Centro-sinistra alla resa dei conti, vacillano gli equilibri. Pd sotto accusa

Gli equilibri iniziano a vacillare. E anche l’elezione di un presidente di commissione inizia a creare qualche difficoltà alle coalizioni d’aula. Soprattutto se si tratta della Commissione Bilancio, quella da cui transitano i documenti finanziari che determinano la vita e le sorti di Palazzo Zanca e, di conseguenza, dell’intera città. Il consigliere Pd Nicola Cucinotta ha detto addio alla presidenza della I commissione ormai oltre un mese fa, dopo le dimissioni del primo presidente Udc Franco Mondello. Da allora a trainare i lavori della commissione sono stati i vice Carlo Abbate e Pippo Trischitta, rispettivamente Dr e Forza Italia. Hanno condotto un ricco calendario di sedute dedicate a contratti di servizio, società multi servizi e partecipate, adesso però è giunto il momento di tirare le somme e a quanto pare non è neanche tanto semplice. Questa nuova settimana per la commissione Bilancio è iniziata con il dibattito per l’elezione del nuovo presidente, dibattito che si è quasi subito trasformato in un’analisi politica di quello che è oggi, a due anni dall’elezione di Renato Accorinti, il Consiglio comunale.

Quando Giuseppe Santalco, a nome del gruppo Pd, ha chiesto di rinviare il voto sulla presidenza alla prossima settimana per avere qualche giorno di tempo in più per portare a termine una serie di ragionamenti politici con i colleghi, l’aula ha inevitabilmente virato la discussione su un piano più generale e così il voto per scegliere il presidente della Bilancio è diventato l’occasione per tirare le somme e capire in che modo questo Consiglio comunale ha intenzione di andare avanti.

A prendere posizione soprattutto Udc e Dr, i due gruppi che insieme al Pd avrebbero nei numeri una maggioranza d’aula schiacciante ma che quasi sempre si sono trovati a dover inseguire i colleghi del Partito democratico che hanno dimostrato in più occasioni, soprattutto in quelle più delicate, di lasciare nelle mani degli altri le patate bollenti. Sia il capogruppo Udc Mario Rizzo che Elvira Amata per i Dr hanno detto chiaramente che serve verificare l’agibilità politica dell’aula, altrimenti diventa inutile pensare di continuare ad andare avanti sulla stessa strada. Hanno puntato il dito contro il Pd che non ha più da tempo identità e unità, che in aula si mostra spaccato tra mille diverse posizioni e che non rappresenta più alcuna base solida su cui portare avanti percorsi politici comuni. Udc e Dr, insomma, non ci stanno più ad essere la stampella dell’amministrazione Accorinti mentre gli altri se la fanno alla larga.

Mario Rizzo ha chiaramente manifestato lo stato di disagio che c’è all’interno del Consiglio comunale e la necessità di capire come procedere da qui in avanti. Anche alla luce delle recenti dichiarazioni del leader Giampiero D’Alia (vedi articolo correlato), i consiglieri centristi vogliono provare a inaugurare un nuovo corso in cui continueranno sì a ragionare e valutare gli atti di questa amministrazione in funzione di quello che ritengono possa essere il bene della città, ma solo se dentro l’aula ci sarà un ragionamento condiviso con l’intera coalizione e non solo con chi ha sempre dimostrato di essere pronto ad assumersi le responsabilità anche più scomode.

Ancora più duri i Dr che sono pronti a mettere in discussione tutti gli uffici di presidenza, non solo quelli delle commissioni, perché pensare di andare avanti così ormai è impossibile. Il gruppo capitanato da Elvira Amata oggi era pronto a puntare sul collega Carlo Abbate, ma di fronte ad un atteggiamento del Pd che nei corridoi qualcuno ha definito “da psicanalisi”, anche i Dr hanno chiesto con forza di analizzare attentamente la situazione politica dell’aula e di andare avanti solo quando tutti metteranno le carte in tavola in modo chiaro e palese.

Nessuno ne fa un problema di poltrone o di spartizioni. Alla fine la decisione è stata quella di rinviare per concedere una settimana di riflessione e tornare in aula con le idee più chiare. In tanti hanno detto che ormai per il Consiglio è giunto il momento del giro di boa. E probabilmente è il vero giro di boa sarà per il Pd a cui il centro-sinistra chiede con forza di decidere cosa intende fare e quale identità vuole avere.

Francesca Stornante