica dello statuto Amam in virtù della nuova formula di gestione del “in house providing”, quel modello di organizzazione e gestione dei pubblici servizi che le pubbliche amministrazioni adottano attraverso propri organismi, cioè senza ricorrere al libero mercato. Una gestione che consente l’affidamento diretto dei servizi, e così sarà per la gestione rifiuti, ma che necessita della modifica statutaria per eliminare alcuni punti che entrerebbero in conflitto con la configurazione stessa del in house providing, come per esempio il fatto che nell’attuale statuto Amam sia prevista la possibilità di far subentrare il privato, ipotesi che invece con questa modifica non sarà più contemplata, lasciando il 100% della proprietà nelle mani del Comune. All’esame dei consiglieri anche l’ampliamento dell’oggetto sociale dell’Amam, ovvero l'organizzazione e la gestione del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani nell'Ambito di Raccolta Ottimale (A.R.O.) coincidente con il territorio del Comune di Messina di cui al relativo Piano di Intervento approvato dalla Regione lo scorso 7 maggio.
Un passaggio importante in chiave futura, che apre la strada a quella riorganizzazione dei servizi che nei programmi dell’amministrazione dovrebbe culminare con la nascita della Messina Multiservizi, un passaggio che però i consiglieri avrebbero voluto approfondire con più calma e senza la solita fretta dell’ultimissimo minuto. Stavolta, infatti, a dettare i tempi è proprio la scadenza della mini proroga che la Regione ha concesso agli Ato: oggi è l’ultimo giorno utile e se Palazzo Zanca vuole trovare una soluzione deve farlo entro mezzanotte. Il rischio non è che la carrozza si trasformi in zucca, ma che le lettere di licenziamento in tasca ai 51 lavoratori diventino realtà.
La seduta serale però non è stata decisiva come si sperava. La mancanza del parere dei Revisori dei conti e dei dirigenti su qualche emendamento, 8 presentati dal consigliere Giuseppe Santalco e 1 dal vicesindaco, ha subito convinto l’aula a rinviare il voto ad oggi per avere il tempo di ottenere i pareri e potersi così esprimere con maggiore serenità, considerati dubbi e perplessità che sono emersi in questi giorni, soprattutto durante le sedute della commissione Bilancio presieduta da Carlo Abbate. Gli interventi che hanno scandito il dibattito però hanno chiaramente mostrato che il consiglio si muoverà verso l’approvazione del provvedimento. Dal consenso senza batter ciglio da Benedetto Vaccarino, che si è lanciato in un intervento di grande enfasi e di esaltazione dei lavoratori di Messinambiente e Ato3 da salvaguardare a tutti i costi, all’appoggio del gruppo Pd di Paolo David, passando anche per il Megafono di Pippo Di Leo che questa volta ha deciso di dare fiducia al progetto dell’amministrazione che si pone come obiettivo quello di ridurre i costi e rendere efficienti i servizi attraverso l’accorpamento delle partecipate. Tra le fila del sì anche l’Udc di Mario Rizzo e Libero Gioveni che però insieme al collega di Forza Italia Pippo Trischitta hanno sollevato una serie di interrogativi su alcuni comma inseriti nella delibera.
Naturalmente non sono mancate le polemiche unanimi sul fatto che ancora una volta l’amministrazione costringe l’aula ad un tour de force sul filo del rasoio, anche se la delibera sulla modifica dello statuto e la formula in house providing risale al mese di dicembre, come ci ha tenuto a precisare l’assessore De Cola che ha ricordato all’aula che le novità aggiunte successivamente sono figlie di novità normative regionali e nazionali. Tra i più duri il Dr Nino Carreri che, di fronte ad un atto che fino a ieri sera tardi non era ancora votabile, ha chiesto solo di poter essere messo di fronte a provvedimenti completi e corretti, anche per garantire quei lavoratori che di sicuro anche oggi torneranno sugli spalti per vedere come andrà a finire.
Tra dubbi e richieste di chiarimenti l’orientamento generale è sembrato essere diretto verso il sì, ma non per tutti. A elencare una serie di punti evidentemente poco chiari è stata la consigliera del gruppo misto Antonella Russo che ha posto una serie di quesiti per capire ad esempio se sono necessari altri atti prima di passare a controllo analogo, riferendosi soprattutto alla mola di provvedimenti varati in questi mesi dall’amministrazione in tema di partecipate e gestione rifiuti, ma che il consiglio disconosce. La Russo ha chiesto anche se e quali sono le eventuali influenze finanziarie di tutta l’operazione, in che modo sarà attuato il controllo analogo, se il piano finanziario, che non è legato a questa delibera, è stato asseverato dai revisori dei conti o da un istituto bancario,c come tra l’altro prevede uno dei comma della delibera.
E a proposito di comma sono stati proprio questi a ingolfare sul finire i lavori del consiglio. Una parte di delibera che a quanto pare nessuno vuole votare e che potrebbe compromettere il buon esito di una votazione che vede una larghissima fetta di consiglio favorevole. Mariella Perrone ha chiesto al vicesindaco un sub emendamento per cassare questa parte, lo stesso direttore e segretario generale Antonio Le Donne ha definito queste parti “orpellose”, quindi superflue al nocciolo della questione che è e deve rimanere la modifica dello statuto Amam. Oggi dunque vedremo come tornerà in aula il provvedimento. L’appuntamento è alle 13.
Francesca Stornante