Un confronto a viso aperto. Un’occasione per fare domande e ottenere risposte. Una seduta che potenzialmente potrebbe fare luce su molte cose che non funzionano, ma che rischia di trasformarsi nel consueto dibattito politico fatto di tante parole e poca sostanza. L’emergenza rifiuti approda oggi in consiglio comunale al centro di una seduta straordinaria fortemente voluta dai consiglieri alla fine di un’estate difficilissima sotto il profilo igienico-sanitario. Un’estate trascorsa in emergenza, come purtroppo ormai è consuetudine, con centinaia di tonnellate di spazzatura che per giorni sono rimaste accatastate sui marciapiedi, con la riviera nord sporca e puzzolente, con un porta a porta che doveva partire ma che è stato rinviato, con i guai causati dai provvedimenti regionali, come se non bastassero le difficoltà croniche di Messinambiente.
Oggi sarà messo tutto sul tavolo. A rispondere sono stati chiamati l’assessore Daniele Ialacqua e il sindaco Renato Accorinti, che dovranno spiegare perché anche quest’estate è trascorsa in emergenza e perché nessuna azione è stata sufficiente e risolvere un problema che ad oggi ancora molte zone della città stanno vivendo. Anzi addirittura nei giorni scorsi i capigruppo consiliari avevano deciso di rivolgersi direttamente al primo cittadino chiedendo di bypassare Ialacqua, tacciato di «incapacità gestionale perché in 3 anni non è riuscito a programmare una seria attività nel settore dei rifiuti che si trova completamente allo sbando, limitandosi solo ad interventi emergenziali che sono diventati la norma».
La lunga e incandescente estate messinese dei rifiuti iniziò con le 24 ore di stop della discarica di Motta i primi giorni di giugno. La città si ritrovò per quasi un mese a pagare 24 ore di discarica chiusa. Un copione già visto ad ogni piccolo o grande intoppo. A questo si aggiunsero anche alcuni mezzi guasti e quindi ulteriori disagi nella raccolta e smaltimento. Poi le ordinanze di Crocetta che per un altro mese limitarono il conferimento delle quantità da portare a Motta. Una serie di eventi che una società come Messinambiente non ha potuto affrontare e superare. Eppure è sempre lì. Nonostante le discussioni, il lavoro, i progetti fatti per trasferire la gestione dei rifiuti all’Amam, alla fine Messinambiente è rimasta al suo posto. Proprio in questi giorni la giunta Accorinti dovrebbe partorire la delibera per la costituzione di una nuova società, ma ci vorrà tempo, si tratta di un’operazione importante, che coinvolge un settore cruciale e centinaia di lavoratori.
Per decidere di tagliare la spina a Messinambiente e di chiudere una volta per tutte i conti con una società che negli ultimi anni ha prodotto più debiti che servizi sarebbero bastate le innumerevoli immagini dell’emergenza prolungata di questi mesi. E dovrebbero essere questi gli interrogativi dei consiglieri comunali. Capire perché le cose non funzionano. Dai pochi mezzi che se si guastano mandano in tilt i servizi, ad un sistema di raccolta inadeguato perché i mezzi a carico laterale lasciano l’immondizia attorno ai cassonetti, visto che il carico è dall'alto e non consente agli operatori di recuperare i sacchetti a mano e caricarli sul mezzo. E quei sacchetti attorno ai cassonetti inevitabilmente generano servizi straordinari, notturni e festivi, mini discariche, sporcizia, facendo anche lievitare i costi. A non funzionare è anche il sistema di trasporto in discarica attraverso l’utilizzo della piattaforma di Pace: un metodo evidentemente inadeguato perché non potendo più buttare a terra i rifiuti si procede lentamente, la raccolta si strozza la raccolta ed anche il salto di un solo turno determina il blocco. Ci sono l’organizzazione e la gestione del lavoro che evidentemente celano ancora troppi ombre. C’è poi la raccolta porta a porta che doveva partire il primo luglio, poi a fine luglio, poi ad agosto. L’emergenza ha ritardato questo progetto, ora si sta lentamente iniziando, questo è indiscutibilmente uno dei punti cardine del sistema di gestione dei rifiuti e le idee anche su questo fronte non sembrano ancora molto chiare. C’è il capitolo impianti, da quello a Pace per la frazione secca praticamente pronto per essere aperto, all’impianto di biostabilizzazione che forse sorgerà. Ci sono gli atti che lo stesso consiglio ha approvato per disegnare le linee della politica sui rifiuti, dal Piano Aro al Piano per la Raccolta differenziata. Ci sono le ultime novità per il porta a porta commerciale e il divieto di buttare la spazzatura il sabato sera, raccolte in un’ordinanza sindacale di pochi giorni fa. Insomma, la carne al fuoco è tanta e la discussione potrebbe davvero essere occasione per mettere tutte le carte in tavola.
Francesca Stornante