Per il consiglio comunale inizia la consueta corsa di fine anno verso l’approvazione di atti finanziari decisivi per le sorti di Palazzo Zanca, ma non solo. Oggi l’aula tornerà a riunirsi alle 15, dopo la seduta praticamente nulla di ieri pomeriggio, quando i lavori non sono neanche iniziati perché non c’era il numero legale. Dunque si va avanti ormai con il consueto escamotage del numero legale a 16, unica chance per consiglio e amministrazione per riuscire a esitare gli atti. Sul tavolo c’è il bilancio consuntivo 2016 e il debito fuori bilancio da 9.5 milioni di Ato3, famosa delibera che faceva parte del pacchetto per l’impegno economico per il concordato di Messinambiente e che racchiude anche una transazione che continua a suscitare qualche perplessità.
Sul consuntivo 2016 fino ad oggi la discussione si era arenata di fronte alla mancanza del parere dei Revisori dei Conti. Il collegio ieri pomeriggio ha esitato il responso, la relazione è stata depositata e dunque adesso l’aula potrà iniziare il dibattito anche sul consuntivo 2016. Il parere dell’organo presieduto da Federico Basile è favorevole ma condito da alcune osservazioni che destano preoccupazione.
Ad esprimere dubbi e preoccupazione è il consigliere comunale Libero Gioveni che pone la lente di ingrandimento sui punti segnalati dai Revisori.
Diverse le criticità evidenziate dai Revisori – afferma Gioveni – su cui l'Amministrazione certamente, oltre a fare "mea culpa", dovrà subito correggere il tiro per evitare di peggiorare una situazione finanziaria già notoriamente deficitaria.
Fra queste il consigliere evidenzia in primis il mancato rispetto delle previsioni per i quali l'Ente si era impegnato per garantire la sostenibilità del piano di riequilibrio (e questo la dice lunga sulla possibilità di ricevere l'approvazione da parte del Ministero per accedere al fondo di rotazione); poi c’è l’immancabile scarsa capacità di riscossione dei proventi per violazione del codice della strada (riusciamo in pratica ad incassare solo il 6,46% delle potenziali entrate. Altra nota dolente sono gli elevatissimi costi di alcuni servizi a domanda individuale rispetto agli incassi delle rette, fra tutti emergono negativamente gli asili nido che hanno incassato nel 2016 solo 44.000 euro a fronte di 526.000 euro di costi con un'incidenza del 8,37%, gli impianti sportivi che a fronte di 1 milione e mezzo di perdite hanno incassato solo 50.000 euro, quindi solo il 3,27% e infine la casa di riposo che su 1 milione e 800 euro di costi ha incassato solo il 5,68% che equivale ad appena 103.000 euro.
Un capitolo è dedicato ovviamente ai problemi che riguardano le società partecipate: dai ritardi nell'approvazione dei bilanci, criticità che non consente di monitorare e pianificare i servizi svolti, alla solita divergenza di vedute fra il Collegio e l'Amministrazione sull'inserimento o meno del relativo personale nella spesa complessiva del personale comunale rispetto ai limiti previsti dalla normativa vigente.
«Insomma – conclude preoccupato Gioveni – non è certamente un "bollettino di guerra" la relazione dei Revisori dei Conti, ma non può di certo far dormire sonni tranquilli a chi, come il sottoscritto, ha votato convintamente a inizio mandato il piano di riequilibrio e la sua successiva rimodulazione, perchè credeva di scacciare via il fantasma del "default", che continuo a giudicare una vera iattura per la nostra città».
F.St.