Il titolo perfetto per la seduta del Consiglio comunale dedicata al bilancio consuntivo 2013 sarebbe il seguente: “La conta, il voto e gli avvertimenti”. Tre parole chiave che descrivono altrettanti passaggi fondamentali dei lavori d’aula, che vi raccontiamo nel dettaglio nell’articolo di Francesca Stornante. Qui vogliamo invece raccontare alcuni piccoli retroscena ed analizzare il voto sul rendiconto 2013 dal punto di vista politico.
LA CONTA. Oltre mezza seduta di Consiglio comunale, iniziato con l’ormai cronica- ma sempre insopportabile – ora di ritardo, gran parte dei consiglieri comunali l’hanno trascorsa fuori dall’Aula a contarsi , al fine di evitare di precipitare nel burrone. La mancata approvazione del consuntivo avrebbe potuto causare lo scioglimento del Consiglio Comunale. La preoccupazione dei consiglieri era tanta e la tensione a momenti palpabile. E così, mentre in Aula una manciata di consiglieri (tra cui Lo Presti, Sturniolo, Russo, Gioveni, la presidente Barrile) portavano avanti i lavori, un gran numero di esponenti del Civico Consesso confabulava nei corridoi, chiedeva informazioni sulle intenzioni di voto dei colleghi e calcolava il numero dei voti favorevoli che avrebbe potuto incassare il consuntivo, in modo da essere sicuri di portare a casa il risultato, ancora meglio se potendosela fare alla larga e lasciando agli altri l’assunzione di responsabilità.
«In mancanza di una maggioranza politica in Aula non possiamo che contarci» ammetteranno molti consiglieri a votazione avvenuta.
IL VOTO. Alla fine il rendiconto è passato con 23 voti favorevoli, 8 astenuti e 3 contrari. Assai scarna sul piano del dibattito e delle argomentazioni, la votazione sul rendiconto presenta comunque spunti politicamente interessanti. Innanzitutto, ha palesato una frattura all’interno dell’Udc, dove a fare gioco di squadra sono rimasti solo i consiglieri più vicini a D’Alia, vale a dire Franco Mondello, Mariella Perrone e Mario Rizzo. Libero Gioveni sempre più smarcato dal resto del gruppo si è astenuto, suscitando qualche malumore tra gli altri componenti («troppo facile chiedere l’assunzione dei vigili e poi non prendersi la responsabilità di votare il bilancio» ha commentato qualche suo collega di partito lontano dal microfono); Carmelina David ,inizialmente presente in aula, è scomparsa, a quanto pare perché in disaccordo con la linea del gruppo; Andrea Consolo, invece, non si è presentato affatto, come spesso accade quando le sedute del Consiglio comunale coincidono con i suoi impegni da primario.
Sul consuntivo si è poi registrata anche la ritrovata coesione dei Dr, con la capogruppo Elvira Amata, che ha persino rimproverato il collega Sorrenti perché voleva lasciare l’aula poco prima del voto. Unico assente Carreri, ma lui gioca da “libero” all’interno dei democratici riformisti, non essendo espressione diretta di Beppe Picciolo ma di Fabio D’Amore. Da tutti gli altri è arrivato disco verde al rendiconto.
Scontato il sì di Forza Italia (Trischitta, Parisi, Crifò) e di SiAmoMessina (Adamo e Sottile), che già in commissione avevano fatto intuire le loro intenzioni, ma un po’ a sorpresa è arrivato il via libera al consuntivo anche dal Nuovo Centro-destra (Faranda e Crisafi). Nessuna sorpresa, invece, per il voto favorevole delle due accorintiane “sopravvissute” Lucy Fenech ed Ivana Risitano. Si sono espressi in maniera diversa tra loro i due ex accorintiani, Nina Lo Presti e Gino Sturniolo. La prima ha bocciato la proposta, il secondo si è astenuto.
Sempre più confusa la situazione in casa Pd e gruppi collegati. Il partito democratico non ha la forza, e forse neanche i contenuti, per fare opposizione all’amministrazione Accorinti, dividendosi costantemente sulle proposte che arrivano in Aula. Ai “sì” di Claudio Cardile, Francesco Pagano, Donatella Sindoni e Nicola Cucinotta si sono cono contrapposti i “no” di Antonella Russo (formalmente nel Gruppo Misto ma a tutti gli effetti esponente del Pd) e Simona Contestabile, a cui si sono aggiunte le astensioni di Emilia Barrile, Paolo David, Benedetto Vaccarino e Peppuccio Santalco. Qualche consigliere piddino ha confessato che alla Russo ed alla Contestabile è stato chiesto gentilmente di non intervenire per spiegare le ragioni del proprio voto negativo per non mettere in difficoltà i colleghi. Le due consigliere hanno così deciso di “autocensurarsi”. E’ rimasto tutto il tempo in Aula ma poi non ha votato il consigliere Daniele Zuccarello, che dopo tante battaglie, anche coraggiose, giocate a viso aperto, stavolta ha preferito non metterci la faccia.
Il consuntivo è passato anche grazie al voto positivo di Pio Amadeo di Articolo 4; mentre i suoi ex colleghi del Megafono si sono divisi : Nora Scuderi ha votato favorevolmente; Giuseppe De Leo e Angelo Burrascano si sono astenuti.
GLI AVVERTIMENTI. « Da adesso in poi non daremo più alibi alla giunta Accorinti. Dalla prossima delibera non faremo più sconti all’amministrazione. Da domani si volta pagina». Chi è solito frequentare l’aula del Consiglio Comunale ascolta le frasi appena citate tanto frequentemente da un anno e mezzo a questa parte da considerarle solo un “simpatico” ritornello. Ed anche in occasione della votazione sul rendiconto, i consiglieri comunali non hanno fatto mancare gli avvertimenti all’indirizzo della giunta Accorinti. Dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ad esempio, la consigliera Amata ha avvisato: «Se non si cambia rotta, a giugno sarò la prima a firmare la sfiducia». E di sfiducia parlano da settimane anche altri consiglieri comunali, qualcuno ha addirittura già improntato il documento su cui dovranno essere apposte le firme dei 2/3 del Consiglio Comunale, affinché possa essere valida.
In fondo, giugno è ancora lontano e parlare di sfiducia oggi fa gioco ai consiglieri ,che da un lato pensano di tenere sulla corda sindaco ed assessori e dall’altro sono convinti di apparire coraggiosi nel “minacciare” un’azione che li farebbe andare tutti a casa , Giunta e Consiglio. Il problema è che, dopo tanti avvertimenti a cui non sono seguiti fatti, adesso non ci crede più nessuno.
Danila La Torre